Lo scopo di una riforma
fiscale deve essere accertare con esattezza il reddito di ogni cittadino e di
conseguenza tassarlo sul suo vero reddito effettivo evitando l’ingiustizia e la
perequazione delle risorse, ovvero che il denaro si concentri nelle tasche di
pochi e che la maggioranza della popolazione sia costretta a sopportare un peso
fiscale iniquo.
In Italia il 90 % delle
tasse è pagato da dipendenti e pensionati. Il 45% della ricchezza è detenuto
dal 10% delle famiglie (dati Banca d'Italia). Lo Stato non sa (meglio, non
vuole, da sempre) tassare in modo equo e fa pagare fino al 55% di tasse a coloro
che le devono pagare per forza, per sopperire a tutti coloro che non le pagano.
Lo Stato così contraddice clamorosamente l’articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana che recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". Ed aggiunge: "Il sistema tributario è informato a criteri di progressività". Tassa alla fonte dipendenti e pensionati, che non possono sfuggire e poco o nulla riesce a fare contro un'evasione-elusione che è valutata in 180 miliardi di euro!
Lo Stato così contraddice clamorosamente l’articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana che recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". Ed aggiunge: "Il sistema tributario è informato a criteri di progressività". Tassa alla fonte dipendenti e pensionati, che non possono sfuggire e poco o nulla riesce a fare contro un'evasione-elusione che è valutata in 180 miliardi di euro!
Un recente studio della
KRLS Network of Business Ethics assegna queste cifre a queste cinque aree di
evasione:
- l'economia sommersa
(circa 2,9 milioni di persone lavorano in nero) evasione d'imposta pari a 34,3
MLD di euro.
- l'economia criminale,
evasione d'imposta pari a 78,2 MLD di euro l'anno
- l'evasione delle società
di capitali, (78% di queste dichiara redditi negativi o con meno di 10.000 euro
e non versa dunque le imposte) evasione fiscale di 22,4 MLD di euro l'anno
- l'evasione delle big
company (una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non ha pagato le tasse.
Inoltre il 94% di queste big company abusa del "transfer pricing"
ossia spostano costi e ricavi tra società del gruppo in modo da trasferire la
tassazione in paesi con pochi controlli fiscali). Elusione di 37,8 MLD di euro
all'anno.
- lavoratori autonomi e
piccole imprese: evasione di circa 8 MLD di euro l'anno.
Redditi delle persone
fisiche:
- Eliminazione della
tassazione alla fonte dei redditi da lavoro dipendente e pensione. Applicare le
trattenute in busta paga è anticostituzionale. Significa non tenere in
considerazione l'effettiva capacità contributiva del cittadino, ma solo
vessarlo ingiustamente e “a prescindere”. Inoltre si otterrebbero benefici
enormi anche a livello di costo del lavoro (minori spese per le aziende con
conseguente impatto sulle assunzioni).
- Fare sì che ogni
cittadino possa scaricare tutte le spese alleviando, e nei casi anche
abolendo, il prelievo fiscale per famiglie o nuclei conviventi con reddito
basso costrette a spendere fino all’ultima goccia del loro reddito (e anche di
più). I lavoratori dipendenti dovrebbero percepire l'intero stipendio
concordato con le parti sociali e, in sede di dichiarazione, detrarre tutte le spese e poi pagare le tasse
risultanti in base all'effettivo reddito.
- Più del 65% degli scambi
commerciali nel nostro paese avviene in
nero e se lo Stato permettesse di scaricare tutte le spese, tutti
pretenderebbero la ricevuta fiscale o la fattura al momento dell'acquisto,
dando così adito ad un enorme incasso in più di IVA, che a quel punto potrebbe
essere rimodulata ad hoc per il nuovo sistema. La Corte dei Conti stima nel 36%
l’evasione di IVA, se consideriamo che le entrate da tasse indirette (nelle
quali l’IVA è la voce di gran lunga più elevata) assommano al 216 MLD nel 2010,
otteniamo una cifra evasa intorno ai 70 MLD!
- Ogni transazione sarà
registrata agli incassi da parte di chi vende e negli acquisti da parte di chi
compra ed entrambe dovranno avere un riscontro a saldo in un data base dell’Agenzia delle Entrate (ormai
gli elaboratori elettronici sono perfettamente in grado di sovrintendere ad una
tale mole di transazioni); laddove non ci fosse quadratura dovrebbe scattare il controllo fiscale.
- Lo scarico di tutte le
spese, oltre a fare emergere il nero, darebbe enorme impulso alla domanda
interna, con ulteriore gettito fiscale e benessere legato alla maggio richiesta
di lavoro legata alla domanda interna.
- La possibilità di poter
scaricare tutte le spese indurrebbe il cittadino a pretendere la ricevuta
fiscale ogni qual volta acquistasse qualcosa, e obbligherebbe ogni esercente a
rilasciarla, eliminando in un colpo solo tutto il lavoro nero e, costringerebbe
i vari esercenti a dichiarare l'effettivo incasso eliminare le incongruenze sui
prelievi fiscali, fatti dal fisco in maniera così arbitraria (eliminazione degli
studi di settore).
- Anche ogni cittadino, mediante il proprio codice fiscale, se non è titolare di una partita IVA, dovrà poter vendere oggetti di seconda mano mettendo l'acquirente nella condizione di detrarlo, incentivando anche il mercato del riciclo.
- Naturalmente dovrebbero
essere classificati i beni “voluttuari”, ovvero i beni di lusso non
strettamente necessari ad un minimo benessere. Per questi beni si aprirebbero
due strade, o pagare le imposte a monte dello scarico o pagare un livello di
IVA molto alto. Ovviamente dovrà essere possibile rateizzarli in più anni, un
po’ come si fa con gli ammortamenti per le aziende.
Va da sé che un tale
sistema prevede la completa rimodulazione delle aliquote IVA e della tassazione
del saldo tra Reddito e Spese (Guadagno) di ogni dichiarazione. Per i guadagni
sotto i 10.000 e non dovrà essere pagata alcuna tassa. Quest’ultima ovviamente
dovrà essere progressiva, a scaglioni di Guadagno, ovvero per i successivi
scaglioni tassazione a scaloni a seconda del valore assoluto del delta
(tipologia IRPEF attuale, chi più guadagna più è tassato e più che
proporzionalmente).
E’ ovvio che tale sistema
porterà anche chi ha alti redditi a spendere maggiormente per pagare meno
tasse, ma tali spese, oltre a far girare l’economia e far pagare tasse ad
altri, saranno a loro volta gravate da IVA a tutto vantaggio dell’erario. I
beni di prima necessità dovranno essere gravati da un IVA bassa (es. 20%), e i
voluttuari da un’IVA elevata (es. 40%) e per tutti gli altri beni di consumo
dovrà essere considerata un’IVA media (es. 30%).
A seconda del peso
complessivo delle entrate IVA potrebbe essere introdotta anche una “Flat Tax”
ad esempio del 10% sul Reddito, per non
penalizzare troppo la tassazione indiretta.
In tal modo lo Stato sarà
certo di tassare tutti i redditi della nazione, come minimo delle aliquote IVA
di cui sopra più la Flat Tax suddetta.
L’obiezione primaria
sarebbe: lo Stato allora perderebbe la tassazione attualmente prelevata alla
conte di tutti i redditi da lavoro dipendente. Questo è vero solo per un breve
periodo di introduzione della riforma (1 anno al massimo). Poi l’emersione di
tutto il sommerso (65% degli attuali scambi commerciali e tassazione del
reddito relativo), e il recupero dell’evasione IVA (36% pari a circa 70 mld),
ricupererebbero il gap.
Per i dettagli tecnici, che
non è pensabile indicare in questa sede, si rimanda ad ulteriori
approfondimenti attuativi.
Redditi delle persone
giuridiche (aziende):
L'evasione fiscale è molto praticata
dalle grandi imprese italiane. Causa l'inefficienza dell'amministrazione
finanziaria e le enormi spese della casta abbiamo sempre avuto governi con il bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando
i soldi 'pochi, maledetti e subito'
attraverso l'accertamento con adesione, un vero e proprio condono permanente. E
questo ha da sempre premiato i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare
le tasse a forfait e con il massimo sconto.
Anche le multinazionali che
operano nel nostro Paese utilizzando aziende fantasma e scatole cinesi, fanno
sparire capitali e, dunque, chiudono i bilanci in negativo, così da non pagare
tasse.
A ciò si aggiunga che tutte
le imprese, anche quelle cosiddette virtuose, sono alla continua ricerca di
localizzazioni sempre più convenienti per accrescere la propria competitività,
anche mediante pianificazioni fiscali internazionali, volte a minimizzare il
carico impositivo attraverso l'utilizzo di strutture ed organizzazioni
domiciliate in Paesi a fiscalità privilegiata.
A loro volta i territori a fiscalità privilegiata rappresentano una delle principali cause di emarginazione e impoverimento per molti Stati che, privati dei mezzi economici per progredire, diventano talvolta un facile e comodo rifugio per tutelare gli interessi della criminalità organizzata.
A loro volta i territori a fiscalità privilegiata rappresentano una delle principali cause di emarginazione e impoverimento per molti Stati che, privati dei mezzi economici per progredire, diventano talvolta un facile e comodo rifugio per tutelare gli interessi della criminalità organizzata.
Spesso l’evasione fiscale
diventa il fattore determinante dell'illegalità, tutto inizia da qui: evasione
fiscale per sottrarre denaro allo Stato, corruzione per nasconderlo,
riciclaggio per reinvestirlo. Tutto questo non fa altro che alterare il mercato
e ridurre la competitività del Paese.
La criminalità organizzata si inserisce nel mercato legale "sfruttando" i modelli tipici dell'impresa: la cerniera tra le attività illegali e quelle legali è rappresentata proprio dal riciclaggio del denaro di origine illecita, spesso attuato mediante operazioni finanziarie che danno luogo a fenomeni di evasione e di elusione fiscale, sia nazionale che internazionale.
Il legame tra il fenomeno dell'evasione e quello del riciclaggio si rinviene nella scelta di allocare i capitali di origine illecita nei “paradisi fiscali”. Questi si caratterizzano, oltreché per un livello di imposizione fiscale ridotto anche, e soprattutto, per la garanzia di un rigoroso segreto bancario e per l'assenza di scambio di informazioni con gli altri Paesi.
Ai paradisi fiscali è stato attribuito un elevato livello di pericolosità legato non soltanto al fenomeno dell'evasione ma, altresì, alla possibilità che i servizi forniti da tali centri finanziari vengano sfruttati dalla criminalità organizzata.
La criminalità organizzata si inserisce nel mercato legale "sfruttando" i modelli tipici dell'impresa: la cerniera tra le attività illegali e quelle legali è rappresentata proprio dal riciclaggio del denaro di origine illecita, spesso attuato mediante operazioni finanziarie che danno luogo a fenomeni di evasione e di elusione fiscale, sia nazionale che internazionale.
Il legame tra il fenomeno dell'evasione e quello del riciclaggio si rinviene nella scelta di allocare i capitali di origine illecita nei “paradisi fiscali”. Questi si caratterizzano, oltreché per un livello di imposizione fiscale ridotto anche, e soprattutto, per la garanzia di un rigoroso segreto bancario e per l'assenza di scambio di informazioni con gli altri Paesi.
Ai paradisi fiscali è stato attribuito un elevato livello di pericolosità legato non soltanto al fenomeno dell'evasione ma, altresì, alla possibilità che i servizi forniti da tali centri finanziari vengano sfruttati dalla criminalità organizzata.
Tutte
i differenti fenomeni di illecito economico-finanziario (le truffe ai danni
dello Stato per ottenere indebitamente sovvenzioni pubbliche, l’usura,
l’abusivismo finanziario, i reati societari o il riciclaggio di proventi
illeciti) presentano sempre un comune denominatore:
l’artificiosa rappresentazione della realtà
dei fatti gestionali, resa apparentemente regolare attraverso la
predisposizione di fatture false, inserite in scritture contabili formalmente
ineccepibili, ovvero mediante l’utilizzo di contratti derivati appositamente
costruiti “a tavolino” da “ingegneri finanziari” o, ancora, attraverso
l’esecuzione di complesse operazioni di ristrutturazione societaria, che in
realtà mascherano veri e propri meccanismi fraudolenti.
Naturalmente, tutte le tecniche di falsificazione della contabilità, anche dirette ad uno scopo illecito non tributario, presentano sempre un risvolto di carattere fiscale.
Naturalmente, tutte le tecniche di falsificazione della contabilità, anche dirette ad uno scopo illecito non tributario, presentano sempre un risvolto di carattere fiscale.
Proprio per questi motivi,
la strategia per risolvere il problema deve puntare a colpire:
- la criminalità organizzata nel cuore dei suoi
interessi economici e finanziari, mediante investigazioni volte ad aggredire i
patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni delinquenziali e a
prevenire la formazione di capitali di origine criminale, facendo leva non solo
sulle competenze di “polizia”, ma anche quelle giuridico-contabili mediante la
ricostruzione dei flussi finanziari e la verifica della congruità della
situazione patrimoniale effettiva con quella reddituale dichiarata.
- le aziende che
distolgono, eludono ed evadono tramite controlli incrociati tra fatturato e
utili (reali non di bilancio), tra fatturato e transazioni finanziarie, tra
fatturato e operazioni in valuta; per fare questo occorrono controlli mirati ed
agenti sul territorio, in grado di valutare il peso operativo delle realtà
economiche e il tenore di vita degli amministratori
- le aziende che
trasferiscono capitali all’estero con appositi accordi con gli stati esteri
(vedi Svizzera o San Marino)
- le aziende che falsano i
bilanci con operazioni sulle poste di bilancio tramite incrocio dati e
parametrazione indici (elenco dei maggiori scostamenti che genera controlli
GdF)
Lo Stato non riuscendo a
tassare correttamente le aziende ha esagerato il costo del lavoro a carico
delle aziende ed elevato le tasse sugli utili a livelli esasperati (oltre il
50%) per questo nessuna azienda vuole dichiarare utili. Occorre cambiare tutto
ciò:
- detassare il lavoro
- abbassare la tassazione
dell’utile
- defiscalizzare gli
investimenti
Lo Stato deve tutelare e
privilegiare le aziende che ottemperano ai loro doveri sociali tutelando la
salute dei lavoratori, e che producono nel rispetto dell’ambiente e delle
regole sociali. Deve essere contrastata efficacemente la concorrenza illecita sia
di aziende non in regola sul territorio italiano sia di produzioni provenienti
dall’estero di aziende estere, sia di aziende italiane invogliate alla
produzione estera per i più bassi costi (del lavoro, ecologici e di
urbanizzazione).
- Dazi su merce proveniente
dall’estero e prodotta nei paesi a basso costo (Cina, India, Pakistan)
- Protezionismo (con aliquote altissime
praticate a tutte le multinazionali producono ma non investono il loro profitto
in attività locali per favorire la occupazione)
- Incentivi alle aziende
che producono sul territorio (bassi oneri sul lavoro, fiscalizzazione oneri
sociali per giovani e anziani, minor costo energia, agevolazioni per l’innovazione
ecc.)
- Disincentivazione alla
dislocazione estera (si fa con i dazi e la convenienza di cui sopra, ma anche
con leggi ad hoc che impediscono la chiusura totale e parziale in mancanza di
crisi aziendale verificata e verificabile con analisi dettagliata del fatturato
e dei clienti/fornitori, con multe salatissime per chi dichiara il falso).
- Lo Stato deve avere l’obbligo
di pagare TUTTE le imprese che lavorano per lui entro 30 giorni (basta con lo
scandalo che il primo ente a causare il fallimento delle imprese sia lo Stato
stesso!)
- Credito agevolato alle
imprese.
- Potenziamento istruzione pubblica (collegata alle aziende),
ricerca scientifica e innovazione tecnologica anche a scapito aumento del disavanzo
di bilancio (vedi politica monetaria)
Patrimoni:
Come si diceva all’inizio
in Italia il 45% della ricchezza appartiene al 10% delle famiglie. E questo 10%
non contribuisce al 45% delle imposte, come dovrebbe essere se ci fosse un
minimo di equità sociale, ma solo al 10% (dato che il 90% delle tasse è pagato
da dipendenti e pensionati).
Questa enorme forbice di
diseguaglianza e ingiustizia, scandalo di un paese che voglia lontanamente
definirsi democratico, può risolversi con interventi di questo tipo:
- Tassazione separata e congrua
delle rendite finanziarie per scaglioni di importi (redditi non da lavoro,
esclusi da punto 1)
- Tassa sulle transazioni
finanziarie (Tobin Tax)
- Definizione dei patrimoni
(database da crearsi a livello nazionale) come somma dei beni immobili (case,
terreni ecc) e mobili (conti bancari, titoli ecc) e tassazione di almeno il 5%
il primo anno, e del 2% negli anni a seguire.
- All’obbiezione classica
“ho già pagato le tasse sui redditi che mi hanno permesso di acquistare il mio
patrimonio” si ovvierà con una detrazione dalla tassa di quanto già pagato sui
redditi dei 5 anni precedenti (da dimostrarsi ovviamente)
- Tassazione patrimoniale da
dedurre dalla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche
Politica monetaria e
Bilancio dello Stato:
L’attuale politica
monetaria è stata pensata a senso unico a favore delle banche e degli istituti
finanziari. I cittadini, oltre a non essere stati consultati sulle pesantissime
scelte di certe decisioni (una fra tutte un regolamento BCE che costringe gli
stati membri a finanziare il proprio debito pubblico sui mercati, invece di
fare come USA, Giappone, Stati Uniti ecc.ra che semplicemente comprano il loro
debito stampando –effettivamente o virtualmente- moneta) ne sopportano le
gravissime conseguenze in termini di perdita di posti di lavoro, di reddito e
prospettive future. La scelta di metodologie neoliberiste a scapito di quelle
post-keynesiane (molto più favorevoli al
benessere delle popolazioni) è giustificata solo dalla volontà di arricchimento
dei poteri forti che controllano il pianeta. Nazioni come l’Islanda, il
Giappone, la maggioranza di quelle del Sudamerica, dimostrano come sia
possibile avere un debito pubblico alto senza molti problemi e soddisfare al
meglio la possibilità di dare lavoro alle masse. Lo Stato è l’unica entità che
può immettere ricchezza nuova nel sistema, altrimenti il circolo da virtuoso
diventa perverso, le politiche di rigore e di pareggio di bilancio portano
all’esatto opposto della ragioni per cui sono introdotte, deprimendo l’economia
e riducendo le tasse in modo molto più significativo dei benefici che hanno
indotto ad adottarle.
La
ragione falsa per cui si vende all’opinione pubblica l’impossibilità a stampare
moneta è il rischio di inflazione. Ma paesi come gli Stati Uniti e il Giappone
sono l’emblema di questa falsità. Oltre al fatto ben risaputo dell’operazione
chiamata LTRO (Long Term Refinancing Operation) della BCE di Mario
Draghiche che, lo scorso 21 dicembre 2011, è andata soccorso degli
istituti bancari europei, che soffrivanoono di mancanza di liquidità corrente: concessione
di circa 489 miliardi di euro di prestiti a 3 anni ad un tasso di interesse del
1% , con creazione di moneta dal nulla. Con questi soldi, principalmente di
tipo virtuale-elettronico, le banche hanno fatto prestiti agli stati ad un
tasso di interesse (deciso da loro stessi durante le aste primarie di
collocamento dei titoli di stato), molto più alto (6-7% per i BTP italiani, 5%
per i Bonos spagnoli, 3% per gli Oates francesi), facendo lievitare ancora di
più il debito pubblico dei singoli stati, che successivamente giustificheranno
nuove manovre finanziarie, spending review, tagli al weelfare e quant’altro di
depressivo per il sistema e massacrante per la cittadinanza. Un sistema che
definire assurdo e illogico è un eufemismo (è criminale!), che potrebbe
essere smontato facilmente facendo transitare direttamente il denaro dalla
banca centrale agli stati (ovvero ai cittadini) senza passare
dall'intermediazione speculativa delle banche private. Ma i governi degli stati
sono collusi.
Quindi
non solo i soldi si possono stampare, ma si potrebbero utilizzare per le
imprese in sofferenza e i cittadini, invece si decide di gonfiare gli utili già
spropositati delle banche. E’ tutto chiarissimo per chi vuole vedere.
Gli
stati, infine, in un ipotetico new deal del terzo millennio, con la sovranità
monetaria potrebbero creare direttamente posti di lavoro, per esempio ponendo
finalmente mano a tutta una serie di lavori utili alla convivenza civile e alla
sicurezza dei cittadini.
Proposte:
-
Ripristino della sovranità monetaria in termini di indipendenza del
finanziamento del debito pubblico dai mercati; uscita dall’euro se non è
percorribile altra strada (BCE che diventa come la Federal Reserve o la Banca
del Giappone o la Bank of England).
-
Eliminazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione: non esiste legge più
iniqua che tenda ad impoverire i cittadini a favore di una casta che decide
come spendere, non persegue l’efficienza, tende a preservare se stessa, e spesso depreda direttamente: per quale
ragione dovremmo pareggiare un bilancio con le nostre tasse che vede al passivo
sprechi indicibili e privilegi senza fondo? E’ un crimine legalizzato su cui,
per l’ennesima volta (è stato approvato solo qualche mese fa), i cittadini non
sono stati consultati. (In parlamento TUTTI i partiti hanno votato a favore, a
parte IdV e Lega).
- Sistema di punizione che vieti (vedi Argentina)
ogni attività finanziaria speculativa sui derivati, perché gli investimenti
finanziari sono consentiti solamente su titoli e aziende che producono merci
reali.
Lo Stato, tramite la ritrovata capacità di
spesa grazie alle riforme di cui sopra e senza il vincolo del pareggio, deve
investire in decrescita e innovazione eco-ambientale con la creazione di enti
appositi che potranno all’uopo assumere lavoratori e incentivare aziende che operino in questi
campi:
·
investimenti
in infrastrutture
·
salvaguardia
del territorio idro-geologico
·
salvaguardia
degli edifici pubblici (scuole, asili ecc.). Le costruzioni invecchiano e le
manutenzioni sono basilari alla sicurezza.
·
eco-decrescita
(energie alternative, eliminazione sprechi e consumi ecc.)
·
innovazione
e ricerca nell’ambito di cui sopra
·
preservazione
e incentivazione del patrimonio artistico
·
valorizzazione
del paesaggio
·
incremento
del turismo
·
sostegno
a tutte le arti e agli artisti
Tutti i
lavoratori impiegati all’uopo dovranno essere assunti ad un livello retributivo
come minimo pari al reddito di
cittadinanza.
Il reddito di cittadinanza o salario
minimo garantito sostituirà tutti gli ammortizzatori sociali e sarà da
introdursi subito grazie al ripristino della capacità di spesa dello Stato
e alla riforma fiscale di cui sopra. Il
cittadino che godesse di tale reddito e si rifiutasse di lavorare per lo Stato
alle attività di cui sopra, perderà il sussidio.
Altri
elementi per il ricupero di risorse
Vi sono
altri punti assolutamente non banali su cui occorrerebbe intervenire al più
presto per ricuperare risorse. Li citiamo brevemente e solo per completezza.
-
La corruzione secondo la Corte dei Conti vale
circa 60 miliardi di euro (la percentuale dei cittadini italiani che si è vista
chiedere una tangente, secondo i dati Eurobarometer 2011, è del 12 per cento,
contro una media europea dell’8 per cento. Si tratta quindi di circa 4 milioni
e mezzo di cittadini italiani. Secondo l’indice di percezione della corruzione
di Trasparency International, negli ultimi due anni l’Italia ha registrato il
più alto livello di corruzione percepita, superando di gran lunga anche i paesi
più corrotti del Terzo Mondo). Alcune misure:
o
in
caso di rinvio a giudizio per reati di mafia e corruzione, l’amministratore
pubblico che l’ha ricevuta deve essere obbligato a dimettersi immediatamente,
o
Premi
ai dipendenti pubblici che denunciano episodi di corruzione nella p.a.
o
Redditi
dei politici, non solo nazionali, ma anche locali, ai raggi X per legge su
internet.
o
Rotazione
dei funzionari che lavorano nei settori più a rischio. Redditi da pubblicare in
rete.
o
Mandati
elettivi “sensibili” non superiori a 2 (come da programma M5S)
o
Incompatibilità
tra carica pubblica e provenienza del patrimonio personale
o
Impossibilità
a sforare i prezzi con cui si sono vinte le gare di appalto
-
Ogni
anno i costi della politica, diretti
e indiretti, ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre
aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante” sistema istituzionale quantificabili
in circa 6,4 miliardi di euro, arrivando
così alla cifra di 24,7 miliardi di euro. Oltre 1,3 milioni le persone
vivono direttamente, o indirettamente, di politica (145 mila tra
Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.032 Parlamentari
nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.366 Presidenti, Assessori e
Consiglieri regionali; 4.258 Presidenti,
Assessori e Consiglieri provinciali; 138.619 Sindaci, Assessori e Consiglieri
comunali. 12 mila consiglieri circoscrizionali
-8.845 nelle sole Città Capoluogo-; 24 mila persone nei
Consigli di Amministrazione delle 7 mila società, Enti, Consorzi, Autorità di
Ambito partecipati dalle Pubbliche Amministrazioni; quasi 318 mila persone che hanno un incarico o una consulenza
elargita dalla Pubblica Amministrazione; il personale di supporto politico
addetto agli uffici di gabinetto dei Ministri, Sottosegretari, Presidenti di
Regione, Provincia, Sindaci, Assessori Regionali, Provinciali e Comunali; i
Direttori Generali, Amministrativi e Sanitari delle ASL; i componenti dei
consigli di amministrazione degli ATER e degli Enti Pubblici). Alcune misure:
o
Dimezzamento
del numero dei parlamentari (come minimo, ispirarsi al numero di cittadini per
parlamentare di nazioni come gli USA o la Germania).
o
Tetto
massimo agli stipendi e ai rimborsi
o
Una
sola Camera per l’approvazione delle leggi
o
Il
Senato si trasforma in organo delle autonomie locali (Regioni e Comuni) e
legifera nelle materie comuni ottimizzando le risorse, gestendo surplus e
deficit, standardizzando costi dei servizi, gestendo la Sanità (voce numero uno
dei bilanci regionali) con procedure mirate al recupero e all’efficienza
o
Eliminazione
totale dei pluri-incarichi e dei relativi pluri-stipendi.
o
Eliminazione
dei consulenti: sono prestazioni e come tali
-
I costi della criminalità organizzata: la
sottrazione delle risorse a causa delle mafie è valutata in 150 miliardi. Già
solo l’introduzione del Reddito Minimo Garantito dovrebbe togliere un po’ di
terreno al fenomeno di attrazione alle classi di minor reddito. La lotta alle
mafie va fatta con la moralizzazione della politica di cui sopra, con l’educazione
civica nelle scuole, con l’appoggio incondizionato e sostenuto dallo Stato di
tutti i cittadini che denunciano i ricatti, le estorsioni e le usure; con l’impossibilità,
nei territori identificati, ad essere eletti per più di una volta; con la
trasparenza negli appalti tramite una legge nuova e moderna che li disciplini e
con l’impedimento a qualsiasi revisione dei prezzi pattuiti, ora vero pozzo
senza fondo per le amministrazioni; con la liberalizzazione delle droghe (perché
gli alcolici sì e le droghe no? I morti e i costi sociali sono molti di più per
alcolismo).
-
I costi della lentezza della Giustizia
sono difficilmente quantificabili ma ingentissimi. Si pensi solo al fatto che
le aziende estere non investono in Italia anche –ma in modo significativo- per
questa ragione. Due le riforme basilari
o
Eliminazione
TOTALE della prescrizione (che è la ragione per cui i processi si allungano);
non si capisce perché un reato dovrebbe estinguersi solo perché è passato del
tempo.
o
Filtro
ai tre gradi di giudizio (anomalia solo italiana): deve valere solo per i reati
più gravi.
__________________________________________________________
In caso si volesse votare tale programma nel "Forum" del Movimento 5 Stelle:
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/10/nuovo-sistema-fiscale-ed-economico.html
__________________________________________________________
In caso si volesse votare tale programma nel "Forum" del Movimento 5 Stelle:
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/10/nuovo-sistema-fiscale-ed-economico.html
1 commento:
Si potrebbe partire da qui https://secure.avaaz.org/it/petition/Eliminare_gli_abusi_di_potere_nelle_PMI/ per poi estenderla.
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