
Manifesti rarefatti: tabelloni semivuoti, spazi liberi, e fuori dal centro delle città ancora di meno. Sarà per i pochi soldi, per risparmiare o per carenza di idee?
Tanta posta nelle buche delle lettere: la maggior parte finisce direttamente al riciclo senza essere letta.
Sui pochi manifesti e sui volantini colpisce la presenza delle persone e l’assenza della sostanza.
Nessuna frase programmatica seria, nessun impegno dettagliato.
Soltanto il nome del candidato e qualche frase di circostanza, frasi generiche che tentano di essere incisive:
«Un uomo serio» (come sentir dire dall'oste che il vino è buono),
«Io credo» (in cosa?),
«Per vincere» (tu... e io?),
«Mi fido» (io no...),
«Io voto » e il nome del candidato (perchè? e soprattutto perchè dovrei imitarti?),
«La forza di cambiare» (come e in che che modo?).
Poi tutti questi nomi nuovi... li conosciamo? Perchè entrano in politica, che competenze hanno, che mestiere fanno, cosa hanno fatto fin'ora?
E poi il volto. Facce sconosciute. Spesso grottesche nel tentativo di essere simpatiche.
Nessuna promessa, nessun programma, nulla di concreto, nessun problema reale.
Sono elezioni regionali e nessuno parla di programmi regionali.
Solo qualcuno, durante i suoi eccitati comizi fa promesse ma su temi del tutto personali che possono interessare i suoi avvocati, non certo la gente comune.
Tanto meno hanno a che fare con i temi regionali.
Leggi ad personam, impunità, presidenzialismo, leggi contro la magistratura e contro l'uguaglianza di fronte alla legge, leggi per ostacolare le intercettazioni ecc.
Ho ricevuto personalmente (Caro Maurizio...) per posta la lettera e la brochure del Presidente del Consiglio.
Nella lettera solo un accenno a chi si dovrà votare in regione e nulla su quale sarebbe il programma regionale. La brochure totalmente dedicata al Governo e ai suoi risultati. Titolo: "Il governo del fare".
Ma perchè fare di ogni votazione una prova, di ogni voto l'ennesimo sondaggio nazionale?
Paura? Insicurezza? O sete di potere e desiderio di procedere indisturbati nell'operato sempre meno sottoposto a vincoli e regole?
In ogni caso ancora qualche ora e poi vedremo.
Si può fin d'ora essere certi che se lo schieramento PdL non vincerà si ricomincerà subito a parlare di brogli, pur sapendo bene che in Italia brogli non se ne fanno e non se ne sono mai fatti (mafia a parte, anche se agisce al di fuori dei seggi), e se si perderà nel Lazio ancor peggio (la crociata contro i giudici riprenderà, invece della severa autocritica che servirebbe, autocritica che era stata pure intrapresa subito dopo l'esclusione, ma che è stata prontamente abbandonata perchè non premiante; tanto la verità è di chi ripete di più lo stesso messaggio).
Ora attendiamo l'esito delle elezioni, e speriamo che finisca alla meno peggio per l'interesse di tutti.
Nessun commento:
Posta un commento