Non voglio parlare del piccolo mammifero simile al topo e imparentato con la talpa qui a fianco, bensì dell'unificazione del momento, quella tra Topolino e l'Uomo Ragno ovvero dell'acquisto da parte di Disney della Marvel.
Un colpo veramente grosso, un unione impensabile se non altro per le differenze culturali tra i due colossi dell'animazione.
Ai miei tempi il passaggio dalla lettura di Topolino a quella dell'"Incredibile Devil", dei "Fantastici 4" o del "Mitico Thor" segnava il passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza, dalla realtà edulcorata a quella della competitività tecnologica violenta. Col senno del poi possiamo certo dire che era preferibile la prima, ma allora non ce ne accorgevamo e -anzi ci sentivamo più grandi abbandonando Paperinik, Eta Beta e Clarabella per i ben più tosti e problematici Uomo Ragno e Devil.
Non ci rendevamo nemmeno conto di quale modello, in certo qual senso guerrafondaio e consumistico, stessimo apprendendo e consolidando inconsciamente dentro di noi. Era troppo bello leggere e guardare le fantastiche raffigurazioni e le avventure di questi novelli Ercole: in tutti i sensi la mitologia dell'era moderna...
Il primo numero dell’Uomo Ragno uscì nella primavera del 1970, otto anni dopo il debutto americano, e subito spopolò... Non erano soltanto i superpoteri, le capacità sovrumane di buoni e cattivi, i costumi moderni di cui erano vestiti. Quelli ce li avevano pure Superman e Batman, eroi di carta fin dall’anteguerra.
Le storie Marvel piacquero per la moderna realtà che traspariva, anche se si raccontava di corpi di gomma, uomini che camminavano sui muri, eroi verdi ed enormi, scienziati buoni e cattivi ma che sempre diventavano super, le storie sembravano vere perché ambientate nelle strade di New York, perché sullo sfondo comparivano le stesse notizie che ogni sera vedevamo negli sparuti telegiornali di allora: malavita, militarismo, guerra fredda, razzismo, droga.
Topolinia e Paperopoli sbiadivano nel loro edulcorato mondo di fiaba per fare posto alle Manhattan e alle Chicago dei lettori, giovani sì, ma non più in età da favolette.
Si traslava da un mondo ad un altro. Dalla famiglia all’indipendenza, dalla tranquillità alla rivolta, dall'obbedienza alla messa in discussione dei modelli genitoriali. Da topi e papere parlanti, tratti semplici, colori pastello e storie senza violenza a uomini catapultati dal caso nel pantheon dei semidei, mostri incattiviti, psicologie fragili, disegni evoluti e con prospettive fantastiche...
E' stata un epoca anche per me eroica, quella degli anni 70, e da buon Cancro non posso fare a meno di ricordare quel mitico passaggio e tutti gli eventi della mia vita collegati ad esso...
Ora con questa acquisizione si uniscono imperscrutabilmenti due mondi, emblema forse inquietante di come fanciullezza e adolescnza non siano più così nettamente separate come un tempo: bimbi mentalmente ipertrofici e adolescenti bambini per sempre.
Riflessioni su immagini e fatti tratti dall'esistenza quotidiana individuale e dalla società. Dice Lo Specchio: "Perché non speculare condividendo le mie riflessioni?"
IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO
Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.
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5 commenti:
Molto bello e originale! Grazie!
Figata.......non sapevo di questa unificazione...molto interessante..ciaoooooooooooooo
papa molto interessante,,,ho seguito la vicenda x radio,ma vuoi mettere con il fatto che io abbia letto più 2 righe senza mollare???!!!queste sono svolte epocali!!
Care figliole e cara Sara,
meno male che ci siete almeno voi a leggere quello scrivo... grazie 1000 dei vostri bei commenti!
Bell'articolo!
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