E' di ieri l'ormai famosa esternazione carpita (microfoni inavvertitamente accesi) dai media a Gianfranco Fini, Presidente della Camera e alleato (forse ora sarebbe meglio dire "ex") di Berlusconi nel PDL.
Ci sarebbero problemi ben più gravi di cui occuparsi (magari i 2 milioni di disoccupati) tuttavia anche questo evento ha una sua significatività e suggerisce considerazioni più serie attinenti al rischio populista e alla deriva democratica.
Non si possono avere dubbi sul livello di verità che traspare dalle frasi della terza carica dello Stato.
Tra le molte e significative una frase mi ha colpito particolarmente, sintetica quanto chiara: "l'uomo confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità".
L'articolo 3 della Costituzione Italiana ("Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali") non dà adito a deroghe di sorta.
Se l'essere votati a maggioranza in libere elezioni (che poi -per ora almeno- eleggono un Parlamento, non un Presidente del Consiglio) volesse dire impunità, allora chiunque volesse ergersi a dittatore (commettendo le più gravi nefandezze) potrebbe cavalcare l'assioma. In passato è accaduto e i padri della Costituzione hanno cercato in tutti i modi di evitare una tale deriva, sempre possibile quando viene cavalcato il populismo.
C'è però un altro aspetto da approfondire.
Questo ossessivo e reiterato "consenso" esiste veramente?
Questa tanto sbandierata "maggioranza degli italiani" in favore del Cavaliere che consistenza ha?
Tralasciando affermazioni generiche come quelle recenti di un 68% di consenso derivanti da sondaggi del tutto personali e destituiti di qualsiasi fondamento istituzionale, analizziamo l'unico elemento probante: le elezioni politiche 2008.
Nessuno può porre in dubbio che siano state vinte con ampio margine dalla Coalizione P.d.L., Lega e M.P.A. di Lombardo. Nulla di più legittimo. Infatti in parlamento (per altro sempre più snaturato dal ricorso ai Decreti Legge) la maggioranza è ampia e indiscussa.
Ma la "maggioranza degli italiani", perennemente invocata dal nostro capo del Governo, è cosa ben diversa!
Alle politiche 2008 gli aventi diritto al voto in Italia erano 47.126.326.
Hanno votato (recatisi alle urne) 37.954.253 italiani.
I voti validi sono stati 36.452.286 (circa 1.500.000 schede nulle e bianche).
Si noti -per inciso- che in 10.674.040 non hanno votato! Il 23%. Un partitone!
Tra coloro che hanno votato, si sono espressi a favore della coalizione del nostro Primo Ministro 17.080.705 elettori (contando anche la Val d'Aosta che invece normalmente viene scorporata per calcolare la percentuale), pari al 46,9% dei votanti. Trattasi di maggioranza relativa, non assoluta, che solo il premio di maggioranza porta alla maggioranza assoluta in Parlamento.
Tanto per cominciare quindi, la Coalizione, attenzione, la Coalizione di cui fa parte, non Silvio Berlusconi in persona, non ha dalla sua parte nemmeno la maggioranza (intesa come più del 50%) dei voti validi e tantomeno dei potenziali elettori italiani.
La Coalizione infatti ha ottenuto solo il 36,2 % dei voti degli aventi diritto.
Ma proseguiamo l'indagine: il PDL, il partito del Premier, scorporando Lega ed M.P.A. ha ottenuto 13.643.341 voti (ovvero il 37% dei voti validi e il 29% degli elettori tutti).
Ma il PDL -come tutti sanno- si è formato poco prima delle elezioni 2008 dall'unione di due grandi partiti, Forza Italia e Alleanza Nazionale. Berlusconi era il leader del primo e Fini del secondo. Possiamo ben affermare che (volendo seguire il Premier nei suoi ragionamenti di maggioranza a lui facente capo) non si può nemmeno ascrivere a Berlusconi la percentuale di tutto il PDL ma solo quella del suo partito. Nelle elezioni politiche 2001 (fatto 100 il totale FI + AN) AN valeva il 29% e nelle politiche 2006 il 34%.
Volendo essere generosi almeno il 30% dei voti ottenuti dal PDL deve essere scorporato dai voti pro-Berlusconi. Ciò significa che FI (ovvero Berlusconi) da sola avrebbe ottenuto nel 2008 il 26% dei voti validi e il solo 20% degli elettori.
E con il 20% dei voti degli italiani lui vuole pure l'immunità?!
Il grande Totò avrebbe risposto: "Ma mi faccia il piacere!...".
PS
Alle Europee di giugno 2009 Berlusconi ha raccolto, in tutte le circoscrizioni, un totale di 2.706.791 preferenze personali, il 25% dei voti totali del partito (con la sola Forza Italia aveva sempre raggiunto quote superiori). Si tratta dell'8,3% dei votanti (32.659.162) e del 5,5% degli elettori (49.135.080).
Riflessioni su immagini e fatti tratti dall'esistenza quotidiana individuale e dalla società. Dice Lo Specchio: "Perché non speculare condividendo le mie riflessioni?"
IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO
Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.
mercoledì 2 dicembre 2009
Il consenso non è immunità... Se poi ci fosse 'sto consenso!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Quant'è vero che a dare i numeri sei bravissimo! :OD Potrei dire: concetti scontati, osservazioni ovvie ma qui ben presentate e provate e poi mi chiedo... ma se il tutto è così "intuitivo" perché quello è ancora lì che blatera e la gente non se ne accorge???
Grazie... come dò i numerio io in effetti...;o)
E' una bella domanda! La verità è che lui sa che quasi nessuno degli italiani ha voglia, tempo, capacità di verificare le affermazioni, tantomeno il coraggio di "andare a vedere i bluff". In un mondo in cui ha ragione chi urla di più, chi parla sopra agli altri, chi gioca sporco, si possono raccontare tante balle nonchè interpretare qualsiasi evento a proprio vantaggio.
Posta un commento