IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

giovedì 11 marzo 2010

"Gli abusi dei preti: colpa del celibato"

L'arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, un cardinale giovane, ma -dicono- autorevole e aperto, messo a capo della Chiesa viennese dopo gli scandali degli abusi per cui fu cacciato il suo predecessore Hans Hermann Groer, ritiene che il celibato ecclesiastico spieghi in parte i reati commessi da religiosi cattolici, emersi ultimamente a cascata anche in Germania e in Austria.
La notizia appare oggi sui giornali insieme alle affermazioni di Georg Ratzingher, fratello del Papa, che ammette di essere stato a conoscenza di certi inspiegabili comportamenti che erano d'uso presso il coro di Ratisbona (da lui diretto per 20 anni) ma di non avere mai preso provvedimenti (ammette anche l'errore). Anche in questo caso stanno emergendo ulteriori denunce da parte di cantori sottoposti ad abusi.
Mano a mano che le notizie degli abusi si diffondono sempre più persone prendono coraggio per venire allo scoperto nel tentativo - finalmente - di ottenere una giustizia per anni repressa.
Il fenomeno è talmente vasto e diffuso che fa accapponare la pelle.
Dopo i casi di Stati Uniti, Irlanda, Brasile, Australia, ora è la volta di Germania e Austria.
Si parla, come da affermazioni di importanti prelati, di un 4% circa del totale dei sacerdoti.
Teniamo presente che, per quanto riguarda le vittime, quella emersa fin ora può essere solo la punta dell'iceberg. Per uno che trova coraggio almeno altri 10 decidono di non farlo per non pregiudicare la propria vita e l'opinione della società verso di essi. C'è poi il tema, niente affatto trascurabile, che la chiesa agisce nel mondo da 2000 anni, e sicuramente gli abusi e le violenze non nascono oggi.
Affermare però che la motivazione, in parte o meno, di tutto questo sia imputabile al celibato, mi pare veramente paradossale.
Innanzi tutto, se fosse vero anche minimamente, non bisognerebbe titubare ancora nemmeno un secondo ad eliminarlo permettendo ai prelati di essere sposati.
La chiesa dei primi cristiani non prevedeva il celibato. Con il Concilio romano del 386 venne per la prima volta indicato che vescovi e sacerdoti sposati non dovessero convivere con le proprie mogli. Tale indicazione rimase per lo più disattesa fino al Concilio di Trento terminato nel 1563. La norma venne emanata anche per porre fine agli scandali concernenti soprattutto gli alti prelati dell'epoca, pure invischiati pesantamente con il potere temporale.
Non parrebbe dunque un grave problema ritornare su decisioni che non sono certo ispirate dal Vangelo (si pensi che le Chiese cattoliche orientali, che hanno una disciplina simile alle Chiese ortodosse, non richiedono il celibato per tutti i presbiteri, ma solo per i vescovi.). Ma tant'è. La chiesa cattolica continua a pensare che un celibe possa meglio perseguire i suoi compiti al di là di tutte le evidenze contrarie. Strano che non si faccia mai menzione di quante grandi anime e santi del passato siano stati regolarmente sposati e con prole, da Pietro in avanti per la chiesa, da Maometto per l'Islam, a Guru Nanak e altri successivi maestri del sikhismo.
La via del celibato è contemplata dalla Via dello Spirito, ma è sempre stata indicata come una scelta dell'individuo, e mai come repressione venendo meno in questo caso i dettami stessi di ciò che connota una scelta spirituale. Ovviamente se tale scelta viene imposta a priori, come nel caso della chiesa cattolica, che risultato se ne può avere? Per 100 casi di preti che abbandonano il sacerdozio per questo motivo ce ne potranno essere 1000 che vivono reprimendo i loro impulsi, in tal modo rimanendo inevitabilmente ben lontani dal potere occuparsi con serenità dei propri compiti. Questo è un fatto inevitabile.
Se poi aggiungiamo a questi aspetti anche i fattori di difficoltà legati alla fatica di vivere una spiritualità molto dogmatica, contraddittoria, non al passo coi tempi, avulsa ai grandi insegnamenti della spiritualità mondiale venuti di tempo in tempo, nonchè imposta dall'alto delle gerarchie, il quadro che se ne ricava non può che vedere i sacerdoti in grande difficoltà. Quadro testimoniato dal crollo delle vocazioni e dal sempre maggiore ricorso a preti provenienti dai paesi emergenti dove la via del sacerdozio è anche una scelta di vita sicura e/o agiata come un tempo fu anche da noi.

Ma il celibato -ancorchè, come abbiamo detto, erroneamente imposto- non può nemmeno essere indicato come la causa o la concausa degli scandali.
Così si genera ancora più confusione nella già perplessa mente di tante persone che credono ancora nell'equivalenza religione=spiritualità, equivalenza purtroppo lontana dalla realtà.
Sarebbe come a significare che la castità, lungi dall'essere la virtù perseguita da tanti santi, sia la causa di azioni ignobili, di sopraffazione e di violenza. E' evidente che non quadra. Anzi l'assioma è pericoloso e fuorviante per una scelta che può -se consapevole e libera- essere d'aiuto a grandi evoluzioni spirituali.
Molto più semplicemente, ma la cosa è dura da ammettere, la verità è che spesso, ben sapendo in quali favorevoli posizioni possono essere situate delle figure che fanno del rapporto con i bambini e i giovani la loro missione, certe menti deviate hanno scelto scientemente di potervisi ritrovare.
Quale miglior modo, pure protetto (da secoli e dalla tradizione comune), per poter stare a contatto con l'oggetto del proprio interesse?
Io stesso potrei portare testimonianza di uno zio che, mandato in seminario in giovane età, dovette fuggirne per i pesanti abusi subiti (appena arrivato): per tutta la vita portò i segni di questa esperienza non volendo più avere a che fare con istituzioni religiose di nessun tipo.
Purtroppo fino a poco tempo fa queste situazioni venivano coperte. I preti scoperti solo spostati senza garanzie che non facessero altri danni.
Con questo non voglio assolutamente generalizzare: la maggioranza dei sacerdoti è animata dalle migliori intenzioni e con abnegazione si spende in favore delle comunità.
Ciò non significa che però non si verifichino le situazioni di cui sopra.
Ed il celibato c'entra ben poco.
Occorrebbero -in ambito clericale, ma anche in modo generalizzato- preventivi e profondi esami psicologici di ammissione per chiunque debba aver a che fare con minori, soprattutto se in situazioni non pubbliche e non sotto il controllo assiduo dei genitori.
In fondo però, quello che veramente sarebbe necessario, è che le motivazioni che animano chiunque voglia occuparsi di Spirito e non di materia, siano veramente ispirate dall'Alto, da un desiderio profondo di ricerca interiore e di Servizio verso l'uomo, verso Dio e la Sua creazione.
La garanzia di questo, purtroppo, può essere demandata solo a chi sia esclusivamente interessato al benessere dello spirito, e non abbia alcun interesse nella materia; situazione che -è sotto gli occhi di tutti, malgrado gli sforzi- non è quella delle gerarchie ecclesiastiche.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il celibato deve essere una scelta individuale. Non deve essere neanche inposto di sposarsi, perchè lo dice la scocietà.

mausab ha detto...

Come dico appunto nel mio post: libera scelta. Mica parlo di obbligo di sposarsi... ci mancherebbe. La VIA del celibato è assolutamente contemplata da tutti i grandi mistici venuti di tempo in tempo