IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

venerdì 7 giugno 2019

Come passare da una situazione di "sana e robusta Costituzione" ad essere "mal-Trattati"

Se confrontate la Costituzione italiana, entrata in vigore il primo gennaio 1948, e i trattati fondativi dell’Unione europea, noti come TUE (Maastricht) entrato in vigore il primo novembre del 1993, e TFUE (Lisbona) entrato in vigore il primo dicembre 2009, potreste accorgervi di un'impressionante asimmetria. È come se i tre documenti fossero separati, non solo da una voragine cronologica di personaggi, di eventi, di epoche, ma da una voragine etica, civica, politica nel senso più alto e nobile del termine (per quanto riguarda la nostra Carta fondamentale) e nel senso più deteriore e vilipeso (per quanto riguarda i trattati). 
Ne volete una riprova tangibile? Allora fissatevi questa triade di concetti: lavoro, solidarietà, uguaglianza.
E poi quest’altra: rendita, egoismo, disparità. Notate la differenza?
Sono categorie reciprocamente speculari.
Al lavoro fa da contraltare la rendita; alla solidarietà si contrappone l’egoismo; all'uguaglianza risponde la disparità.
Ebbene, il trittico positivo è addirittura scolpito nei primi quattro articoli della Costituzione italiana. L’articolo 1 dichiara che la Repubblica è fondata sul lavoro, il che significa assegnare la supremazia all'uomo rispetto al capitale, a chi, col sudore della fronte, crea valore nel mondo “estraendo” la ricchezza dalle cose con la propria energia. L’articolo 2 esige dai cittadini l’adempimento degli inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale e, addirittura, l’articolo 4 impone ai cittadini lo svolgimento di un’attività o funzione che contribuisca al benessere materiale o spirituale della società. Un’enunciazione quasi metafisica che costituzionalizza non il pareggio di bilancio tra debiti e crediti, ma tra ciò che tu ricevi dalla tua comunità e ciò che sei tenuto a dare, in cambio, in ossequio alla solidarietà interclassista e intergenerazionale. L’articolo 3, infine, evoca il sacro principio dell’uguaglianza che non tollera distinzioni non solo di razza o di sesso o di religione, ma soprattutto di ceto.
Guardiamo adesso i Trattati. All’articolo 3, comma 3 del TUE troviamo esaltata la “stabilità dei prezzi” che, a mente dell’articolo 127 del Trattato di Lisbona (da leggersi in combinato disposto con l’altra norma dianzi citata) viene addirittura prima del progresso sociale, della piena occupazione, della crescita sostenibile. È la codificazione degli impulsi ossessivo-compulsivi contro il rischio di una pur moderata inflazione. Insomma, è la cristallizzazione delle esigenze dei "prenditori" di denaro e dei prestatori di capitali, dei rentier, di chi – anziché lavorare – vive di rendita. Prendete ora gli articoli 123, 124 e 125 dei Trattato di Lisbona. Vi troverete sancito, in modo inequivocabile, il divieto assoluto per i detentori di ogni ricchezza (allocati in quel di Francoforte in una sorta di Olimpo a nome Eurotower) di finanziare gli Stati, cioè i cittadini europei e la proibizione tassativa per l’Unione di aiutare gli Stati e per gli Stati di aiutarsi tra loro. Mai nella storia fu legalizzata una forma di egoismo politico così “pura” e impeccabile. Infine, l’articolo 3 di Maastricht esalta un’economia sociale “fortemente competitiva” dove il forte vince e i deboli perdono. Con tanti saluti alla presa della Bastiglia e agli ideali conseguenti. Quando avete terminato la lettura, chiedetevi in che mondo vi piacerebbe vivere e, soprattutto, perché siete finiti in quello sbagliato, di Maastricht e di Lisbona.
By Francesco Carraro
www.francescocarraro.com

2 commenti:

simona sanmartino ha detto...

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