IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

mercoledì 25 febbraio 2015

Tsipras, una delusione che non sorprende?

Così scrive il filosofo Eugenio Orso, e io -non vorrei ma- sono d'accordo con lui:
"In sintesi, la cosiddetta sinistra non rappresenta più le istanze popolari, la tensione verso la giustizia sociale, la difesa degli interessi, sempre più calpestati, delle classi dominate, oppure, come nel caso di Syriza, millanta di volerli fare ma poi va in direzione opposta. Ci sono due livelli di servaggio nei confronti delle aristocrazie neocapitalistiche occidentali, ben simboleggiate dai mercati & investitori. Il primo è quello primo è quello più esplicito, rappresentato dal PD e da tutti i suoi esponenti, a partire da Renzi, che idolatra il mercato, l’iniziativa privata e gli onnipotenti, benefici “capitali stranieri” che investono nel paese. Il secondo, più nascosto, apparentemente conflittuale, è quello di Syriza e simili, che promettono mari e monti a una popolazione oppressa, spogliata di tutto dagli appetiti del grande capitale, e poi – quando si arriva alla prova dei fatti – si rimangiano puntualmente le promesse, abbassano regolarmente la testa, applicano programmi politici e misure “impopolari” che si dichiarava di voler superare."
Questa raccolta del consenso di chi è arrabbiato contro il sistema, e la sua successiva sterilizzazione, lenta e inesorabile, nascosta da continui annunci che danno speranza, e costituita invece da realtà totalmente succubi al potere neoliberista, è un metodo antico quanto efficace, sempre di più grazie al servilismo dei media che offrono ai leader manipolati la grancassa che serve a evidenziare le parole e a nascondere i fatti.

Continua poi Orso nel suo articolo:
"Tsipras ha fatto credere a un popolo disperato che è possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca o, con altre parole, che si può salvare la testa continuando a tenerla sul ceppo del boia. Certo … non si parla più di troika, ma di “istituzioni”, cambiando nome alla stessa cosa e il famigerato “memorandum” i greci se lo scrivono da soli (Tsipras e il suo socio Varoufakis), in base alle riforme pretese dall’eurogruppo. Poi, il rigore può pur essere mascherato da “flessibilità”, e via discorrendo. Nomi nuovi per cose vecchie, tipico imbroglio contro il popolo di una sinistra fatalmente serva del grande capitale finanziario e, “in cuor suo”, neoliberale. Una sinistra molle, effeminata, che nel momento topico abbassa sempre la testa davanti ai sovrani interessi del più forte, cioè del capitale finanziario. Eurogruppo, commissione e tedeschi gongolano, mentre Tspiras e Varoufakis devono spiegare ai greci con le pezze al culo il “mutamento di rotta”.
Che cosa cambia, concretamente? Cambia che Syriza, con un improvviso voltafaccia, dà l’addio al programma elettorale di Salonicco e a (quasi) tutti i buoni propositi, come, ad esempio, la cancellazione di buona parte del valore nominale del debito pubblico e la mitica “conferenza europea del debito”, che avrebbe dovuto determinare una svolta.
Delle seguenti promesse sperticate – Salonicco, settembre 2014 – non resta più nulla, se non qualche buono pasto per chi muore letteralmente di fame e una possibile estensione del salario minimo."
Pretendere di uscire dall'austerità rimanendo nell'euro è un ossimoro, una contraddizione senza uscita. E' come voler salvare la testa continuando a tenerla sul ceppo del boia. L'euro è stato architettato per strangolare il popolo a favore delle banche e del potere ad esse collegato. L'unico modo per non rimanere strangolati è uscire da questo euro. Qualcuno diceva "meglio una fine spaventosa (ma così ce la dipingono per farci paura) che uno spavento senza fine"

Syriza, piddì, sinistra e neocapitalismo

di Eugenio Orso - 24/02/2015


Se qualcuno ha creduto in Tsipras e nella possibilità di “cambiare le cose” stando all’interno dell’unione e dell’eurozona, ora deve ricredersi … O almeno, dovrebbe farlo se non è in aperta mala fede.
Che il semestre europeo a guida italiana (presidenza del consiglio dell’unione), nella seconda parte dell’anno scorso, non sarebbe servito a nulla, men che meno a cambiare l’impostazione di fondo della politica unionista, fatta di rigore contabile e distruzione del sociale, era cosa fin troppo scontata. Il gioco era chiaro fin dall’inizio. Renzi tuonava contro le politiche del rigore – rigorosamente applicate dal suo governo, per conto troika – esclusivamente per scopi propagandistici interni, mentre batteva i tacchi e obbediva davanti al potere sopranazionale. Bruxelles, Francoforte e naturalmente Berlino, perché la germania, kapò euronazista, tiene d’occhio gli altri popoli d’Europa, soprattutto i più deboli, tarpandogli le ali. Le sue proposte, come, ad esempio, escludere gli investimenti dal rigido computo del rapporto fra deficit e pil (< 3%), sfruttando a fondo i mitici finanziamenti europei (i 300 miliardi di Juncker!) per scuole, banda larga e dissesto idrogeologico, non sono che specchietti per le allodole. Ciò che vuole è intorbidare le acque, vendere illusioni, senza mettere minimamente in discussione le politiche del rigore – privatizzazioni per far cassa, i tagli lineari a sanità e sociale, precarietà di massa con lo jobs act – dalle quali non si discosta.  
Tsipras, dal canto suo, ha suscitato speranze di riscatto e di “riforma radicale” delle politiche unioniste non solo in Grecia. Ha promesso aumento delle pensioni, riassunzione di dipendenti pubblici (licenziati per conto troika), rigetto del “memorandum” siglato dal precedente governo e via elencando. Il gioco del gran capo progressista era di vincere le elezioni con un programma centrato sulla cancellazione-rinegoziazione del debito, sul sociale e sul ritorno alla spesa pubblica (welfare, lavoro statale, pensioni), restandosene, però, prudentemente dietro il filo spinato dell’eurolager. Le sue dichiarazioni “europeiste” stridevano non poco con la presunta volontà di ridare dignità, redditi e pane ai greci, ridotti alla fame proprio da un’unione europea ricattatrice e saccheggiatrice … e da una germania euronazista.
Niente più troika (commissione-bce-fmi) e niente più diktat, cioè “memorandum” a strozzo. Insomma, il suddetto ha fatto credere a un popolo disperato che è possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca o, con altre parole, che si può salvare la testa continuando a tenerla sul ceppo del boia. Certo … non si parla più di troika, ma di “istituzioni”, cambiando nome alla stessa cosa e il famigerato “memorandum” i greci se lo scrivono da soli (Tsipras e il suo socio Varoufakis), in base alle riforme pretese dall’eurogruppo. Poi, il rigore può pur essere mascherato da “flessibilità”, e via discorrendo. Nomi nuovi per cose vecchie, tipico imbroglio contro il popolo di una sinistra fatalmente serva del grande capitale finanziario e, “in cuor suo”, neoliberale. Una sinistra molle, effeminata, che nel momento topico abbassa sempre la testa davanti ai sovrani interessi del più forte, cioè del capitale finanziario. Eurogruppo, commissione e tedeschi gongolano, mentre Tspiras e Varoufakis devono spiegare ai greci con le pezze al culo il “mutamento di rotta”.
Che cosa cambia, concretamente? Cambia che Syriza, con un improvviso voltafaccia, dà l’addio al programma elettorale di Salonicco e a (quasi) tutti i buoni propositi, come, ad esempio, la cancellazione di buona parte del valore nominale del debito pubblico e la mitica “conferenza europea del debito”, che avrebbe dovuto determinare una svolta.
Delle seguenti promesse sperticate – Salonicco, settembre 2014 – non resta più nulla, se non qualche buono pasto per chi muore letteralmente di fame e una possibile estensione del salario minimo:
Elettricità gratis per 300.000 famiglie sotto la soglia di povertà fino a 300 kWh al mese per famiglia; cioè, 3.600 kWh l’anno. Programma di sussidi pasto per 300.000 famiglie senza reddito. L’attuazione avverrà tramite un ente pubblico di coordinamento, in collaborazione con le autorità locali, la Chiesa e le organizzazioni di solidarietà. Programma di garanzia abitativa. L’obiettivo è la fornitura iniziale di 30.000 appartamenti (30, 50, e 70 m²), sovvenzionando affitto a € 3 per m². Restituzione del bonus di Natale a 1.262.920 pensionati. Assistenza medica e farmaceutica gratuita per i disoccupati non assicurati. Eccetera, eccetera, eccetera …
In compenso, vi sarà la lotta al contrabbando, all’evasione fiscale e all’elusione. Sappiamo, però, che la lotta alla grande evasione è praticamente impossibile e l’espressione nasconde, sempre di più come accade in Italia, la “spremitura” dei piccoli, dei lavoratori dipendenti e di chi non può sottrarsi. Syriza rinuncia al programma di Salonicco, che aveva riacceso le ingenue speranze dei greci, per un’estensione di soli quattro mesi – nemmeno di sei, come richiesto – del prestito concesso dalla troika … Scusate! Dalle “istituzioni”. Per capire chi ha prevalso, chi ha padroneggiato la trattativa con la Grecia, guardate le facce e le espressioni di Tsipras e Varoufakis, da una parte, e dall’altra quelle dell’olandese (non hooligan) Dijsselbloem, presidente dell’eurogruppo.
In estrema sintesi, la cosiddetta sinistra non rappresenta più le istanze popolari, la tensione verso la giustizia sociale, la difesa degli interessi, sempre più calpestati, delle classi dominate, oppure, come nel caso di Syriza, millanta di volerli fare ma poi va in direzione opposta. Ci sono due livelli di servaggio nei confronti delle aristocrazie neocapitalistiche occidentali, ben simboleggiate dai mercati & investitori. Il primo è quello primo è quello più esplicito, rappresentato dal piddì e da tutti i suoi esponenti, a partire da Renzi, che idolatra il mercato, l’iniziativa privata e gli onnipotenti, benefici “capitali stranieri” che investono nel paese. Il secondo, più nascosto, apparentemente conflittuale, è quello di Syriza e simili, che promettono mari e monti a una popolazione oppressa, spogliata di tutto dagli appetiti del grande capitale, e poi – quando si arriva alla prova dei fatti – si rimangiano puntualmente le promesse, abbassano regolarmente la testa, applicano programmi politici e misure “impopolari” che si dichiarava di voler superare.
Il problema è dunque la sinistra, squallida ausiliaria delle élite neocapitaliste e dei loro organi sopranazionali di dominio e controllo. Tolta di mezzo – con le buone o le cattive – questa quinta colonna del capitale, si potrà forse sperare nella nascita di una forza politica non-liberale che rappresenti veramente gli interessi delle masse pauperizzate. Purtroppo, in Italia c’è il vuoto assoluto e il pd è sempre più forte e invasivo, mentre in Grecia, visto che il KKE (partito comunista) è ormai un fossile, dopo il collasso di Syriza non resterà che l’incognita Alba Dorata.
Sic et simpliciter
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Tsipras: cronaca di una storia già vistaIn evidenza

24 Febbraio 2015Scritto da  Enrico Carotenuto
    Tanti proclami di lotta dura, slogan e media plaudenti. Così è stato creato il fenomeno Syriza, l'ennesimo contenitore per il dissenso.
    Avevamo notato da tempo alcuni incroci molto indicativi, tipo Barbara Spinelli capolista "Tsipras" alle ultime europee, e soprattutto avevamo ascoltato ciò che Tsipras ha detto fin dall'inizio, e che è stato sommerso dall'onda emozionale e mediatica che ha trasformato, nella testa della gente, parole quali "cambieremo l'Europa attraverso il parlamento europeo" (che significa: "non cambieremo nulla") in "spezzeremo le reni alla Troika". Quindi, ad essere sinceri, noi di CIR non abbiamo avuto la stessa reazione del poveroManolis Glezos, l'eroe della sinistra greca che ci ha messo la faccia per portare voti e credibilità a Syriza, per poi vedere tradite le promesse fondamentali nel giro di un mese o poco meno. Povero anziano idealista, fregato per l'ennesima volta. Magari perchè qualcuno di cui si è fidato tutta la vita, gli aveva giurato che Alexis era vero, che questo si che era quello giusto... Non siamo rimasti scioccati. Quello che sarebbe accaduto per noi era, letteralmente, già scritto.
    Ad esempio:
    "L'incombere di queste inutili elezioni europee porta alle stelle il numero di castronerie sparate. E ognuno ha il suo recinto, ma visti i sondaggi, danno tutti addosso all'Europa.
    Persino il sindachetto!
    Magari chi più, chi meno, ma se poi vai a guardare bene, vogliono tutti riformarla dall'interno, attraverso le elezioni. Ce ne fosse uno che dica le cose come stanno: che le elezioni per il parlamento europeo sono farsa, perchè il parlamento europeo non ha alcun potere vero.
    Passi per gli elettori del PD, da cui non è più lecito aspettarsi intelligenza critica, ma questo dovrebbe far riflettere molto sia i grillici, che quelli che hanno trovato in Tsipras il nuovo messia, ovvero quelli che credono di essere critici.
    Vogliono farsi eleggere per NON avere il potere di cambiare le cose dall'interno. Scusate, ma a me viene da ridere, oltre che da piangere." Tratto da: "Se stamani leggo quel nome un'altra volta, finisco in ospedale." del 13 maggio 2014
     Ma anche: 
    "Qualcuno dirà... ma cosa c'entra Tsipras con il fronte gesuita-massonico?"
    C'entra e come. Uno dei segreti della storia italiana e mondiale degli ultimi 50 anni è l'attivo interessamento ed infiltrazione del gesuitismo nell'estrema sinistra. Dai tanti movimenti di liberazione fino ad ogni singolo partito italiano di sinistra ed estrema sinistra. Persino nella nascita attraverso "cattivi maestri" di formazioni della lotta armata degli anni settanta, come Lotta Continua, Potere Operaio o le Brigate Rosse.
    E proprio dal vivaio della estrema sinistra europea emerge improvvisamente Tsipras: solo qualche manina nascosta molto potente poteva organizzare e lanciare mediaticamente questa vicenda. Compattando intorno a questo volto "nuovo" la litigiosa e frazionata galassia della sinistra radicale. Se si va a guardare chi partecipò in Italia alla formazione della Lista Tsipras per le elezioni europee, non sarà difficile rilevare le tracce evidenti della partecipazione attiva ed entusiasta di elementi notoriamente espressione del gesuitismo.
    E' chiaro che i tanti militanti di queste formazioni non lo sanno e sono genuinamente, ideologicamente coinvolti, ma da 50 anni non si rendono conto di chi li manovra...
    Detto questo, cosa sta succedendo?
    Il gruppo gesuita-massonico è quello che più di tutti preme per la formazione di un superstato europeo... ed allora come mai sostiene questo apparente antieuropeismo di Tsipras? Ed anche di Renzi?
    Perché sono solo apparenti, ma in effetti funzionali.
    Né Tsipras né Renzi faranno nulla per danneggiare il Superstato Europeo." - Tratto da "Che fará Tsipras? Cosa succederà ora?" del 26 Gennaio 2015
    In tanti, in queste ore, stanno dicendo, magari tra se e se "Vedrai che quello che sta facendo Tsipras è una strategia, fa parte della contrattazione". Questo voler credere nella buona fede, il voler continuare a pensare che il mondo, la politica, i problemi, siano quelli che ci presentano i media, è commovente. Nel senso che fa venire da piangere, ma non per la gioia. E' un film già visto decine di volte, è quello che abbiamo visto quando i 5 stelle si sono autorelegati all'opposizione, spalancando la strada alle nefandezze renziane. Se pensiamo che ancora c'è chi scambia per coerenza quella che a voler essere buoni, è la strategia politica più stupida degli ultimi secoli, possiamo vedere che anche nel caso Tsipras, saranno moltissimi quelli che rifiuteranno di abbandonare le proprie illusioni dorate.
    Ora, le azioni di Tsipras hanno immediatamente creato una spaccatura interna a Syriza. Un indebolimento che proseguirà man mano che Tsipras andrà avanti col suo programma. Quindi ci ritroviamo con uno schema noto: Una decisione del vertice che rinnega le promesse elettorali,  crea un'emorragia di numeri che mette già le briglie al movimento, che ne fa scendere il consenso, e che lo renderà inefficace nel momento di massima popolarità, e molto, molto meno credibile alle prossime elezioni. Oddio, non vi ricorda qulcosa? Per carità, condividiamo completamente le rivendicazioni di chi ha votato in buona fede per i contenitori del dissenso, però forse è il caso che certe cose, assonanze, somiglianze, vengano prese in considerazione, la prossima volta. Che entrino a far parte della coscienza di tutti. Per non passare più da un recinto all'altro come pecore, ma scegliere liberamente la nostra strada, come esseri umani.

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