
SPENDING OVATION !
Tagliano i dipendenti pubblici del 10% e abbassano gli stipendi, ma per la riduzione dei parlamentari e delle loro indennità (per altro stra-promesse) nulla! Inoltre tagliano tutto ma danno 200 milioni in più alla scuola privata.
Tagliare le spese inutili pensavamo fosse il modo per eliminare la corruzione, tagliare i costi della politica, tagliare i doppi e tripli compensi agli amministratori, razionalizzare e standardizzare i costi della P.A., tagliare gli acquisti di aerei militari, utilizzare le 400.000 mail ricevute dai cittadini per colpire i soldi sperperati inutilmente, eliminare i costi degli appalti che lievitano eccetera. Scopriamo invece che si vogliono tagliare ulteriori servizi, posti di lavoro, che si diminuiscono i fondi per le università (aumentandoli per le scuole private), persino quelli per curare i militari colpiti dalle radiazioni dell'uranio impoverito.
La spending review prevede anche l'amputazione di alcuni dei nostri istituti scientifici di eccellenza . Abbiamo già parlato dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, e dell'Istituto per la Nutrizione, ora il taglio pare toccare sul serio enti come l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi. E poi dicono che dobbiamo mandare i figli allo scientifico perché "servono scienziati". A chiservono? Forse alle prestigiose università straniere, a cui sembra piacere molto il livello della nostra formazione superiore che noi paghiamo e che loro si godono.
Lo smantellamento dei pochi prestigiosi istituti di ricerca forse non è un caso. Si sta vendendo l'Italia , la prima cosa per rendere schiavo un Paese è distruggere la ricerca.Tutto ciò è un'ingiustizia di enormi proporzioni. Ma, cosa ancor più grave, NON SERVE.
La spending review prevede anche l'amputazione di alcuni dei nostri istituti scientifici di eccellenza . Abbiamo già parlato dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, e dell'Istituto per la Nutrizione, ora il taglio pare toccare sul serio enti come l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi. E poi dicono che dobbiamo mandare i figli allo scientifico perché "servono scienziati". A chiservono? Forse alle prestigiose università straniere, a cui sembra piacere molto il livello della nostra formazione superiore che noi paghiamo e che loro si godono.
Lo smantellamento dei pochi prestigiosi istituti di ricerca forse non è un caso. Si sta vendendo l'Italia , la prima cosa per rendere schiavo un Paese è distruggere la ricerca.Tutto ciò è un'ingiustizia di enormi proporzioni. Ma, cosa ancor più grave, NON SERVE.
Perchè deprime i consumi, depaupera la capacità dello stato di produrre futura ricchezza, riduce il PIL, e dunque abbassa le tasse che si incasseranno. E lo SPREAD continua ad essere altissimo, e gli interessi a erodere tutti i risparmi fatti con le sole sofferenze delle classi meno abbienti.... Certo! Credete forse interessi, a chi si serve di servizi privati, che taglino quelli pubblici?
A ciò si aggiunga che se passasse l'idea dell'ultimo vertice, useremo il MES (Fondo Salva Stati) per comprare i titoli dei governi in difficoltà... vediamo un pò: l'Italia deve contribuire al MES (da luglio) con 125 miliardi di euro, che ovviamente dovrà reperire sui mercati al 5-6% di tasso. Per coprire il suo debito poi, potrà ricorrere al MES stesso, che glieli presterà a sua volta, con ulteriori tassi di interesse... NON VI SEMBRA CHE NON TORNI QUALCOSA? Gli interessi si sommano, ovvero le banche guadagnano e i cittadini pagano. E' semplicemente una TRUFFA.
A ciò si aggiunga che se passasse l'idea dell'ultimo vertice, useremo il MES (Fondo Salva Stati) per comprare i titoli dei governi in difficoltà... vediamo un pò: l'Italia deve contribuire al MES (da luglio) con 125 miliardi di euro, che ovviamente dovrà reperire sui mercati al 5-6% di tasso. Per coprire il suo debito poi, potrà ricorrere al MES stesso, che glieli presterà a sua volta, con ulteriori tassi di interesse... NON VI SEMBRA CHE NON TORNI QUALCOSA? Gli interessi si sommano, ovvero le banche guadagnano e i cittadini pagano. E' semplicemente una TRUFFA.
Come sarebbe semplice che fosse la BCE a comprare il debito stampando moneta come fanno tutti gli stati (o le federazioni di stati) sovrani. Senza interessi e senza vessazioni. Ma che gioco ci fanno giocare senza averci interpellati?
Se proprio i sacrifici vanno fatti dovrebbero almeno servire a costruire un nuovo modello di vita, con fondamenta nuove, non tendente al consumo infinito e all'avidità speculativa, un mondo dove il profitto buono (quello prodotto dalla fatica umana) non viene fagocitato da una piovra speculativa cento volte più grande che lo soffoca e lo sfrutta, generando guadagli basti sul nulla e sul massacro della gente comune.
Non che tutto questo sia fattibile nell’immediato, certo. Ma forse converrebbe farsi domande del genere, ogni volta che qualcuno si prende un’altra libbra dalla nostra carne, anziché starnazzare impanicati come un branco di anatre che si fingono minacciose, per poi tornare all’ordinario indulgere al nostro confortevole nulla quotidiano.
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OLTRE I TAGLI DELLA SPESA PUBBLICA05.07.12 Marco Della Luna
Alle volte dimentico che ho anche lettori privi di senso del ridicolo. qualcuno di loro non ha colto l’ironia provocatoria e paradossale del mio articolo di ieri (Vertice di Bruxelles: esito perverso e prevedibile), laddove dicevo che per esser seri bisogna tagliare la spesa pubblica di 175 miliardi, perché l’importo degli sprechi è quello, e che se il parlamento di oppone, bisogna sbarazzarsene. Ho anche precisato che un simile taglio lascerebbe milioni di cittadini senza reddito. Quindi farlo è impossibile, anche se quei soldi sono veramente sprecati o, peggio, dati al crimine che prospera sugli appalti pubblici.
E questo è il primo punto: la spesa pubblica inutile, che quindi si dovrebbe tagliare, in realtà si può tagliare solo in piccola parte e gradualmente, a misura che la si ricanalizza in impieghi utili e leciti; però da subito si pouò iniziare a individuare, a inventariare, a denunciare le voci di spreco, spiegando che le si deve continuare a pagare, in attesa di una loro conversione, perché altrimenti il sistema collasserebbe. (L’alternativa, per accelerare il processo, è dare la piena indipendenza, anche monetaria, alle regioni con la spesa pubblica più pletorica e inefficiente – Meridione, Lazio, Sardegna – in modo che facciano le loro scelte liberamente).
Il secondo punto segue strattamente: in parallelo alla graduale razionalizzazione e sfrondatura della spesa pubblica, bisognerebbe procedere alla graduale sostituzione degli amministratori, dei dirigenti, dei funzionari, degli impiegati tecnici privi delle necessarie capacità professionali e implicati in traffici scorretti con altre persone, che abbiano quelle capacità e siano estranee a quei traffici. E questa è la cosa più difficile, ma anche quella più utile.
Infatti il male non è la quantità in sè della spesa pubblica, ma la sua scarsa efficienza. Se le risoerse pubbliche fossero usate competentemente, razionalmente, correttamente, esse propdurrebbero efficienza del sistema-paese, supporti infrastrutturali, acquisizioni innovative e competitive, quindi un pil molto maggiore. Ma, essendo esse, anche oggi, perlopiù spese scriteriatamente e in modo mirato al profitto illecito, mancano questi obiettivi, e diventano zavorra.
Un esempio. Mi ricordo che, molti anni fa, fu stanziata una grossa somma – forse 1.000 miliardi di Lire - per la navigazione interna, cioè fluviale e lacuale. Le idrovie interne, in Italia, sono il Po fino a Piacenza, un breve tratto di Adige, brevi tratti di canali artificiali, qualche chilometro di Arno e di Tevere. Sarebbe stato logico che quella somma andasse a rendere naviagabile il Po tutto l’anno fino a Cremona, e a completare il canale navigabile Cremona-Milano. Allora l’investimento avrebbe reso, sia in termini di risparmio sui costi di trasporto, che di riduzione del traffico stradale, dei consumi di carburante e dell’inquinamento (il trasporto su acqua costa 1/50 di quello su strada). Ma non si potè fare, perché la logica della spartizione partitica esigeva che ogni regione avesse una sua quota, persino l’Umbria. Quindi l’ingente importo fu frazionato in molti piccoli investimenti, tutti improduttivi, se non per chi li gestiva, e per la Fiat, che aveva sempre osteggiato i trasporti su acqua, per ovvie ragioni. La politica ha sempre sprecato, in questo e in altri modi, il grosso del denaro pubblico che ha gestito. Ha sempre mangiato sugli appalti pubbblici, ordinariamente gonfiati di molte volte. Ha sempre collocato in ruoli anche altamente tecnici suoi fiduciari con compiti facilmente immaginabili. Il risultato è un sistama-paese estremamente inefficiente e sempre più arretrato rispetto ai paesi guida dell’Occidente, e che perde il contatto con questi.
05.07.12 Marco Della Luna
Oggi ci tolgono i diritti sindacali, domani ci abbassano gli stipendi, dopodomani aumentano le accise sulla benzina. I media ci vogliono convincere che fare questi sacrifici, in fondo, ci convenga. E invece no! Ci fanno versare il sangue in un colabrodo, senza chiederci quand’è che basta. Quando decideremo che avremo rinunciato ad un pezzo abbastanza grande della nostra felicità e della nostra libertà da non volerne cedere oltre?
Qualcuno ci ha spiegato le regole del gioco? Continueremo ad accettare questa austerità a tempo indeterminato, senza comprendere né domandarci qual è l’obiettivo che intendono perseguire coi nostri sacrifici?
Se proprio i sacrifici vanno fatti dovrebbero almeno servire a costruire un nuovo modello di vita, con fondamenta nuove, non tendente al consumo infinito e all'avidità speculativa, un mondo dove il profitto buono (quello prodotto dalla fatica umana) non viene fagocitato da una piovra speculativa cento volte più grande che lo soffoca e lo sfrutta, generando guadagli basti sul nulla e sul massacro della gente comune.
Soluzioni facili non ce ne sono, ma sarebbe arrivato il momento di vagliare delle soluzioni alternative a questo sistema indecente fatto per alienare l'uomo.
Si può costruire un’economia più sana pensando a decrescita e potenziamento delle attività alternative (risorse, energia, terra, acqua ecc)?
Si può riscrivere la politica attraverso la partecipazione?
Si può evitare di affidare la gestione dei nostri diritti a istituzioni asservite al potere economico nelle mani di pochi elementi della classe neoliberista dominante?
C'è un grande paradosso in atto, che consiste nel fatto che la finanza, responsabile della pauperizzazione dei ceti medi occidentali, sia stata chiamata essa stessa a risolvere il problema.
C'è un grande paradosso in atto, che consiste nel fatto che la finanza, responsabile della pauperizzazione dei ceti medi occidentali, sia stata chiamata essa stessa a risolvere il problema.
Sarebbe come affidare la presidenza della commissione parlamentare antimafia a Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Ecco perchè ci ritroviamo ad avere a che fare con provvedimenti apparentemente insensati.
La reazione della massa, di fronte a eventi privi di senso, è quello di incorporare il concetto subliminare che la “vita non ha senso”, che “è tutto uguale” che “la politica è davvero sporca” che “sono tutti uguali” e così via dicendo.
Questa incorporazione, conscia o inconscia che sia, apre la strada al cinismo, alla depressione sociale, all’annullamento della collettività che non ha più un terreno sul quale muoversi su basi ideali e spirituali. Nei soggetti più deboli e fragili si traduce in un “atto puro”, cioè si uccidono fisicamente, oppure diventano “socialmente catatonici” a seconda del gusto e del carattere, c’è da scegliere: siti porno, casinò on line, chat bulimici, gruppi artistici su facebook, ecc. L’importante è garantire a tutti la massima libertà (nel mondo virtuale) facendo credere loro che quella libertà viaggia in parallelo con la libertà nel mondo reale, anzi ne è addirittura un rispecchiamento.
Non è così. La realtà virtuale non è parallela, non è un rispecchiamento.
E’ una “realtà altra”: la loro.
La nostra realtà, invece, (cioè la gente diciamo così “comune” o “normale”: chi produce, lavora, è dinamico, paga le tasse, rispetta le leggi) non può essere più presa in considerazione dal potere perché è diventata “una non-realtà”. Per chi gestisce il potere, oggi, è irrilevante se gli esodati sono 65.000 o 342.000. E’ irrilevante se la disoccupazione è al 10,2% o all’11,8%, ed è irrilevante se il pil scende a -3% oppure sale a +2%. Perché tutto ciò non ha alcun Valore, per loro (cioè per coloro che danno loro ordini).
La reazione della massa, di fronte a eventi privi di senso, è quello di incorporare il concetto subliminare che la “vita non ha senso”, che “è tutto uguale” che “la politica è davvero sporca” che “sono tutti uguali” e così via dicendo.
Questa incorporazione, conscia o inconscia che sia, apre la strada al cinismo, alla depressione sociale, all’annullamento della collettività che non ha più un terreno sul quale muoversi su basi ideali e spirituali. Nei soggetti più deboli e fragili si traduce in un “atto puro”, cioè si uccidono fisicamente, oppure diventano “socialmente catatonici” a seconda del gusto e del carattere, c’è da scegliere: siti porno, casinò on line, chat bulimici, gruppi artistici su facebook, ecc. L’importante è garantire a tutti la massima libertà (nel mondo virtuale) facendo credere loro che quella libertà viaggia in parallelo con la libertà nel mondo reale, anzi ne è addirittura un rispecchiamento.
Non è così. La realtà virtuale non è parallela, non è un rispecchiamento.
E’ una “realtà altra”: la loro.
La nostra realtà, invece, (cioè la gente diciamo così “comune” o “normale”: chi produce, lavora, è dinamico, paga le tasse, rispetta le leggi) non può essere più presa in considerazione dal potere perché è diventata “una non-realtà”. Per chi gestisce il potere, oggi, è irrilevante se gli esodati sono 65.000 o 342.000. E’ irrilevante se la disoccupazione è al 10,2% o all’11,8%, ed è irrilevante se il pil scende a -3% oppure sale a +2%. Perché tutto ciò non ha alcun Valore, per loro (cioè per coloro che danno loro ordini).
Non che tutto questo sia fattibile nell’immediato, certo. Ma forse converrebbe farsi domande del genere, ogni volta che qualcuno si prende un’altra libbra dalla nostra carne, anziché starnazzare impanicati come un branco di anatre che si fingono minacciose, per poi tornare all’ordinario indulgere al nostro confortevole nulla quotidiano.
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OLTRE I TAGLI DELLA SPESA PUBBLICA05.07.12 Marco Della Luna
Alle volte dimentico che ho anche lettori privi di senso del ridicolo. qualcuno di loro non ha colto l’ironia provocatoria e paradossale del mio articolo di ieri (Vertice di Bruxelles: esito perverso e prevedibile), laddove dicevo che per esser seri bisogna tagliare la spesa pubblica di 175 miliardi, perché l’importo degli sprechi è quello, e che se il parlamento di oppone, bisogna sbarazzarsene. Ho anche precisato che un simile taglio lascerebbe milioni di cittadini senza reddito. Quindi farlo è impossibile, anche se quei soldi sono veramente sprecati o, peggio, dati al crimine che prospera sugli appalti pubblici.
E questo è il primo punto: la spesa pubblica inutile, che quindi si dovrebbe tagliare, in realtà si può tagliare solo in piccola parte e gradualmente, a misura che la si ricanalizza in impieghi utili e leciti; però da subito si pouò iniziare a individuare, a inventariare, a denunciare le voci di spreco, spiegando che le si deve continuare a pagare, in attesa di una loro conversione, perché altrimenti il sistema collasserebbe. (L’alternativa, per accelerare il processo, è dare la piena indipendenza, anche monetaria, alle regioni con la spesa pubblica più pletorica e inefficiente – Meridione, Lazio, Sardegna – in modo che facciano le loro scelte liberamente).
Il secondo punto segue strattamente: in parallelo alla graduale razionalizzazione e sfrondatura della spesa pubblica, bisognerebbe procedere alla graduale sostituzione degli amministratori, dei dirigenti, dei funzionari, degli impiegati tecnici privi delle necessarie capacità professionali e implicati in traffici scorretti con altre persone, che abbiano quelle capacità e siano estranee a quei traffici. E questa è la cosa più difficile, ma anche quella più utile.
Infatti il male non è la quantità in sè della spesa pubblica, ma la sua scarsa efficienza. Se le risoerse pubbliche fossero usate competentemente, razionalmente, correttamente, esse propdurrebbero efficienza del sistema-paese, supporti infrastrutturali, acquisizioni innovative e competitive, quindi un pil molto maggiore. Ma, essendo esse, anche oggi, perlopiù spese scriteriatamente e in modo mirato al profitto illecito, mancano questi obiettivi, e diventano zavorra.
Un esempio. Mi ricordo che, molti anni fa, fu stanziata una grossa somma – forse 1.000 miliardi di Lire - per la navigazione interna, cioè fluviale e lacuale. Le idrovie interne, in Italia, sono il Po fino a Piacenza, un breve tratto di Adige, brevi tratti di canali artificiali, qualche chilometro di Arno e di Tevere. Sarebbe stato logico che quella somma andasse a rendere naviagabile il Po tutto l’anno fino a Cremona, e a completare il canale navigabile Cremona-Milano. Allora l’investimento avrebbe reso, sia in termini di risparmio sui costi di trasporto, che di riduzione del traffico stradale, dei consumi di carburante e dell’inquinamento (il trasporto su acqua costa 1/50 di quello su strada). Ma non si potè fare, perché la logica della spartizione partitica esigeva che ogni regione avesse una sua quota, persino l’Umbria. Quindi l’ingente importo fu frazionato in molti piccoli investimenti, tutti improduttivi, se non per chi li gestiva, e per la Fiat, che aveva sempre osteggiato i trasporti su acqua, per ovvie ragioni. La politica ha sempre sprecato, in questo e in altri modi, il grosso del denaro pubblico che ha gestito. Ha sempre mangiato sugli appalti pubbblici, ordinariamente gonfiati di molte volte. Ha sempre collocato in ruoli anche altamente tecnici suoi fiduciari con compiti facilmente immaginabili. Il risultato è un sistama-paese estremamente inefficiente e sempre più arretrato rispetto ai paesi guida dell’Occidente, e che perde il contatto con questi.
05.07.12 Marco Della Luna
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Se non fosse per il fatto che siamo tutti parte in causa, e ne siamo una delle tanti componenti (la parte più sofferente e dolorosa) la fase attuale che stiamo vivendo dovrebbe essere, dal punto di vista intellettuale, la più affascinante e divertente in assoluto mai vissuta nella Storia dalla nostra specie.
Vista dall’esterno, infatti, sembra davvero un gioco da bambini.
La situazione è complessa e ruota intorno a un principio base che finisce sempre, inevitabilmente, per annullare e smascherare le banalità offerte dalla truppa mediatica asservita. Viviamo, infatti, dentro un Grande Paradosso, che è il totem –vera spina dorsale- della Guerra Invisibile in atto. E quando si vive dentro un Paradosso, il principio della Realtà perde Valore perché non è funzionale.
Viene sostituito dalla Surrealtà.
Il “Grande Paradosso” non è una novità. E’ noto, ormai, a tutti; lo conoscono anche i poppanti. Eppure (qui sta il fascino dell’attuale situazione) seguita a essere la colonna portante del Potere. Il Grande Paradosso consiste nel fatto che la finanza, responsabile della proletarizzazione dei ceti medi occidentali, è stata chiamata a risolvere il problema. E’ un po’ come affidare la presidenza della commissione parlamentare antimafia a Totò Riina e Bernardo Provenzano. E’ probabile che i due criminali, assumendo quell’impegno, sarebbero addirittura in grado di migliorare la situazione del paese (da cui l’attuale paradosso) perché razionalizzerebbero gli affari secondo un’ottica di efficienza marketing, suddividendo la presenza all’interno dei partiti in maniera razionale, quindi evitando scontri e fratture (chi protesta viene strangolato in diretta televisiva alla camera) consentendo a chi governa una continua maggioranza solida, necessaria per fare ogni riforma. E così in tutti gli altri campi.
L’irruzione della Surrealtà nella Realtà ha alterato i codici base.
Ha modificato il Senso perché ha sottratto Valore.
E di conseguenza produce, insistentemente, significati insensati.
La reazione della massa, di fronte a eventi privi di senso, è quello di incorporare il concetto subliminare che la “vita non ha senso”, che “è tutto uguale” che “la politica è davvero sporca” che “sono tutti uguali” e così via dicendo.
Questa incorporazione, conscia o inconscia che sia, apre la strada al cinismo, alla depressione sociale, all’annullamento della collettività che non ha più un terreno sul quale muoversi su basi ideali e spirituali. Nei soggetti più deboli e fragili si traduce in un “atto puro”, cioè si uccidono fisicamente, oppure diventano “socialmente catatonici” a seconda del gusto e del carattere, c’è da scegliere: siti porno, casinò on line, chat bulimici, gruppi artistici su facebook, ecc. L’importante è garantire a tutti la massima libertà (nel mondo virtuale) facendo credere loro che quella libertà viaggia in parallelo con la libertà nel mondo reale, anzi ne è addirittura un rispecchiamento.
Non è così.
La realtà virtuale non è parallela, non è un rispecchiamento.
E’ una “realtà altra”: la loro.
La nostra realtà, invece, (cioè la gente diciamo così “comune” o “normale”: chi produce, lavora, è dinamico, paga le tasse, rispetta le leggi) non può essere più presa in considerazione dal potere perché è diventata “una non-realtà”. Per chi gestisce il potere, oggi, è irrilevante se gli esodati sono 65.000 o 342.000. E’ irrilevante se la disoccupazione è al 10,2% o all’11,8%, ed è irrilevante se il pil scende a -3% oppure sale a +2%. Perché tutto ciò non ha alcun Valore, per loro (cioè per coloro che danno loro ordini).
Questo per spiegare il motivo per cui, molto spesso, si è portati a credere e pensare “ma questi qui sono dei veri imbecilli”. Non lo sono affatto. Immaginatevi, nel febbraio del 1939, a Roma, un uomo qualunque, diciamo una brava persona, buon marito e buon padre, grande lavoratore. Fa il dirigente nell’amministrazione pubblica. E’ responsabile dell’ufficio archivio dell’apposito “Ufficio della Razza”. Ha il suo stipendio, la sua ambizione è pensare che forse un giorno suo figlio prenderà la laurea, è sempre affettuoso con tutti, ecc. Lui lavora, mette i bolli, sbriga le pratiche, firma un documento spiegando al Dr. Amedeo Limentani che dal giorno 1 marzo non è più primario dell’ospedale S.Giovanni ed è stato espulso dall’ordine dei medici perché di razza inferiore; la documentazione, infatti, parla chiaro: i due nonni materni sono ungheresi, di etnìa tzigana, quindi inferiore, mentre suo padre era figlio di due ebrei (morti da tempo) e lui magari neppure lo sapeva, perché erano tutti laici e orgogliosi fascisti. Il funzionario che faceva quel lavoro, non aveva la minima idea di ciò che stava facendo, perché viveva dentro una Surrealtà che veniva presentata come una Realtà. I Valori erano stati capovolti. Era stato sottratto il Senso all’Esistenzialità, per cui dei criminali venivano assunti in pianta stabile come “tecnici” e si dovevano occupare di decidere del presente, del futuro, delle carriere e dei destini di persone per bene a loro sconosciute, applicando dei codici, parametri, dispositivi, che si trovavano in un libretto di istruzioni.
Era stata abolita la “narrazione esistenziale”, le vite umane degli individui non contavano più. Il nazifascismo, come ci ha argutamente raccontato Hanna Arendt nel 1956, era stato il trionfo dei ragionieri, dei contabili, degli impiegati, “il Male era molto banale, si trattava semplicemente di piccolo-borghesi semi analfabeti che non avevano le minima idea di ciò che stavano facendo, perché tutto era ridotto a numeri, cifre, calcoli, percentuali. La Vita era stata abolita”.
Come ci ha raccontato Italo Calvino nel 1952 parlando della vita degli italiani sotto il fascismo “la vita stessa si era capovolta, per capirla e comprenderla bisognava camminare con i piedi per aria e la testa appoggiata per terra, non facile; presupponeva studio, applicazione, tanto esercizio. Ma soprattutto la voglia di farlo”.
Non c’è quindi da stupirsi se -in questo laboratorio sociale sperimentale che i nostri attuali ragionieri stanno portando avanti- la produzione di Falso Autentico sia un elemento fondamentale, consapevole e determinante. Tanto più si spinge avanti la capacità di poter convincere le masse a credere l’incredibile, ad accettare l’inaccettabile, ad accogliere come sensate leggi e manovre insensate, tanto più si accelera il piano politico di organizzazione razionale della soluzione finale dell’uomo post-moderno: l’abbattimento della narrativa esistenziale individuale, e la classificazione degli Esseri Umani in numeri, esattamente come accadeva agli ebrei ad Auschwitz, che non appena arrivati venivano subito marchiati con un numero sul braccio. Tutto ciò per riconfermare che a Bruxelles, il 28 giugno 2012 non è avvenuto nulla. Non è accaduto nulla. Non c’è stato nessun accordo tra nessuno su niente. Tant’è vero che non esiste nulla di scritto. Esiste soltanto una conferenza stampa pubblica. Sufficiente per far guadagnare in borsa su titoli pre-selezionati i funzionari di partito, i quali –già allertati- hanno acquistato titoli spazzatura che da oggi a mezzogiorno cominceranno a vendere, lucrando la cifra sufficiente che va a coprire il 50% del finanziamento pubblico decurtato. In cambio, i partiti avevano garantito un appoggio incondizionato al governo.
Questa premessa era necessaria per introdurre una notizia che va letta “pensando alla realtà” e quindi cercando prima di sottrarsi alla “surrealtà del paradosso” che è la vita italiana. In altre nazioni, esiste ancora la Realtà.
Viene dagli Usa. Viene da “occupy wall street”, di cui non avevo più dato notizia, non avevo più relazionato nei post, non avevo più raccontato nulla, consapevole che fosse inutile. Non è un caso che l’Italia è l’unico paese occidentale nel quale non accade nulla a livello di organizzazione sociale dei movimenti di opposizione, quindi è incomprensibile ciò che accade nei posti dove si combatte nella “Realtà”. Basterebbe accorgersi che in Italia la guida dell’opposizione parlamentare alla casta dei privilegiati della razza superiore, è guidata da un partito (l’IDV) in realtà un’associazione culturale, che è una srl come ragione sociale, composta da Di Pietro, sua moglie, il figlio e il cognato, i quali gestiscono il loro partito come se fosse una pizzeria. Attaccare la Merkel è come metterci le alici con i capperi; se non funziona più, a un certo punto si cambia e si passerà a Cameron, cioè mozzarella e pachino. (e questi sono i meno peggio).E via dicendo.
“Occupy wall street” gode di strabordante salute, in Usa.
Questa è la notizia.
Sta cambiando e ha già cambiato la coscienza collettiva della nazione, grazie anche al fatto che sono un’etnia molto pragmatica e poco incline al surrealismo. Tant’è vero che non esiste una stagione culturale del “surrealismo americano”, unica eccezione in occidente
Hanno “creato mercato”, si sono sottratti alla manipolazione della politica partitica ponendosi in posizione trasversale; stanno ritirando a un vertiginoso ritmo in espansione soldi dalle grosse banche e li depositano nelle “union banks”, banche che –per statuto ferreo- possono investire danaro soltanto nel fare credito a imprese; del tutto indifferenti ai media (di ciò che si scrive sudi loro, ciò che si dice, o meglio, ciò che non si dice su di loro) hanno cominciato a organizzarsi in comunità basiche di raccordo (loro le chiamano “spin cells”) che stanno modificando anche le modalità di scambio sociale e la prima rivoluzione che sono riusciti a operare consiste nel fatto di aver offerto una “proposta sociale nella realtà” sostitutiva a quella della “proposta sociale nella virtualità”. In Usa, gli ultimi indici rivelano come, tanto per fare un esempio, facebook sia un social network dove in stragrande maggioranza è frequentato da persone al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 55 (sono ormai il 75%). In Usa, ciò che conta è l’intervento nella realtà, ma soprattutto “modificazioni comportamentali individuali” che consentano l’allargamento di una sfera di condivisione di un concetto di socialità più avanzata ed evoluta. Un interessante studio dell’istituto di sociologia di Ginevra rivela come tra i frequentatori italiani di facebook nella fascia tra i 35 e i 65 anni, il 79% è convinto di “star partecipando socialmente a un cambiamento” perché hanno pigiato mipiace in un gruppo o sono iscritti alla pagina di non so chi, a seconda dei gusti. “Occupywallstreet” sta organizzando diversi festival di musica, cinema, teatro; nel solo mese di maggio 2012 hanno finanziato la nascita di circa 250.000 neo-imprese artigianali grazie all’uso creativo dell’alta tecnologia. Ma il dato più consolante, e segno e segnale di un cambiamento radicale autentico, consiste nel fatto che negli ultimi sei mesi, in Usa, per la prima volta negli ultimi 15 anni, l’industria editoriale cartacea è in netto aumento e negli ultimi tre mesi la diffusione di librerie indipendenti è aumentata del 43%. Aprire una libreria a Dallas, oggi, comincia a essere interessante dal punto di vista economico. E in un paese di businessmen, vuol dire aver trovato anche i soldi. A differenza dell’Italia dove si vive di sussidi garantiti dai partiti, in Usa, quando scatta quello che loro chiamano “a market trend”, i soldi arrivano da investitori privati desiderosi di cavalcare la moda. Arrivano a valanga, perché il mercato tira.
In Usa si aprono librerie.
In Italia invece si danno nuove licenze (26.500 nel solo primo trimestre del 2012) per aprire sale giochi, casinò, club del poker.
In piccoli centri popolati per lo più da gente totalmente priva di cultura, cominciano a diffondersi abitudini sociali dickensiane: ci si trova il venerdì sera in un vecchio cinema, in uno stadio di basketball, in una piazza, e si leggono collettivamente e si commentano le teorie economiche di Keynes e dei liberisti per capirne la differenza e rendersi conto di ciò che accade. Hanno costituito le ”working field banks” dei curiosi aggregati che mettono insieme disoccupati intellettuali con un buon curriculum vitae che mettono al servizio della comunità il proprio sapere, in cambio di contributo volontario, e stanno diffondendo una nuova moda del tipo “week end con i filosofi” dove la banca chiama, ad esempio, un filosofo o un esperto di comunicazione, o un analista finanziario, o un sociologo, o un economista, che va in una certa casa dove ci sono 30 persone ad ascoltarlo, e alla fine daranno magari 10 dollari a testa, di cui la banca se ne prende 2 per le spese di organizzazione, ma che per quel laureato disoccupato vuol dire 240 dollari che equivale ad aver trovato i soldi per pagare il mutuo, allo stesso tempo compiendo un lavoro sociale di uso collettivo.
Stanno nascendo gruppi di controllo di medici specializzati, bio-chimici e ricercatori in neuro-fisiologia (molti dei quali sono anonimi) che organizzano gratis mini convegni e pubblicano pamphlets gratuiti nei quali spiegano che cosa sta combinando nelle loro teste e nei loro stomaci l’industria multi-nazionale bio-chimico-farmaceutica e come il potere mediatico usa la struttura teorica dei mass media e la teoria della programmazione neuro-linguistica per assoggettare le coscienze.
La nuova generazione statunitense sta scoprendo la più importante ricetta vincente che garantisce l’humus necessario per far crescere qualsivoglia pianta di consapevolezza: il miscuglio tra socialità, condivisione, solidarietà e voglia di sapere.
Da noi, si preannuncia la consueta estate di feste de l’unità, convegni di partito, riunioni in diretta televisiva da Cortina, Capalbio, Taormina, Costa Smeralda, Rapallo e Capri, dove un’idea vetusta, stantia e obsoleta della Cultura viene presentata come novità, gestita e organizzata dai consueti consoli vassalli aderenti alla truppa mediatica che ha visibilità.
In Usa, invece, si diffonde il “clan degli invisibili”.
E in una Guerra Invisibile, costoro, diventano i guerriglieri della cultura che possono far inceppare l’attuale meccanismo infernale, voluto dalla Razza Superiore dei Tecnici Eletti che seguiteranno a bombardare la popolazione di numeri, cifre, aliquote, percentuali, facendo credere loro ciò che vogliono e come vogliono.
Né più né meno di quanto non facesse quel signore anonimo nel febbraio del 1939, a Roma, il quale nel suo ufficio romano firmava documenti e metteva bolli convinto di essere un impiegato di concetto che stava facendo il suo dovere. Non sapeva che stava uccidendo delle vite. Che stava eliminando dei propri connazionali. Che stava affondando la nazione accelerando il declino di una civiltà.
Se non si comincia ad organizzarsi “nel reale” in maniera altra, non accadrà nulla.
Non cambierà nulla.
Dipende da tutti noi, insieme. Per uscire fuori da questa sonnolenta solitudine suicida.
Altrimenti, finirà che non sapremo neppure che cosa il Potere fa o non fa.
Tant’è vero che nessuno, in parlamento, ha “osato” pretendere, esigere,immediatamente dall’attuale governo che spiegasse perché ha spostato 400 milioni di euro dall’istruzione pubblica e dall’investimento nella ricerca scientifica a istituti privati. Un comma della cosiddetta spending review, passato in cavalleria, nell’indifferenza generale.
La notizia più cliccata sul google news statunitense, ieri, era “è sufficiente e possibile e praticabile oggi un new deal rooseveltiano oppure no?”.
Da noi è se Raffaella Fico è davvero portatrice di un bambino di Mario Balotelli oppure no.
Per gli investitori stranieri questo è un inequivocabile segnale economico e politico: vuol dire che da noi il berlusconismo è più vivo che mai. E Berlusconi fa molto bene a organizzare la sua nuova discesa in campo. Al posto suo, io farei la stessa cosa. Sa che anche questa volta avrà gioco facile. Chi (teoricamente) fa opposizione è arroccato dentro a un fortino e vive dentro la Surrealtà senza nessun contatto con la Realtà Autentica della nazione, delle persone, della gente.
Non è certo un caso che l’Italia non sia più in grado di produrre narratori, né in letteratura né al cinema. Non hanno accesso al mercato.
Il mercato, in Italia, non vuole individui in carne e ossa. Quindi, non vuole storie vere.
Si ciba soltanto di numeri, dati, cifre, aliquote, percentuali.
La cosiddetta crisi la si supera contrapponendo ai tecnici e all’attuale classe politica la realtà delle esistenze, per ciò che esse sono, nella verità del quotidiano, nel confronto sui valori che danno un Senso alla vita. Quelli che ci fanno sentire Umani, non soltanto dei numeri, pronti ad essere allineati come pecore spaventate davanti a una immaginaria macchina gasificatrice della coscienza collettiva.
Magari sperando che arrivi, all’ultimo momento, il Salvatore della Patria.
Non arriverà. Mai.
Se non vi salvate evolvendovi, non vi salverà nessuno.
E’ necessaria una mutazione metafisica.
Tutto qui.
Charles Darwin aveva le sue ragioni.
Ogni tanto penso al "dopo". Penso a quando questo Paese sarà stato raso al suolo nelle sue capacità produttive, e dovrà riprendersi.
Qualcuno, via email, mi fa notare l'amputazione di alcuni dei nostri istituti scientifici di eccellenza nella spending review. Abbiamo già parlato dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, e dell'Istituto per la Nutrizione, ora il taglio pare toccare sul serio enti come l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi. E poi dicono che dobbiamo mandare i figli allo scientifico perché "servono scienziati". A chiservono? Forse alle prestigiose università straniere, a cui sembra piacere molto il livello della nostra formazione superiore che noi paghiamo e che loro si godono.
Infatti mi si fa osservare che lo smantellamento dei pochi prestigiosi istituti di ricerca forse non è un caso. Si sta vendendo l'Italia e, prosegue il mio interlocutore, "La prima cosa per rendere schiavo un Paese è distruggere la ricerca".
Si stanno "condannando milioni dei nostri figli ad un'esistenza kossovara", chiude poi Paolo Barnard nel suo ultimo articolo contro la Fornero, e contro la menzogna secondo cui noi saremmo un Paese che perde competitività a causa della rigidità del mercato del lavoro.
E' una menzogna che mira a deflazionare l'economia italiana devastando i salari, quindi i consumi, quindi le aziende (imprenditori sveglia!), per regalare agli investitori internazionali, i tedeschi prima di tutto, migliaia di nostre aziende di prestigio con cui far shopping a due lire. Nel frattempo devastando il miracolo dell'economia produttiva italiana.
Quindi si devastano la ricerca, la formazione superiore, e poi salari e consumi. Il tutto a beneficio di chi fa shopping di cervelli prima, di aziende poi.
Non temo di passare da complottista se dico che qui si sta smantellando l'Italia seguendo un disegno ben preciso, che non viene per nulla seguito in Paesi di "serie A" quali la Francia o la Germania dove certi sacri dogmi, a noi venduti come imprescindibili, non sono applicati.
Ogni tanto penso al "dopo". Penso a quando questo Paese sarà stato raso al suolo nelle sue capacità produttive, e dovrà riprendersi. Penso alle persone a cui toccherà il duro lavoro, dopo che coloro che ci hanno deliberatamente rovinato se ne saranno andati armi e bagagli lasciando solo macerie. Provo perfino un po' di invidia per gli argentini, che hanno il peggio alle spalle e stanno faticosamente riprendendosi. Per noi quel momento è ancora così lontano, da sembrare solo un miraggio al di là dell'abisso.
(Nella foto: Enrico Fermi e i ragazzi di via Panisperna. Nel solco dell'italica tradizione, Mussolini li cacciò. E finirono, sempre nel solco ecc ecc, a lavorare per gli americani)
Conti pubblici in miglioramento Il fabbisogno cala di 15 miliardi
Siamo greci e non ce lo dicono
di Valerio Valentini 4 luglio 2012 - 18.50
C’è una legge molto elementare che vige in medicina: accertato l’avvenuto decesso, è inutile somministrare al paziente altre cure.
Parto dalla medicina perché quella del malato e della cura è una metafora fin troppo abusata dai tecnici del governo: loro i curatori (fallimentari) e l’Italia il malato terminale. Però provo a proporne una lettura diversa: il malato in questione, quello che loro pretendono di rianimare, non è affatto lo Stato Italiano, quanto piuttosto il modello di sviluppo fondato sul capitalismo bancario. È quello il paziente che hanno intenzione di far resuscitare. Resuscitare, non "guarire", perché trattandosi di cadavere non è possibile usare altro termine.
Le bozze della famigerata “spending-review”, ideata da super-tecnici nominati da normo-tecnici, prevedono il blocco degli stipendi fino al 2014 sulla base di quelli ricevuti nel 2011; la riduzione delle assunzioni del 20% tra il 2012 e il 2014, che salirà al 50% nel 2015 e al 100% dal 2016 (tanto per favorire l’auspicato ricambio generazionale, vero ministro Fornero?); il taglio del 10% dei dipendenti e del 20% dei dirigenti; le ferie obbligate nelle settimane stabilite dal governo (senza tra l’altro la possibilità di vedersi pagati i giorni di ferie non goduti); e, tra le tante genialate, il taglio dei fondi per sanità e università. Senza contare le altre misure già prese dal governo nei mesi precedenti, tipo l'abbattimento dei diritti dei lavoratori o lo scherzetto agli esodati (a proposito, caro ministro Fornero, aspettiamo tutti, con viva e vibrante curiosità, i dati non “parziali” e non “fuorvianti”). La "spending review" doveva insomma tagliare le spese inutili, invece taglierà posti di lavoro, ferie, scuole e ospedali. Siamo come la Grecia, ma non lo sappiamo neppure.
In Usa "occupywallstreet" prosegue l'inarrestabile marcia.
di Valerio Valentini 4 luglio 2012 - 18.50
C’è una legge molto elementare che vige in medicina: accertato l’avvenuto decesso, è inutile somministrare al paziente altre cure.
Parto dalla medicina perché quella del malato e della cura è una metafora fin troppo abusata dai tecnici del governo: loro i curatori (fallimentari) e l’Italia il malato terminale. Però provo a proporne una lettura diversa: il malato in questione, quello che loro pretendono di rianimare, non è affatto lo Stato Italiano, quanto piuttosto il modello di sviluppo fondato sul capitalismo bancario. È quello il paziente che hanno intenzione di far resuscitare. Resuscitare, non "guarire", perché trattandosi di cadavere non è possibile usare altro termine.
Le bozze della famigerata “spending-review”, ideata da super-tecnici nominati da normo-tecnici, prevedono il blocco degli stipendi fino al 2014 sulla base di quelli ricevuti nel 2011; la riduzione delle assunzioni del 20% tra il 2012 e il 2014, che salirà al 50% nel 2015 e al 100% dal 2016 (tanto per favorire l’auspicato ricambio generazionale, vero ministro Fornero?); il taglio del 10% dei dipendenti e del 20% dei dirigenti; le ferie obbligate nelle settimane stabilite dal governo (senza tra l’altro la possibilità di vedersi pagati i giorni di ferie non goduti); e, tra le tante genialate, il taglio dei fondi per sanità e università. Senza contare le altre misure già prese dal governo nei mesi precedenti, tipo l'abbattimento dei diritti dei lavoratori o lo scherzetto agli esodati (a proposito, caro ministro Fornero, aspettiamo tutti, con viva e vibrante curiosità, i dati non “parziali” e non “fuorvianti”). La "spending review" doveva insomma tagliare le spese inutili, invece taglierà posti di lavoro, ferie, scuole e ospedali. Siamo come la Grecia, ma non lo sappiamo neppure.
Si dice: questo è un governo tecnico, che deve realizzare delle riforme impopolari che nessun governo politico avrebbe né il coraggio né l’interesse di fare. Ma la questione non va posta in questi termini. I procedimenti del governo Monti non sono sbagliati perché impopolari, sono sbagliati perché inutili. Anzi peggio: sono proprio dannosi. Perché rispondono ad una logica suicida, che permette a questo sistema di continuare ad operare anche da morto. Ed è un sistema che “produce deficit”: cioè ha bisogno che gli vengano fornite più energie di quelle che poi riesce a restituire. Un esempio? I governi europei si indebitano con la BCE per convincerla ad emettere nuovo denaro e a concedere prestiti agevolati all’1% alle banche dei vari Paesi. Poi chiedono a quelle stesse banche di comprare i propri titoli di Stato per non essere sommersi dal debito. E se le banche non li comprano? La soluzione è presto trovata: costituire una sorta di cassa comune europea – il tanto famigerato Scudo Anti-Spread – affinché la BCE compri i buoni del tesoro di quegli Stati che sono sotto il mirino della speculazione finanziaria. Solo che, per costituire quella cassa comune, gli Stati sono costretti a versare altri soldi: dunque, ancora una volta, ci indebitiamo per tenere sotto controllo il nostro debito. Roba da esaurimento nervoso.
Nel frattempo, oggi ci tolgono i diritti sindacali, domani ci abbassano gli stipendi, dopodomani aumentano le accise sulla benzina. E noi accettiamo tutto con l’illusione che fare questi sacrifici, in fondo, ci convenga. E invece ci sveniamo per versare il nostro sangue in un colabrodo, senza chiederci quand’è che basta: quando decideremo che avremo rinunciato ad un pezzo abbastanza grande della nostra felicità e della nostra libertà da non volerne cedere oltre? Qualcuno ci ha spiegato le regole del gioco? Continuiamo ad accettare questa austerità a tempo indeterminato, senza tuttavia comprendere né domandare circa l’obiettivo che intendiamo perseguire coi nostri sacrifici.
Se proprio i sacrifici vanno fatti, che almeno servano a costruire un nuovo modello di vita, radicalmente diverso, con fondamenta nuova e una grammatica completamente modificata. Soluzioni facili non ce ne sono, né bacchette magiche. Ma, Perdio!, è arrivato il momento di discutere delle soluzioni che vogliamo adottare. Si può costruire un’economia più sana, su scala più ridotta? Si può ridurre lo sfruttamento delle risorse, evitando di smangiucchiarsi la Terra un morso dopo l'altro? Si può riscrivere una carta costituzionale attraverso la partecipazione di milioni di persone? Si può evitare di affidare la gestione dei nostri diritti a istituzioni assenti e lontane migliaia di chilometri, misurate in anni-luce e in anni-welfare?
Non che tutto questo sia fattibile nell’immediato, certo. Ma forse converrebbe farsi domande del genere, ogni volta che qualcuno si prende un’altra libbra dalla nostra carne, anziché starnazzare impanicati come un branco di anatre che si fingono minacciose, per poi tornare all’ordinario indulgere al nostro confortevole nulla quotidiano.
Nel frattempo, oggi ci tolgono i diritti sindacali, domani ci abbassano gli stipendi, dopodomani aumentano le accise sulla benzina. E noi accettiamo tutto con l’illusione che fare questi sacrifici, in fondo, ci convenga. E invece ci sveniamo per versare il nostro sangue in un colabrodo, senza chiederci quand’è che basta: quando decideremo che avremo rinunciato ad un pezzo abbastanza grande della nostra felicità e della nostra libertà da non volerne cedere oltre? Qualcuno ci ha spiegato le regole del gioco? Continuiamo ad accettare questa austerità a tempo indeterminato, senza tuttavia comprendere né domandare circa l’obiettivo che intendiamo perseguire coi nostri sacrifici.
Se proprio i sacrifici vanno fatti, che almeno servano a costruire un nuovo modello di vita, radicalmente diverso, con fondamenta nuova e una grammatica completamente modificata. Soluzioni facili non ce ne sono, né bacchette magiche. Ma, Perdio!, è arrivato il momento di discutere delle soluzioni che vogliamo adottare. Si può costruire un’economia più sana, su scala più ridotta? Si può ridurre lo sfruttamento delle risorse, evitando di smangiucchiarsi la Terra un morso dopo l'altro? Si può riscrivere una carta costituzionale attraverso la partecipazione di milioni di persone? Si può evitare di affidare la gestione dei nostri diritti a istituzioni assenti e lontane migliaia di chilometri, misurate in anni-luce e in anni-welfare?
Non che tutto questo sia fattibile nell’immediato, certo. Ma forse converrebbe farsi domande del genere, ogni volta che qualcuno si prende un’altra libbra dalla nostra carne, anziché starnazzare impanicati come un branco di anatre che si fingono minacciose, per poi tornare all’ordinario indulgere al nostro confortevole nulla quotidiano.
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In Usa "occupywallstreet" prosegue l'inarrestabile marcia.
di Sergio Di Cori Modigliani 4-7-2012
Se non fosse per il fatto che siamo tutti parte in causa, e ne siamo una delle tanti componenti (la parte più sofferente e dolorosa) la fase attuale che stiamo vivendo dovrebbe essere, dal punto di vista intellettuale, la più affascinante e divertente in assoluto mai vissuta nella Storia dalla nostra specie.
Vista dall’esterno, infatti, sembra davvero un gioco da bambini.
La situazione è complessa e ruota intorno a un principio base che finisce sempre, inevitabilmente, per annullare e smascherare le banalità offerte dalla truppa mediatica asservita. Viviamo, infatti, dentro un Grande Paradosso, che è il totem –vera spina dorsale- della Guerra Invisibile in atto. E quando si vive dentro un Paradosso, il principio della Realtà perde Valore perché non è funzionale.
Viene sostituito dalla Surrealtà.
Il “Grande Paradosso” non è una novità. E’ noto, ormai, a tutti; lo conoscono anche i poppanti. Eppure (qui sta il fascino dell’attuale situazione) seguita a essere la colonna portante del Potere. Il Grande Paradosso consiste nel fatto che la finanza, responsabile della proletarizzazione dei ceti medi occidentali, è stata chiamata a risolvere il problema. E’ un po’ come affidare la presidenza della commissione parlamentare antimafia a Totò Riina e Bernardo Provenzano. E’ probabile che i due criminali, assumendo quell’impegno, sarebbero addirittura in grado di migliorare la situazione del paese (da cui l’attuale paradosso) perché razionalizzerebbero gli affari secondo un’ottica di efficienza marketing, suddividendo la presenza all’interno dei partiti in maniera razionale, quindi evitando scontri e fratture (chi protesta viene strangolato in diretta televisiva alla camera) consentendo a chi governa una continua maggioranza solida, necessaria per fare ogni riforma. E così in tutti gli altri campi.
L’irruzione della Surrealtà nella Realtà ha alterato i codici base.
Ha modificato il Senso perché ha sottratto Valore.
E di conseguenza produce, insistentemente, significati insensati.
La reazione della massa, di fronte a eventi privi di senso, è quello di incorporare il concetto subliminare che la “vita non ha senso”, che “è tutto uguale” che “la politica è davvero sporca” che “sono tutti uguali” e così via dicendo.
Questa incorporazione, conscia o inconscia che sia, apre la strada al cinismo, alla depressione sociale, all’annullamento della collettività che non ha più un terreno sul quale muoversi su basi ideali e spirituali. Nei soggetti più deboli e fragili si traduce in un “atto puro”, cioè si uccidono fisicamente, oppure diventano “socialmente catatonici” a seconda del gusto e del carattere, c’è da scegliere: siti porno, casinò on line, chat bulimici, gruppi artistici su facebook, ecc. L’importante è garantire a tutti la massima libertà (nel mondo virtuale) facendo credere loro che quella libertà viaggia in parallelo con la libertà nel mondo reale, anzi ne è addirittura un rispecchiamento.
Non è così.
La realtà virtuale non è parallela, non è un rispecchiamento.
E’ una “realtà altra”: la loro.
La nostra realtà, invece, (cioè la gente diciamo così “comune” o “normale”: chi produce, lavora, è dinamico, paga le tasse, rispetta le leggi) non può essere più presa in considerazione dal potere perché è diventata “una non-realtà”. Per chi gestisce il potere, oggi, è irrilevante se gli esodati sono 65.000 o 342.000. E’ irrilevante se la disoccupazione è al 10,2% o all’11,8%, ed è irrilevante se il pil scende a -3% oppure sale a +2%. Perché tutto ciò non ha alcun Valore, per loro (cioè per coloro che danno loro ordini).
Questo per spiegare il motivo per cui, molto spesso, si è portati a credere e pensare “ma questi qui sono dei veri imbecilli”. Non lo sono affatto. Immaginatevi, nel febbraio del 1939, a Roma, un uomo qualunque, diciamo una brava persona, buon marito e buon padre, grande lavoratore. Fa il dirigente nell’amministrazione pubblica. E’ responsabile dell’ufficio archivio dell’apposito “Ufficio della Razza”. Ha il suo stipendio, la sua ambizione è pensare che forse un giorno suo figlio prenderà la laurea, è sempre affettuoso con tutti, ecc. Lui lavora, mette i bolli, sbriga le pratiche, firma un documento spiegando al Dr. Amedeo Limentani che dal giorno 1 marzo non è più primario dell’ospedale S.Giovanni ed è stato espulso dall’ordine dei medici perché di razza inferiore; la documentazione, infatti, parla chiaro: i due nonni materni sono ungheresi, di etnìa tzigana, quindi inferiore, mentre suo padre era figlio di due ebrei (morti da tempo) e lui magari neppure lo sapeva, perché erano tutti laici e orgogliosi fascisti. Il funzionario che faceva quel lavoro, non aveva la minima idea di ciò che stava facendo, perché viveva dentro una Surrealtà che veniva presentata come una Realtà. I Valori erano stati capovolti. Era stato sottratto il Senso all’Esistenzialità, per cui dei criminali venivano assunti in pianta stabile come “tecnici” e si dovevano occupare di decidere del presente, del futuro, delle carriere e dei destini di persone per bene a loro sconosciute, applicando dei codici, parametri, dispositivi, che si trovavano in un libretto di istruzioni.
Era stata abolita la “narrazione esistenziale”, le vite umane degli individui non contavano più. Il nazifascismo, come ci ha argutamente raccontato Hanna Arendt nel 1956, era stato il trionfo dei ragionieri, dei contabili, degli impiegati, “il Male era molto banale, si trattava semplicemente di piccolo-borghesi semi analfabeti che non avevano le minima idea di ciò che stavano facendo, perché tutto era ridotto a numeri, cifre, calcoli, percentuali. La Vita era stata abolita”.
Come ci ha raccontato Italo Calvino nel 1952 parlando della vita degli italiani sotto il fascismo “la vita stessa si era capovolta, per capirla e comprenderla bisognava camminare con i piedi per aria e la testa appoggiata per terra, non facile; presupponeva studio, applicazione, tanto esercizio. Ma soprattutto la voglia di farlo”.
Non c’è quindi da stupirsi se -in questo laboratorio sociale sperimentale che i nostri attuali ragionieri stanno portando avanti- la produzione di Falso Autentico sia un elemento fondamentale, consapevole e determinante. Tanto più si spinge avanti la capacità di poter convincere le masse a credere l’incredibile, ad accettare l’inaccettabile, ad accogliere come sensate leggi e manovre insensate, tanto più si accelera il piano politico di organizzazione razionale della soluzione finale dell’uomo post-moderno: l’abbattimento della narrativa esistenziale individuale, e la classificazione degli Esseri Umani in numeri, esattamente come accadeva agli ebrei ad Auschwitz, che non appena arrivati venivano subito marchiati con un numero sul braccio. Tutto ciò per riconfermare che a Bruxelles, il 28 giugno 2012 non è avvenuto nulla. Non è accaduto nulla. Non c’è stato nessun accordo tra nessuno su niente. Tant’è vero che non esiste nulla di scritto. Esiste soltanto una conferenza stampa pubblica. Sufficiente per far guadagnare in borsa su titoli pre-selezionati i funzionari di partito, i quali –già allertati- hanno acquistato titoli spazzatura che da oggi a mezzogiorno cominceranno a vendere, lucrando la cifra sufficiente che va a coprire il 50% del finanziamento pubblico decurtato. In cambio, i partiti avevano garantito un appoggio incondizionato al governo.
Questa premessa era necessaria per introdurre una notizia che va letta “pensando alla realtà” e quindi cercando prima di sottrarsi alla “surrealtà del paradosso” che è la vita italiana. In altre nazioni, esiste ancora la Realtà.
Viene dagli Usa. Viene da “occupy wall street”, di cui non avevo più dato notizia, non avevo più relazionato nei post, non avevo più raccontato nulla, consapevole che fosse inutile. Non è un caso che l’Italia è l’unico paese occidentale nel quale non accade nulla a livello di organizzazione sociale dei movimenti di opposizione, quindi è incomprensibile ciò che accade nei posti dove si combatte nella “Realtà”. Basterebbe accorgersi che in Italia la guida dell’opposizione parlamentare alla casta dei privilegiati della razza superiore, è guidata da un partito (l’IDV) in realtà un’associazione culturale, che è una srl come ragione sociale, composta da Di Pietro, sua moglie, il figlio e il cognato, i quali gestiscono il loro partito come se fosse una pizzeria. Attaccare la Merkel è come metterci le alici con i capperi; se non funziona più, a un certo punto si cambia e si passerà a Cameron, cioè mozzarella e pachino. (e questi sono i meno peggio).E via dicendo.
“Occupy wall street” gode di strabordante salute, in Usa.
Questa è la notizia.
Sta cambiando e ha già cambiato la coscienza collettiva della nazione, grazie anche al fatto che sono un’etnia molto pragmatica e poco incline al surrealismo. Tant’è vero che non esiste una stagione culturale del “surrealismo americano”, unica eccezione in occidente
Hanno “creato mercato”, si sono sottratti alla manipolazione della politica partitica ponendosi in posizione trasversale; stanno ritirando a un vertiginoso ritmo in espansione soldi dalle grosse banche e li depositano nelle “union banks”, banche che –per statuto ferreo- possono investire danaro soltanto nel fare credito a imprese; del tutto indifferenti ai media (di ciò che si scrive sudi loro, ciò che si dice, o meglio, ciò che non si dice su di loro) hanno cominciato a organizzarsi in comunità basiche di raccordo (loro le chiamano “spin cells”) che stanno modificando anche le modalità di scambio sociale e la prima rivoluzione che sono riusciti a operare consiste nel fatto di aver offerto una “proposta sociale nella realtà” sostitutiva a quella della “proposta sociale nella virtualità”. In Usa, gli ultimi indici rivelano come, tanto per fare un esempio, facebook sia un social network dove in stragrande maggioranza è frequentato da persone al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 55 (sono ormai il 75%). In Usa, ciò che conta è l’intervento nella realtà, ma soprattutto “modificazioni comportamentali individuali” che consentano l’allargamento di una sfera di condivisione di un concetto di socialità più avanzata ed evoluta. Un interessante studio dell’istituto di sociologia di Ginevra rivela come tra i frequentatori italiani di facebook nella fascia tra i 35 e i 65 anni, il 79% è convinto di “star partecipando socialmente a un cambiamento” perché hanno pigiato mipiace in un gruppo o sono iscritti alla pagina di non so chi, a seconda dei gusti. “Occupywallstreet” sta organizzando diversi festival di musica, cinema, teatro; nel solo mese di maggio 2012 hanno finanziato la nascita di circa 250.000 neo-imprese artigianali grazie all’uso creativo dell’alta tecnologia. Ma il dato più consolante, e segno e segnale di un cambiamento radicale autentico, consiste nel fatto che negli ultimi sei mesi, in Usa, per la prima volta negli ultimi 15 anni, l’industria editoriale cartacea è in netto aumento e negli ultimi tre mesi la diffusione di librerie indipendenti è aumentata del 43%. Aprire una libreria a Dallas, oggi, comincia a essere interessante dal punto di vista economico. E in un paese di businessmen, vuol dire aver trovato anche i soldi. A differenza dell’Italia dove si vive di sussidi garantiti dai partiti, in Usa, quando scatta quello che loro chiamano “a market trend”, i soldi arrivano da investitori privati desiderosi di cavalcare la moda. Arrivano a valanga, perché il mercato tira.
In Usa si aprono librerie.
In Italia invece si danno nuove licenze (26.500 nel solo primo trimestre del 2012) per aprire sale giochi, casinò, club del poker.
In piccoli centri popolati per lo più da gente totalmente priva di cultura, cominciano a diffondersi abitudini sociali dickensiane: ci si trova il venerdì sera in un vecchio cinema, in uno stadio di basketball, in una piazza, e si leggono collettivamente e si commentano le teorie economiche di Keynes e dei liberisti per capirne la differenza e rendersi conto di ciò che accade. Hanno costituito le ”working field banks” dei curiosi aggregati che mettono insieme disoccupati intellettuali con un buon curriculum vitae che mettono al servizio della comunità il proprio sapere, in cambio di contributo volontario, e stanno diffondendo una nuova moda del tipo “week end con i filosofi” dove la banca chiama, ad esempio, un filosofo o un esperto di comunicazione, o un analista finanziario, o un sociologo, o un economista, che va in una certa casa dove ci sono 30 persone ad ascoltarlo, e alla fine daranno magari 10 dollari a testa, di cui la banca se ne prende 2 per le spese di organizzazione, ma che per quel laureato disoccupato vuol dire 240 dollari che equivale ad aver trovato i soldi per pagare il mutuo, allo stesso tempo compiendo un lavoro sociale di uso collettivo.
Stanno nascendo gruppi di controllo di medici specializzati, bio-chimici e ricercatori in neuro-fisiologia (molti dei quali sono anonimi) che organizzano gratis mini convegni e pubblicano pamphlets gratuiti nei quali spiegano che cosa sta combinando nelle loro teste e nei loro stomaci l’industria multi-nazionale bio-chimico-farmaceutica e come il potere mediatico usa la struttura teorica dei mass media e la teoria della programmazione neuro-linguistica per assoggettare le coscienze.
La nuova generazione statunitense sta scoprendo la più importante ricetta vincente che garantisce l’humus necessario per far crescere qualsivoglia pianta di consapevolezza: il miscuglio tra socialità, condivisione, solidarietà e voglia di sapere.
Da noi, si preannuncia la consueta estate di feste de l’unità, convegni di partito, riunioni in diretta televisiva da Cortina, Capalbio, Taormina, Costa Smeralda, Rapallo e Capri, dove un’idea vetusta, stantia e obsoleta della Cultura viene presentata come novità, gestita e organizzata dai consueti consoli vassalli aderenti alla truppa mediatica che ha visibilità.
In Usa, invece, si diffonde il “clan degli invisibili”.
E in una Guerra Invisibile, costoro, diventano i guerriglieri della cultura che possono far inceppare l’attuale meccanismo infernale, voluto dalla Razza Superiore dei Tecnici Eletti che seguiteranno a bombardare la popolazione di numeri, cifre, aliquote, percentuali, facendo credere loro ciò che vogliono e come vogliono.
Né più né meno di quanto non facesse quel signore anonimo nel febbraio del 1939, a Roma, il quale nel suo ufficio romano firmava documenti e metteva bolli convinto di essere un impiegato di concetto che stava facendo il suo dovere. Non sapeva che stava uccidendo delle vite. Che stava eliminando dei propri connazionali. Che stava affondando la nazione accelerando il declino di una civiltà.
Se non si comincia ad organizzarsi “nel reale” in maniera altra, non accadrà nulla.
Non cambierà nulla.
Dipende da tutti noi, insieme. Per uscire fuori da questa sonnolenta solitudine suicida.
Altrimenti, finirà che non sapremo neppure che cosa il Potere fa o non fa.
Tant’è vero che nessuno, in parlamento, ha “osato” pretendere, esigere,immediatamente dall’attuale governo che spiegasse perché ha spostato 400 milioni di euro dall’istruzione pubblica e dall’investimento nella ricerca scientifica a istituti privati. Un comma della cosiddetta spending review, passato in cavalleria, nell’indifferenza generale.
La notizia più cliccata sul google news statunitense, ieri, era “è sufficiente e possibile e praticabile oggi un new deal rooseveltiano oppure no?”.
Da noi è se Raffaella Fico è davvero portatrice di un bambino di Mario Balotelli oppure no.
Per gli investitori stranieri questo è un inequivocabile segnale economico e politico: vuol dire che da noi il berlusconismo è più vivo che mai. E Berlusconi fa molto bene a organizzare la sua nuova discesa in campo. Al posto suo, io farei la stessa cosa. Sa che anche questa volta avrà gioco facile. Chi (teoricamente) fa opposizione è arroccato dentro a un fortino e vive dentro la Surrealtà senza nessun contatto con la Realtà Autentica della nazione, delle persone, della gente.
Non è certo un caso che l’Italia non sia più in grado di produrre narratori, né in letteratura né al cinema. Non hanno accesso al mercato.
Il mercato, in Italia, non vuole individui in carne e ossa. Quindi, non vuole storie vere.
Si ciba soltanto di numeri, dati, cifre, aliquote, percentuali.
La cosiddetta crisi la si supera contrapponendo ai tecnici e all’attuale classe politica la realtà delle esistenze, per ciò che esse sono, nella verità del quotidiano, nel confronto sui valori che danno un Senso alla vita. Quelli che ci fanno sentire Umani, non soltanto dei numeri, pronti ad essere allineati come pecore spaventate davanti a una immaginaria macchina gasificatrice della coscienza collettiva.
Magari sperando che arrivi, all’ultimo momento, il Salvatore della Patria.
Non arriverà. Mai.
Se non vi salvate evolvendovi, non vi salverà nessuno.
E’ necessaria una mutazione metafisica.
Tutto qui.
Charles Darwin aveva le sue ragioni.
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Spending review: precariato e ricerca, lo smantellamento definitivo dell'Italia
Ogni tanto penso al "dopo". Penso a quando questo Paese sarà stato raso al suolo nelle sue capacità produttive, e dovrà riprendersi.
Giovedì 5 Luglio 2012, 16:45 di Debora Billi
Qualcuno, via email, mi fa notare l'amputazione di alcuni dei nostri istituti scientifici di eccellenza nella spending review. Abbiamo già parlato dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, e dell'Istituto per la Nutrizione, ora il taglio pare toccare sul serio enti come l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi. E poi dicono che dobbiamo mandare i figli allo scientifico perché "servono scienziati". A chiservono? Forse alle prestigiose università straniere, a cui sembra piacere molto il livello della nostra formazione superiore che noi paghiamo e che loro si godono.
Infatti mi si fa osservare che lo smantellamento dei pochi prestigiosi istituti di ricerca forse non è un caso. Si sta vendendo l'Italia e, prosegue il mio interlocutore, "La prima cosa per rendere schiavo un Paese è distruggere la ricerca".
Si stanno "condannando milioni dei nostri figli ad un'esistenza kossovara", chiude poi Paolo Barnard nel suo ultimo articolo contro la Fornero, e contro la menzogna secondo cui noi saremmo un Paese che perde competitività a causa della rigidità del mercato del lavoro.
E' una menzogna che mira a deflazionare l'economia italiana devastando i salari, quindi i consumi, quindi le aziende (imprenditori sveglia!), per regalare agli investitori internazionali, i tedeschi prima di tutto, migliaia di nostre aziende di prestigio con cui far shopping a due lire. Nel frattempo devastando il miracolo dell'economia produttiva italiana.
Quindi si devastano la ricerca, la formazione superiore, e poi salari e consumi. Il tutto a beneficio di chi fa shopping di cervelli prima, di aziende poi.
Non temo di passare da complottista se dico che qui si sta smantellando l'Italia seguendo un disegno ben preciso, che non viene per nulla seguito in Paesi di "serie A" quali la Francia o la Germania dove certi sacri dogmi, a noi venduti come imprescindibili, non sono applicati.
Ogni tanto penso al "dopo". Penso a quando questo Paese sarà stato raso al suolo nelle sue capacità produttive, e dovrà riprendersi. Penso alle persone a cui toccherà il duro lavoro, dopo che coloro che ci hanno deliberatamente rovinato se ne saranno andati armi e bagagli lasciando solo macerie. Provo perfino un po' di invidia per gli argentini, che hanno il peggio alle spalle e stanno faticosamente riprendendosi. Per noi quel momento è ancora così lontano, da sembrare solo un miraggio al di là dell'abisso.
(Nella foto: Enrico Fermi e i ragazzi di via Panisperna. Nel solco dell'italica tradizione, Mussolini li cacciò. E finirono, sempre nel solco ecc ecc, a lavorare per gli americani)
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(Venerdì 30 Dicembre, Mario Monti: Manovre Finite… a futura memoria)
Il Diario della Bancarotta Italiana (Articolo introduttivo)
da Repubblica:
Secondo i numeri del ministero dell’Economia, si è passati dai 49,3 miliardi del primo semestre del 2011 agli attuali 29,1. Giugno il mese d’oro: un avanzo di 5,8 miliardi
ROMA - I conti pubblici fanno un balzo in avanti. Migliora decisamente il fabbisogno dello Stato dei primi sei mesi dell’anno. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Economia, i conti di cassa del settore statale migliorano di 15 miliardi tra gennaio e giugno 2012, attestandosi a 29,1 miliardi contro i 43,9 miliardi del 2011. In particolare, rileva il Mef, nel mese di giugno 2012 si è realizzato un avanzo del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 5,8 miliardi, in aumento rispetto allo stesso mese del 2011 in cui si registrò un avanzo di 1,0 miliardi.Il merito sarebbe soprattutto delle entrate fiscali e dell’autotassazione che registrano un incasso boom. Il gettito erariale, secondo le prime elaborazioni, avrebbe segnato un incremento di circa 5 miliardi rispetto allo scorso anno.Per trovare un risultato migliore bisogna risalire al 2008, anno di transizione tra la gestione dei conti pubblici di Tommaso Padoa-Schioppa e di Giulio Tremonti, che chiuse con un deficit, cioè il dato di ‘competenza’ che vale ai fini del patto di stabilità europeo, sotto il 3 per cento: l’Istat lo fotografò al 2,7%.L’andamento positivo registrato già nei mesi precedenti, che è evidente nell’andamento dei fabbisogno cumulato, ha trovato conferma nel mese di giugno: l’avanzo è stato di 5,8 miliardi, contro il miliardo segnato lo corso anno, grazie al buon andamento degli incassi fiscali. Giugno, del resto, è da sempre uno snodo nei conti pubblici perché registra le prime entrate dell’autotassazione, soprattutto quelle pagate dai contribuenti persone fisiche. Un risultato che certo, dopo le difficoltà registrate nei mesi scorsi sul fronte del gettito fiscale, non è di scarso rilievo. Anche perchè quest’anno i contribuenti erano alle prese non solo con le imposte sui redditi ma anche con il versamento dell’Imu, che solo in piccola parte (per la metà della quota relativa alla seconda casa) finisce ad alimentare il gettito del settore statale.
Ecco un bell’esempio di manipolazione dell’informazione. Da quanto scrive Repubblica riportando una velina del MEF (dunque dal Ministero presieduto dal premier Monti), pare che il fabbisogno di cassa dello stato, a giugno 2012 sia magicamente andato in avanzo!!
Miracolo, la cura Monti funziona….ma anche no.
A dipanare la matassa ci pensa la solita GPG Imperatrice Oscura, attualmente molto impegnata in cose più serie dell’Italia (comunque ci saluta tutti e ci manda un bacione):
Ecco la mail che mi ha mandato sull’argomento:
Ciao Paolo.E’ un periodo di lavoro, non meno di 15 ore al giorno quindi riesco a scrivere pochissimo.I 15 mld di calo nel fabbisogno statale sono legati ad una serie di fattori (parecchi); te ne segnalo comunque 4:a) i rimborsi IVA posticipati da Dicembre 2011 a meta’ 2012 per 3 miliardi (operazione di Monti fatta a dicembre 2011 per abbruttire dello 0,2% il deficit 2011, ed abbelire quello 2012)b) poste straordinarie (tipo prestiti a Grecia ed Irlanda, o rimborsi) piu’ favorevoli nel 2012 (dovrei calcolare l’entita’ a fine Giugno…. Con Tremonti lo scrivevano nei comunicati… con Monti I comunicati sono 3 righe… non a caso)c) circa 8 miliardi sono stati ottenuti con un artificio contabile: il fabbisogno e’ migliorato di botto ad Aprile di 8 mld grazie al beneficio del versamento presso la Tesoreria statale della prima tranche delle risorse detenute presso il sistema bancario dagli enti in regime di Tesoreria Unica “pura” (previsto dal cosiddetto decreto liberalizzazioni). Tradotto: ad aiutare i conti dello Stato sono stati gli enti pubblici, dai Comuni alle Regioni. Ovviamente il beneficio non e’ permanente e gli 8 miliardi dovranno essere restituiti nel corso del 2012 (non so quanto e’ stato fatto a Maggio e Giugno… credo poco e niente).d) A Giugno ha pesato il pagamento IMU credo per 3-4 mld (unica tra le poste sopra, reale)Quando ho tempo scrivo un articolo… ma sono paurosamente impegnata…..ciao
Interessante vero?
E poi passano 2 giorni e ci pensa l’Istat a fare giustizia:
Conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche
Nel primo trimestre 2012 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (AP) (dati grezzi) è stato pari all’8,0% del Prodotto interno lordo (Pil). Nel corrispondente trimestre dell’anno precedente era stato pari al 7,0%.Nel primo trimestre 2012 il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo e pari a 11.471 milioni di euro. L’incidenza sul Pil è stata del -3,0%.Il saldo corrente (risparmio) è stato pari a -21.952 milioni di euro (era stato -17.120 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell’anno precedente), con un’incidenza sul Pil di -5,8%.Nel primo trimestre 2012 le uscite totali sono aumentate, in termini tendenziali, dell’1,3%. Le uscite correnti sono cresciute del 2,6%, mentre quelle in conto capitale sono diminuite del 19,9%.Le entrate totali nel primo trimestre del 2012 sono diminuite, in termini tendenziali, dell’1,0%. Le entrate correnti sono diminuite dello 0,2%.I risultati del primo trimestre 2012 hanno risentito, da un lato, dell’aumento della spesa per interessi dovuto alla salita nel corso del 2011 dei rendimenti su
Insomma nonstante la botta di tasse (l’aumento monster della benzina è partito dal primo gennaio), il deficit dello stato è aumentato rispetto al corrispondente trimestre dello scorso anno e il nostro saldo primario è peggiorato anno su anno dal -2,1% al -3%
Quindi, a dispetto delle minchiate che sentirete stasera sui TG , a peggiorare la situazione è stato solo molto marginalmente lo spread (che ha effetti nel lunghissimo periodo, abbiamo una duration media del debito di circa 6,7 anni). Sono proprio peggiorati i saldi, meno entrate e più spese-
: volete la dimostrazione grafica delle teorie di Arthur Laffer?
Posto che le tasse nel primo trimestre 2012 sono state più alte che nel primo trimestre 2011, si guardi la tabella qui sotto (la parte in verde)
Come mai le entrate sono diminuite?
uhmmm…forse che la base imponibile stia andando a puttane (magari in Svizzera dove peraltro è legale….hanno la partita IVA)
Dai su forza, tassate ancora, lotta dura senza paura all’evasione, dagli all’imprenditore sfruttatore del popolo.
Evvai, felici e contenti verso la bancarotta (con la maglietta del Che!)
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