Dal "Rapporto Giovani 2008", elaborato dal Dipartimento di Studi sociali, economici, attuariali e demografici della Sapienza di Roma per conto del ministro della Gioventù, reso noto a luglio 2009, dati relativi ai giovani tra i 25 e 35 anni: un milione e 900 non studia e non lavora. Vale a dire: quasi uno su quattro (il 25%). Un milione e 200 mila di questi gravitano nella disoccupazione (ma tra loro c'è chi dice di non cercare bene perché è «scoraggiato» o perché «tanto il lavoro non c'è»). Settecentomila sono invece gli «inattivi convinti»: non studiano, non cercano un lavoro e non sono disposti a cercarlo.
Un fenomeno che gli spagnoli catalogano come 'Generación «ni-ni»': ni estudia ni trabaja, generazione «né» studio «né» lavoro. Adolescenti e giovani. Spagnoli e italiani, inglesi e americani. Tanti. Sempre di più. Anche se non la maggioranza.
Se ne aveva sentore anche in Italia, ma non c'era certezza. Ora i dati sono emersi chiaramente.
Fino a qualche decennio fa nessuna famiglia avrebbe permesso ad un figlio di stare a casa non facendo nulla. Era una bestemmia il solo pensarlo.
Non è più così. Un fenomeno che ha molte radici:
- scuola non all'altezza del mercato del lavoro: non lo scopriamo oggi. Tema annoso a cui non pare i nostri governi siano in grado di dare soluzioni.
- Difficoltà a trovare lavoro? sicura. C'è però da dire che i lavori umili non è più disposto a farli nessuno (per questo l'immigrazione è importante), e i posti "di concetto" non sono tanti quanti i giovani disoccupati. Per molti lavori specializzati ci sarebbe richiesta ma la scuola non prepara e... "nessuno nasce imparato".
- Disillusione non solo dei giovani, ma dei genitori stessi. Tali sono le difficoltà che incontrano e le sofferenze patite nel mondo del lavoro che non se la sentono di farle patire ai figli. Non sono abbastanza "tosti" da lanciare i pulcini fuori dal nido. Non capiscono che così forse non impareranno mai a volare da soli.
- Un mondo del lavoro sempre più feroce e temporaneo, nessuna certezza, temporaneità assoluta tempi strettissimi per qualsiasi attività, scarso affiancamento, competitività sfrenata e nessuna comprensione. Non c'è da stupirsi se molti non ce la fanno e dopo qualche delusione gettano la spugna.
- Futuro nebuloso e oscuro. La crisi non aiuta ad essere ottimisti. Fare dei figli è un impresa titanica, occorrono risorse che in molti non possiedono. Società preda di valori effimeri come denaro, successo, potere, sesso ecc. che non danno voglia di vivere. Pianeta a rischio ecologico per le scelte stesse del mondo del lavoro con il quale occorrerebbe collaborare impiegandosi.
Una società senza Spirito come la nostra, è una società senza gioia, dove il senso dell'esistenza viene meno. Viviamo in un mondo nel quale le domande "Chi sono veramente", "Perché sono qui?", "Dove sto andando?", "Che senso ha tutto ciò?", non solo vengono considerate inutili ma spesso dileggiate e sottovalutate. La chiesa stessa non dà risposte serie e i suoi sacerdoti sono spesso in crisi.
Se i genitori hanno perso la speranza e la gioia di vivere, come possono trasmetterla ai loro figli? Non ce la possono fare! E smaltiscono il senso di colpa accettando loro malgrado situazioni come quelle dei 700.000 di cui sopra. Semplicemente non sanno cosa fare di meglio.
L'unica speranza: si chiama conoscenza di sé stessi. Solo chi parte da qui può ritrovare la fiducia e il coraggio di affrontare questo mondo con la serenità e col sorriso che servono.
Riflessioni su immagini e fatti tratti dall'esistenza quotidiana individuale e dalla società. Dice Lo Specchio: "Perché non speculare condividendo le mie riflessioni?"
IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO
Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.
venerdì 7 agosto 2009
Generazione «nè-nè»
Pubblicato da
mausab
alle
7.8.09
Argomenti:
disoccupazione,
generazione nè nè,
giovani,
lavoro,
studio
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2 commenti:
Assolutamente perfetto...! Però... che situazione! :O/
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