IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

martedì 17 maggio 2016

C'è Francesco e Francesco

Il Papa continua a pontificare contro la povertà e contro chi non aiuta gli immigrati. Ma la mano destra non sa cosa fa la sinistra, ovvero si predica bene ma si razzola alquanto male. Il Santo a cui si è ispirato per il suo nome, se fosse qui, non credo sarebbe così contento di quanto realmente accade: come si può far finta di non vedere la ricchezza dei prelati, le ricchezze del Vaticano, la gestione dello IOR e la mole esagerata di immobili di proprietà della Chiesa? O l'enorme flusso di denaro che proviene dallo Stato italiano che non viene utilizzato per fare opere di bene? (VEDI POST SOTTO)
Ma quel che è più grave è che, come ha sempre fatto in passato, la Chiesa, attraverso il suo capo, continua ad esaltare lo spirito caritatevole, la fratellanza, il sostegno reciproco, senza mai però fare l’analisi del male, senza mai dire chiaramente che quelle situazioni non nascono dal nulla, non sono frutto di una catastrofe naturale ma di quella catastrofe umana che si chiama potere finanziario.

Salvo qualche raro e generico riferimento all’avidità eccessiva del potere economico, sembra che la Chiesa consideri la povertà come un fatto naturale, decretato da Dio al pari del potere o della ricchezza (da notare l'assioma significativo, così si giustifica così, oltre a chi subisce, anche chi sfrutta) e che non senta per nulla il bisogno di riflettere sulle sue cause. Infatti il Papa le evita, e parla solo degli effetti, chiede rimedio per il peccato, ma tace il peccatore che continua imperterrito nella sua opera e perpetua così il dramma. La Chiesa non rinuncia alla sua secolare ipocrisia: lo stesso atteggiamento moralmente contraddittorio di compassione e negazione delle cause che tiene campo nel dramma dei profughi il parlare di poveri, povertà e disuguaglianza rimane sospeso nel nulla, mancante della parte attiva, ossia la denuncia dei meccanismi, delle idee e dei sistemi che sono alla radice dei fenomeni.

Ciò che davvero sorprende è come a distanza di secoli si possa ancora affermare che il lavoro non deve essere una merce e tuttavia sostenere proprio quelle dottrine, quei potentati, quelle concezioni sociali, quegli stili di vita che ne fanno esplicitamente una merce. Forse perché sono proprio queste ideologie che hanno bisogno di una qualche religione per un miglior controllo sociale? O forse perché un organismo monolitico come la chiesa cattolica è così in pericolo di estinzione che qualunque cambiamento la indebolirebbe ulteriormente? O forse perchè da sempre c'è il potere economico che sostiene la Chiesa nel mondo, ed essa è un suo strumento? Magari di tutto un pò.
Purtroppo però le cose stanno cambiando rapidamente: il numero di persone in povertà sta raggiungendo in occidente, quello della pre rivoluzione industriale e il sistema stesso, teso nello sforzo di smantellare gli ultimi due secoli di conquiste, sta segando il ramo a cui è appeso. Una situazione che non potrà che prima o poi deflagrare.

Il tentativo della Chiesa di cambiare registro solo nell’immagine, con un Papa che fa marketing più che sostanza, senza mai andare a fondo ai problemi, può raccogliere un consenso momentaneo, ma alla lunga è destinato ad arenarsi.
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QUANTO COSTA LA CHIESA CATTOLICA AGLI ITALIANI



La Chiesa costa ogni anno ai contribuenti italiani circa 6 miliardi e mezzo di euro.
Voce
Costo
8 per mille
€ 1.054.000.000
Stipendi insegnanti dell'ora di religione
€ 1.000.000.000
Convenzioni scuola
€ 700.000.000
Convenzioni pubbliche con gli ospedali cattolici
€ 1.000.000.000
Convenzioni pubbliche con istituti di ricerca
€ 420.000.000
Convenzioni pubbliche con case di cura
€ 250.000.000
Media annuale regalie una tantum
€ 250.000.000
Mancato incasso ICI (stima)
€ 700.000.000
Sconto 50% su Ires, Irap e altre imposte
€ 500.000.000
L’elusione fiscale turismo cattolico (stima)
€ 600.000.000
Subappalto televisivo e finanziamenti stampa
€ 52.000.000
Totale
€ 6.526.000.000
L’otto per mille, grazie ad un meccanismo messo a punto a metà degli anni ‘80 assegna alla Chiesa Cattolica anche le quote di chi non ha espresso alcuna preferenza, sulla base della percentuale di chi l’ha espressa. Un metodo piuttosto arbitrario che porta nelle casse della Chiesa Cattolica circa un miliardo di euro ogni anno (1.054 mil. di euro nel 2014). Nel resto d’Europa  la contribuzione è non solo volontaria, ma le quote derivanti dalle preferenze non espresse restano allo Stato.
Non solo. L’Art.47 della legge 20 maggio 1985, n. 222 stabilisce che ogni anno, entro giugno, lo Stato corrisponda alla Conferenza Episcopale Italiana un anticipo valutato sulla base delle scelte relative a 3 anni prima. Nel 2013 abbiamo anticipato alla CEI 1.005 milioni di euro. Ben diverso da quando lo Stato saldi di norma i suoi crediti (dai 3 ai 5 anni dopo), come i poveri contribuenti ben sanno!
Un altro miliardo se ne va per gli stipendi ai circa 22 mila insegnanti di quella che impropriamente viene chiamata ora di religione.
Almeno 700 milioni vengono versati da tutti noi per le convenzioni sulla scuola.
Le convenzioni pubbliche con gli ospedali cattolici ammontano poi a un altro miliardo di euro.
Quelle con gli istituti di ricerca a circa 420 milioni mentre le case di cura raggranellano la bellezza di 250 milioni di euro.
Poi ci sono le regalie una tantum, per manifestazioni e raduni (il Giubileo fu finanziato con 3500 miliardi di lire; uno degli ultimi raduni di Loreto ci è costato 2,5 milioni e così via) per una media annua di circa 250 milioni di euro.
Il mancato incasso dell’Ici vale circa 700 milioni di euro all’anno.
Lo sconto del 50% su Ires, Irap e altre imposte ci costa più o meno 500 milioni.
L’elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, con i suoi 40 milioni di pellegrini che ogni anno vanno avanti e indietro dall’Italia, si stima in altri 600 milioni di euro.
A questi dati, aggiungo i 52 milioni di euro per il subappalto alla Chiesa Cattolica di oltre due terzi del palinsesto del servizio pubblico televisivo.
Non esiste un altro paese laico che spende altrettanto per il costo di una religione.
Pur essendo gli spot della CEI per incentivare la preferenza sull’otto per mille efficacemente usati per convincere ad apporre la famosa X, stupisce che gli interventi caritativi a favore dei paesi del terzo mondo, assommino a solo circa l’8% del totale ricevuto dallo Stato (85 milioni). C’è poi un 15% utilizzato per interventi di carità in Italia e il rimanente 77% serve all’autofinanziamentoil  36% va agli stipendi dei 33 mila sacerdoti (in continua diminuzione), mentre il 41% (433 milioni) viene speso per “esigenze di culto e pastorali”, attività edilizie, spese di catechesi, tribunali ecclesiastici, ecc. (dati ufficiali CEI 2014:http://www.8xmille.it/rendiconti/ripartizione2014.pdf).
“La Chiesa sta diventando per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo.” Non l’ha detto un ateo ma, già trent’anni fa, un teologo insospettabile: Joseph Ratzinger.

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