IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

mercoledì 15 dicembre 2010

Il punto sulla situazione di governo

E' certo un momento di grande caos politico e di incertezza. Come stanno veramente le cose? Non è facile capirlo.
Ieri il premier ha incassato la fiducia per 3 voti alla Camera, grazie alle defezioni dell'ultimo momento di tre deputati di FLI (Polidori, SiliquiniMoffa assente), di due dell'IDV (Razzi e Scilipoti) e di tre del PD (Cesario, Calearo e Gaglione assente). Ora tutti ex, ovviamente.
Nessuno sa, però, che ieri hanno votato anche i membri -deputati- facenti parte del Governo, sottosegretari compresi, i quali insieme a coloro che, sempre della maggioranza, hanno altri incarichi politici (presso regioni, province e comuni, nonché enti vari tipo Consob), assommano almeno ad una quarantina di unità.  Per cui effettivamente l'attuale Governo, in questa situazione, non ha la possibilità di far passare nessuna legge alla Camera.

Come sempre, al di là delle parole (sempre troppe) che si sentono dire, per capire le cose occorre chiedersi chi ha vantaggio dalla situazione. Chi ha vinto? Chi ha perso?
Per il Cavaliere era importante la prova di forza con Fini. L'ha vinta e per lui questo vale sopra ogni cosa. Ma da oggi, l'opposizione conta un partito in più: comperandone qualche elemento Berlusconi si è di fatto tagliato qualsiasi possibile alleanza. L'unico modo per sopravvivere alla vittoria di ieri, è allargare la maggioranza all'Udc. Ma Casini non ha alcuna convenienza a cambiare una linea costruita negli anni e ribadita con forza gli scorsi giorni, e dirà di no.
Berlusconi quindi, non ha vinto la governabilità di sicuro, e lo sa molto bene, ma ha vinto ciò che gli interessava sopra ogni cosa. Arrivare come Presidente del Consiglio fino a gennaio, quando la Consulta si esprimerà sulla recente legge cosiddetta del "legittimo impedimento", unico ombrello che per ora lo separa dall'essere posto sotto giudizio nei processi Mills e Mondadori.
Se la Consulta approverà, continuerà a governare a tutti i costi, e a qualsiasi prezzo.
In caso contrario vorrà andare subito ad elezioni per cercare di strappare una nuova era di governo (con nuove leggi ad personam) ottenendo il premio di maggioranza pur avendo solo il 30% dei voti.
Fini ha perso, pur avendo messo il Governo all'angolo. Ha perso in credibilità avendo chiesto lui la sfiducia e dopo il grande strappo dal suo compagno co-fondatore del PDL. Ha perso pure qualche deputato, inizialmente aggregato al suo nuovo partito (una su tutti la Polidori che un mese fa apriva trionfante la kermesse di Perugia). Ha perso anche sul piano mediatico: non c'era un progetto politico, mancava un obbiettivo chiaro al dopo... al dopo aver fatto cadere il governo.
FLI ha addirittura parlato di un altro governo Berlusconi, un Berlusconi bis. Ma allora che senso c'era? Parlava anche di un Governo di garanzia per traghettare l'Italia fuori dalla crisi e rifare la legge elettorale... ma con chi? Con quali numeri?
E' proprio la mancanza di un progetto chiaro e comprensibile, di una logica strutturata, che  ha portato Fini a questo scarso risultato.
Il resto dell'opposizione? Ne esce ancora una volta diviso e senza idee chiare da trasmettere ai cittadini. Vale lo stesso discorso fatto per Fini, di mancanza di progetto a seguire la caduta del Governo. La proposta di non andare a elezioni, di rifare la legge elettorale, di un Governo di garanzia affidato a non si sa chi di tecnico e di alto profilo istituzionale, seppur ripetuta coerentemente, non si regge in piedi senza numeri, senza indicare con chi si potrebbe fare, senza voler vedere che non c'è nessuna coalizione possibile in grado di sostenerla.


Pare proprio di essere in balia di parvenu della politica, di persone incapaci di visione organizzativa strutturata, di capacità di previsione, non dico di lungo termine, ma nemmeno di medio-breve. Di persone capaci solo di vedere il proprio tornaconto di breve periodo fregandosene del bene del paese e dei suoi cittadini sempre più in difficoltà.
Ha perso la politica, dice qualcuno.
Ha perso la "partitica", dico io, perchè politica è un termine che si riferisce ad un arte il cui alto significato esula da chi la esercita, perchè se lo strumento è usato male non è colpa dello strumento ma di chi lo usa.
I nostri rappresentanti, semplicemente, non sono all'altezza del compito loro affidato.
L'unica alternativa è cambiarli appena possibile, sperando che i nuovi siano migliori dei precedenti, ma mai dimenticando che saranno sempre espressione del popolo, e che ogni popolo ha il governo che si merita.

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