IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

venerdì 13 marzo 2015

QUANTO COSTA LA CHIESA CATTOLICA AGLI ITALIANI

La Chiesa costa ogni anno ai contribuenti italiani circa 6 miliardi e mezzo di euro.
Voce
Costo
8 per mille
€ 1.054.000.000
Stipendi insegnanti dell'ora di religione
€ 1.000.000.000
Convenzioni scuola
€ 700.000.000
Convenzioni pubbliche con gli ospedali cattolici
€ 1.000.000.000
Convenzioni pubbliche con istituti di ricerca
€ 420.000.000
Convenzioni pubbliche con case di cura
€ 250.000.000
Media annuale regalie una tantum
€ 250.000.000
Mancato incasso ICI (stima)
€ 700.000.000
Sconto 50% su Ires, Irap e altre imposte
€ 500.000.000
L’elusione fiscale turismo cattolico (stima)
€ 600.000.000
Subappalto televisivo e finanziamenti stampa
€ 52.000.000
Totale
€ 6.526.000.000
L’otto per mille, grazie ad un meccanismo messo a punto a metà degli anni ‘80 assegna alla Chiesa Cattolica anche le quote di chi non ha espresso alcuna preferenza, sulla base della percentuale di chi l’ha espressa. Un metodo piuttosto arbitrario che porta nelle casse della Chiesa Cattolica circa un miliardo di euro ogni anno (1.054 mil. di euro nel 2014). Nel resto d’Europa  la contribuzione è non solo volontaria, ma le quote derivanti dalle preferenze non espresse restano allo Stato.
Non solo. L’Art.47 della legge 20 maggio 1985, n. 222 stabilisce che ogni anno, entro giugno, lo Stato corrisponda alla Conferenza Episcopale Italiana un anticipo valutato sulla base delle scelte relative a 3 anni prima. Nel 2013 abbiamo anticipato alla CEI 1.005 milioni di euro. Ben diverso da quando lo Stato saldi di norma i suoi crediti (dai 3 ai 5 anni dopo), come i poveri contribuenti ben sanno!
Un altro miliardo se ne va per gli stipendi ai circa 22 mila insegnanti di quella che impropriamente viene chiamata ora di religione.

Almeno 700 milioni vengono versati da tutti noi per le convenzioni sulla scuola.
Le convenzioni pubbliche con gli ospedali cattolici ammontano poi a un altro miliardo di euro.
Quelle con gli istituti di ricerca a circa 420 milioni mentre le case di cura raggranellano la bellezza di 250 milioni di euro.
Poi ci sono le regalie una tantum, per manifestazioni e raduni (il Giubileo fu finanziato con 3500 miliardi di lire; uno degli ultimi raduni di Loreto ci è costato 2,5 milioni e così via) per una media annua di circa 250 milioni di euro.
Il mancato incasso dell’Ici vale circa 700 milioni di euro all’anno.
Lo sconto del 50% su Ires, Irap e altre imposte ci costa più o meno 500 milioni.
L’elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, con i suoi 40 milioni di pellegrini che ogni anno vanno avanti e indietro dall’Italia, si stima in altri 600 milioni di euro.
A questi dati, aggiungo i 52 milioni di euro per il subappalto alla Chiesa Cattolica di oltre due terzi del palinsesto del servizio pubblico televisivo.
Non esiste un altro paese laico che spende altrettanto per il costo di una religione.
Pur essendo gli spot della CEI per incentivare la preferenza sull’otto per mille efficacemente usati per convincere ad apporre la famosa X, stupisce che gli interventi caritativi a favore dei paesi del terzo mondo, assommino a solo circa l’8% del totale ricevuto dallo Stato (85 milioni). C’è poi un 15% utilizzato per interventi di carità in Italia e il rimanente 77% serve all’autofinanziamento: il  36% va agli stipendi dei 33 mila sacerdoti (in continua diminuzione), mentre il 41% (433 milioni) viene speso per “esigenze di culto e pastorali”, attività edilizie, spese di catechesi, tribunali ecclesiastici, ecc. (dati ufficiali CEI 2014: http://www.8xmille.it/rendiconti/ripartizione2014.pdf).

“La Chiesa sta diventando per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo.” Non l’ha detto un ateo ma, già trent’anni fa, un teologo insospettabile: Joseph Ratzinger.

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