IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

martedì 28 maggio 2019

L'ABBRACCIO MORTALE

Un analisi del voto europeo in chiave italiana: il perchè della sconfitta del M5S
Sì sono elezioni europee, lo sappiamo. Quindi non hanno a che vedere con il Governo nazionale. Tuttavia sono la cartina al tornasole di come si muove il consenso nel nostro italico paese. Parleremo degli impatti europei in un altro post ad hoc. Ora concentriamoci per un momento sull'impatto elettorale italiano.
Il dato principale da commentare è l'inversione dei pesi dei due partiti di Governo. I 5 Stelle subiscono una debacle che nemmeno i più accaniti detrattori osavano immaginare.
Chi studia i cosiddetti "flussi" di voto (istituto Cattaneo ecc.) ci dice che fatto 100 il risultato 5 Stelle delle politiche di un anno fa solo il 38 per cento ha riconfermato il proprio voto, un altro 38 per cento non è andato alle urne, il 14% è passato alla Lega, il 4% al Pd e il 6 per cento si è ripartito fra le altre proposte politiche in campo.
Com'è potuto accadere?
E’ questa la domanda che molti sostenitori 5 Stelle – increduli – si sono posti di fronte ai risultati elettorali. Come è potuto accadere, che uno dei maggiori fenomeni politici degli ultimi anni – un movimento onesto, capace (sì, lo affermo anche solo per confronto con i "capaci" che ci hanno condotto in precedenza), venuto dal basso – abbia perso tutti questi voti a distanza di un anno appena?
I problemi sono essenzialmente di due tipi, uno di comunicazione e un'altro di strategia, ovviamente strettamente connaturati tra loro. Iniziamo dal secondo, la strategia.
Un anno fa i 5 stelle per fare l'interesse della Nazione (credo sia loro da riconoscere, non erano in cerca di poltrone come accusano i partiti come il PD e FI che sì, hanno in testa solo quello) hanno coinvolto la Lega in un progetto di Governo, con un Contratto, unico modo per dare un esecutivo al paese e non andare a rivotare subito. Per fare questo hanno dovuto inevitabilmente rinunciare a parte della loro natura stessa, perchè in democrazia per governare occorre anche sapere essere costruttivi al di là del proprio interesse elettorale.
Inevitabilmente poi chi va al Governo paga pegno... E' comprovato. Peccato che l'azione di Governo (a mio avviso notevole rispetto ai governi passati e in sintonia col Contratto) sia stata attribuita (e criticata in ogni modo malgrado la sua coerenza col programma) del tutto ai 5 stelle, mentre Salvini è riuscito a risultare agli elettori come se fosse all'opposizione invece che al Governo. Con una capacita di comunicazione efficace e innata, con argomenti spesso validi e pragmatici, molto meno razzista di quanto è dipinto, parlando alla pancia della gente, e grazie alla costante assenza dal ministero per presenziare a comizi in ogni dove, il leghista è riuscito a servire due padroni (elettorato e Governo) in antitesi tra loro, in modo mediaticamente efficacissimo.
Inoltre, il M5s, offrendogli di governare, ha contribuito a far diventare la Lega un partito con un respiro nazionale, in grado di superare le barriere localistiche da cui Salvini lo aveva tratto dalle paludi del 6% a livello nazionale!
L'abbraccio è stato mortale per il Movimento, da un lato demotivando chi vi vedeva soprattutto l'aspetto sinistrorso e alternativo, dall'altro spostando il suo elettorato di destra verso una forza veramente tale, ora in grado pure di governare.
Il secondo problema è sicuramente la differenza tra quello che si è fatto e quello che si è comunicato. Puoi essere il miglior politico del mondo, ma se nessuno lo può riconoscere, non lo sei. Un’affermazione solo apparentemente banale.
Il grande problema della comunicazione 5 Stelle è stata avere tutti i media o quasi contro. Il sistema mainstream, con tutti gli attori che lo compongono, dai protagonisti fino alle figure minori, dai quotidiani e organi di stampa ai personaggi televisivi, dai notiziari radio-tv ai conduttori, dai giornalisti fino ad alcune particolari fiction o addirittura i programmi di intrattenimento, hanno fatto a gare per criticare qualsiasi aspetto del Movimento e dei suoi provvedimenti. Forse possiamo escludere solo le previsioni del meteo.
Ma, si dirà, i 5 Stelle hanno sempre avuto i media contro, qual è la novità? La novità è che una cosa è avere i media contro quando si è all’opposizione, una cosa quando si è al governo. L’ostilità del sistema conta di più perché quando stai governando hai in mano la sorte di tanti milioni di cittadini.
Di Maio & C. hanno passato mesi a farsi definire ingenui, incapaci, sprovveduti, impreparati, ecc senza riuscire ad opporre un efficace contraltare… Una narrazione così massiccia che come una goccia persistente ha scavato nella roccia giorno dopo giorno riuscendo a penetrare nell’opinione pubblica. Una narrazione menzognera ma a cui tanti hanno creduto! La reazione è che molti non sono andati a votare perché hanno perso l’entusiasmo, altri hanno dato il voto a Salvini (troppo furbo e scaltro) e altri sono tornati a votare Pd.
Per contrastare questa narrazione i 5 Stelle avrebbero dovuto snaturarsi, occupare la RAI "manu militar"i e diffondere a raffica i loro mantra! Altro che concedere a Salvini il doppio dello spazio concesso loro (come è avvenuto)! Non è nel loro DNA di democratici e leali - apprezzabili per questo - ma il risultato -di fatto- è che tutto ciò che ha fatto di buono il Movimento non ha saputo/voluto raccontarlo nessuno e l’allegra compagnia web da sola non è stata sufficiente: per veicolare una storia credibile, c’è bisogno di un coro, non basta un solo cantante.
La domanda che ora tutti si fanno è: Di Maio dovrebbe dimettersi? Credo che non dovrebbe farlo come politico ma come stratega di certo. La comunicazione 5 Stelle con Di Maio (pur bravo dialetticamente) è troppo moderata, troppo in giacca e cravatta, e non può andare bene per chi si definisce forza anti-sistema.
Un Movimento che non è un partito deve essere alternativa permanente. L'alternativa deve far sognare, come era successo alle Politiche, dove non c’era stato solo il canto di Di Maio ma un concerto a più voci: con Di Battista, Fico e le altre facce ‘oneste’ che gli italiani avevano imparato a conoscere nel primo mandato dai banchi dell’opposizione.
I 5 stelle dovranno scongelare quell’entusiasmo se vorranno ritrovare i voti perduti. C'è questa falla da riparare prima che si allarghi ancora e faccia tramontare per sempre tutte le velleità di cambiamento.
Il movimento dovrà tornare più vicino a Di Battista se vuole ricuperare la sua vocazione primigenia.
Non si può piacere a tutti. E non si può partire da una base e da punti programmatici con tematiche poste in modo forte su questione ecologica, moneta ed euro, messa in discussione vincoli europei, vaccini, ecc. e poi annacquare troppo il tutto. Giusto fare compromessi pur di ottenere qualcosa, ma senza abiurare.
Inoltre trascurare il web per inseguire la televisione (pur riconoscendo come sia importante presenziarvi) non è stato premiante.
Una forza che ha successo essendo alternativa, se non rimane tale, se si trasforma troppo in senso opposto una volta al Governo, perde inevitabilmente il suo successo. Di Maio ci ha provato a marcare la differenza ma troppo tardi e troppo fiocamente.
L'errore è stato pensare che bastasse realizzare le pur notevoli leggi a cuore dei 5 stelle come il Reddito di Cittadinanza, quota 100, lo spazza corrotti, l'eliminazione dei vitalizi, il decreto dignità, il salario minimo, tagliarsi i propri stipendi ecc. per mantenere il consenso, ma le critiche roboanti e l'ancora troppo embrionale applicazione hanno annullato tale pur encomiabile realizzazione. Cioè, in un paese normale tutte queste leggi avrebbero garantito un consenso incredibile. Ma siamo in Italia, e qui la gente ragiona in modo strano. Cioè, ragiona? Verrebbe da chiederselo. Tuttavia questo è l'elettorato, la cui maturità media culturale è pari a quella di un bimbo di 13 anni (come diceva Berlusconi un po' di anni fa). E con questa occorre relazionarsi.
Si aggiunga infine che, per non diventare definitivamente "stelle cadenti", è anche completamente da ripensare la strategia a livello locale, oltre al limite enorme dei due mandati: la maggioranza della gente non si informa che superficialmente e vota solo per chi riconosce. E' triste ma è la realtà, e con questa realtà nella Storia anche i più intellettuali e rivoluzionari hanno dovuto sempre fare i conti.

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