IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

mercoledì 9 settembre 2009

Un caso Boffo

L'azione pubblica dei nostri più influenti personaggi politici vicini alla chiesa (da Berlusconi a Casini, da Fini a Franceschini) è per la Chiesa molto più importante di quella privata: ovvero se non vi è coerenza tra moralità pubblica e privata poco importa.
Diverso invece che il direttore di un organo di stampa (Avvenire) appartenente alla CEI: per tutti gli incarichi di responsabilità nelle istituzioni ecclesiali, dai direttori di testate cattoliche ai rettori di seminari, dai parroci ai vescovi, la Chiesa pretende una rigorosa coerenza tra la vita pubblica e quella privata.
Le ragioni sono ovvie: "fai come dico io, ma non come faccio io" è una frase che può essere detta da un parroco in una predica (lo sentii io molti anni fa), ma non può essere il modus operandi di una istituzione che vuole porsi a guida ed esempio di vita proba, etica, in una parola ispirata ai valori evangelici.
Quanti sono però i "Boffo" che operano all'interno della chiesa?
Quanti sono i casi di parroci e monsignori che, invece di operare per il bene comune, fanno tutt'altro, fino a dare scandalo nei casi che vengono alla luce.
E per quelli che vengono alla luce quanti sono gli altri che vengono coperti o mai scoperti?
Lungi da me la parte di fustigatore di costumi o di giudice di comportamenti che non posso conoscere.
Dico però che la deriva morale che si evince da tanti casi e dalla crisi ormai infermabile delle vocazioni sono due aspetti del medesimo problema.
Non si può continuare a sostenere che esista una Chiesa sempre santa e immacolata, e uomini di Chiesa che sbagliano, deboli e fallibili uomini normali (quali sono), come qualcosa con cui non si ha a che fare.
La Chiesa è fatta di uomini, e questi uomini hanno bisogno di credere in ciò che fanno, di un Dio presente in loro e riconoscibile nelle opere loro e di tutta l'organizzazione ecclesiale.
Hanno bisogno di essere ispirati dall'alto, di essere sostenuti dallo Spirito Divino (o Spirito Santo) che, solo, può sostenerli nello strenuo impegno al bene quotidiano e nell'azione verso il prossimo.
Numerosi sono i missionari e tanti i preti che fanno del Servizio il loro motivo di vita: a mio avviso sono queste figure che salvano tutta l'organizzazione, soprattutto agli occhi dei giovani ancora e giustamente pregni di ideali ed entusiasmo.
Ma evidentemente non basta.
I due pesi e le due misure con cui si deroga tra interno ed esterno (come nel caso di Boffo e dei politici) sono l'emblema di una decadenza che tollera l'immoralità del potere solo perchè questo serve e fa gli interessi della chiesa.
Se masse e messe non sono più divise solo da una vocale, se le chiese sono sempre più deserte, se i monasteri vanno in rovina, il problema non è nelle persone che non capiscono e non ascoltano più il messaggio, ma nel tipo di messaggio che viene dato, nell'efficacia della comunicazione spirituale (non quella istituzionale, sociale o politica, che i media ecclesiali svolgono da veri maestri), e soprattutto nella "credibilità spirituale" dei componenti della chiesa e su quanto messaggi e proposte siano adeguate a questo mondo e a questa società.
Qui il discorso si farebbe lungo però...
In questa sede mi limito a dire che un di autocritica in più, meno dogmi e la ricerca di posizioni più coerenti al messaggio evangelico gioverebbero non poco.


1 commento:

sara ha detto...

pienamente d'accordo: bisogna guardare i fatti più che le parole: sono quelli ch testimoniano veramente ciò che sei e in cui credi