I più smaliziati, coloro che seguono le vicende mondiali con un minimo di interesse, si sono certo domandati cosa poteva essere, tutto ad un tratto, cambiato in modo da permettere che lo status quo che faceva comodo a tutti fino ad un momento prima, status propedeutico a permettere che gli interessi economici dei potenti del pianeta potessero proliferare indisturbati, dovesse, e soprattutto POTESSE, cambiare così velocemente.
Pensare che improvvisamente il malcontento del popolo sfruttato possa essere la molla che da sola induce il cambiamento, è da ingenui.
Allora chissà quante situazioni dovrebbero esplodere nel mondo. Perchè tale è la norma, non l'eccezione.
La storia insegna che dietro ad un sollevamento popolare, per quanto giustificato, ci sono sempre delle forze che hanno interesse affinchè quel cambiamento avvenga, un cambiamento che possa favorire gli interessi di chi -ancora fuori da un lucroso business- vi vuole entrare a pieno titolo e con tutte le garanzie del caso.
E dunque quali potrebbero essere le ragioni VERE che sottendono ai grandi sconvolgimenti in atto nel nord Africa, prima in Tunisia, poi in Egitto e infine in Libia?
Mi permetto di fare qualche considerazione ALTERNATIVA a quelle proposte comunemente dai media.
PRIMO ASPETTO
(1) Contrariamente alla credenza popolare, le finanze del mondo sono controllate da “banche centrali” private che si presentano come banche del governo in quasi tutti i paesi del mondo (La Corte d’Appello degli Stati Uniti ha stabilito che la Federal Reserve –banca centrale degli USA- è di proprietà privata: 680 F.2d 1239, Lewis c. Stati Uniti d’America N° 80-5905).
Anche se è un segreto gelosamente custodito, i Rothschild e i suoi partnerpossiedono la maggior parte delle azioni delle banche centrali (Federal Reserve Directors: A study of Corporate and Banking Influence, Committee on Banking, Currency and Housing, House of Representatives, 1976, Charts 1-5) (Mullins Eustace: Secrets of the Federal Reserve, 1983).
Con pochissima influenza da parte dei governi, le economie di Tunisia, Egitto, Yemen, Giordania e Algeria sono strettamente controllate dalle banche centrali dei Rothschild e il loro Fondo Monetario Internazionale.
Le banche islamiche hanno tolto terreno ai Rothschild in Medio Oriente, dato che non si applicano interessi (secondo la Sharia) e stanno crescendo molto rapidamente tra la popolazione musulmana del mondo, e ( in tempi economici catastrofici) sono più stabili rispetto alle banche occidentali.
Sebbene sia positivo che la gente si liberi della tirannia dei dittatori, dovrebbe essere liberata anche dalla tirannia del controllo economico e dalla schiavitù delle banche.
“I paesi africani come l’Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia e il Sudan sono interessati negli esercizi di sukuk (obbligazioni islamiche). Gambia ha esordito con un accordo sukuk di 166 milioni di dollari venduto privatamente agli USA nel 2006" (International Finance Review-Reuters-, 2008).
L’articolo del New York Times: “La banca islamica cresce basandosi sulla ricchezza petrolifera, approfittando dei non musulmani” (22 novembre 2007) informa che:
“L’aumento della ricchezza petrolifera porta la banca islamica- che aderisce alle leggi del Corano e la sua proibizione dagl'interessi- a collocarsi a livello mondiale…. Oltre ai prestiti islamici, ci sono le obbligazioni islamiche, carte di credito islamiche ... I prestiti e le obbligazioni che sono conformi al Corano e sono disponibili negli Stati Uniti .... "
“Questa è un’impresa che si sta trasformando da impresa di nicchia a impresa pienamente globale”, secondo Khawaja Mohammed Salman Younis, direttore generale delle operazioni in Malesia della Kuwait Finance House, che è la seconda banca islamica più grande del mondo”. Nei prossimi 3-5 anni le banche islamiche si vedranno in Australia, Cina, Giappone ed altre parti del mondo”.
“Nella banca islamica, i finanzieri sono obbligati a condividere i rischi dei creditori, che significa che i depositanti sono trattati come altri azionisti, guadagnando una quota dei profitti. Le offerte finanziarie assomigliano ai contratti di locazione con opzione di acquisto, per i piani di pagamento a lungo termine, l’acquisto congiunto e gli accordi di vendita o alleanza”.
“La finanza islamica evita anche altre pratiche proibite. I banchieri che soddisfano la Shariah non possono ricevere o fornire fondi per qualunque cosa implichi alcol, giochi d’azzardo, pornografia, tabacco, armi. Secondo la banca islamica questi sono i limiti che qualunque investitore socialmente cosciente può supportare, musulmano o no. Sono previsti anche richiami più severi sul divieto che la banca islamica ha sugli interessi, che deriva dal divieto del Corano all’usura. “Questa è una posizione che ha una lunga tradizione religiosa e storica. L’interesse è ripetutamente condannato nella Bibbia. Aristotele lo ha denunciato, i romani lo limitarono e la chiesa cristiana primitiva lo aveva vietato….”
“La convinzione che l'interesse sia ingiusto sostiene le finanze islamiche…L’accumulo di benefici è mal visto dal Corano a meno che i risparmi sono destinati ad uso produttivo". “Il denaro deve essere usato per migliorare il paese o l’economia, il denaro non può creare denaro”.
“Il tipo di distribuzione dei rischi delle banche islamiche aiuta a ridurre gli abusi che hanno portato al disastro dei mutui subprime negli USA. Gli intellettuali (islamici) considerano "non islamico" il sovraccarico di un cliente con un debito o investire in una compagnia che abbia un eccessivo debito”.
Il Washington Post nell’articolo “La banca islamica: Stabile in tempi traballanti” (31 ottobre 2008) ha informato: “Man mano che le grandi istituzioni finanziare occidentali barcollano una dopo l’altra nella crisi delle ultime settimane, un altro settore finanziario sta guadagnando nuova fiducia: la banca islamica. I difensori della vecchia pratica che vedono la Sharia come una guida che proibisce l’interesse e commercia con il debito, hanno promosso le finanze islamiche come una cura per la crisi finanziaria mondiale”.
L’uso di strumenti finanziari come i derivati, colpevoli della bancarotta di giganti bancari, di assicurazioni e di investimento, nelle banche islamiche è vietato per l'eccessiva possibilità di rischi.
“Il bello del sistema bancario islamico e il motivo per cui può essere usato come sostituto dell’attuale mercato è il fatto che si promette solo ciò che si possiede [ contrariamente al sistema di riserva frazionaria della banche occidentali]. Le banche islamiche non sono protette se l’economia è in declino, soffrono ma non lasciano nessuno in panne’ afferma Majed al-Refaie, che dirige la Unicorn Investment Bank con sede nel Bahrain.
“Il principio teologico dietro il sistema bancario islamico è una legge sacra che dichiara che l’accumulo di interessi è una forma di usura, la quale è proibita nell’Islam. Nel mondo moderno questo si traduce in un approccio nei confronti del denaro diverso da quello occidentale: i soldi non possono stare fermi e generare altri soldi. Per crescere devono essere investiti in attività produttive. “ ‘Nella finanza islamica non puoi ricavare denaro dal nulla’, sostiene Amr al-Faisal, membro del consiglio di amministrazione di Dar al-Mal al-Islami, una holding che possiede diverse banche islamiche e istituti finanziari. ‘I nostri affari devono essere legati a un’attività economica reale, come un bene o servizio. Non si può ricavare denaro dal solo denaro. È necessario avere un edificio che è stato concretamente acquistato, aver reso un servizio, o aver venduto un bene’.
È facile capire perché i Rothschild e loro soci delle banche occidentali convenzionali sarebbero minacciati dalla competizione di un più conveniente e conservatore sistema bancario islamico.
“Secondo Standard and Poor’s, gli investimenti del sistema bancario islamico sono stati di circa 400 miliardi di dollari in tutto il mondo nel 2009. A novembre del 2010, The Banker ha pubblicato la sua più recente autorevole lista dei 500 migliori istituti finanziari islamici con l’Iran in testa.” (iStockAnalyst, 8 febbraio 2011)
Il 20 gennaio 2011, la Zitouna Bank, prima banca islamica della Tunisia è stata confiscata dalla Banca Centrale della Tunisia, dei Rothschild. La banca di proprietà di Sakher El Materi, genero trentenne del deposto leader tunisino Zine El Abidine Ben Ali è stata posta sotto “il controllo” della banca centrale. Materi si trova ora a Dubai. La mossa è stata fatta il giorno dopo l’arresto di 33 persone legate a Ben Ali per crimini contro la nazione. La televisione di stato ha mostrato il materiale sequestrato consistente in oro e gioielli. Anche la Svizzera ha congelato i beni della famiglia di Ben Ali.
Le banche islamiche sono minacciate dalla rivoluzione dei Rothschild?
Ricordate il vecchio Potter contro Harry Bailey: lo scenario sembra tratto dal film del 1946 di Frank Cappa: “It’s a wonderful life”, dove Il Vecchio Potter (Rothschild) preleva i tradizionali risparmi e prestiti di Harry Bailey (Banca islamica). La situazione potrebbe anche diventare questa se tutti i correntisti, spaventati dalla crisi e dalle campagne mediatiche, corressero a prelevare i risparmi dalle casse delle banche islamiche.
Ricordate il vecchio Potter contro Harry Bailey: lo scenario sembra tratto dal film del 1946 di Frank Cappa: “It’s a wonderful life”, dove Il Vecchio Potter (Rothschild) preleva i tradizionali risparmi e prestiti di Harry Bailey (Banca islamica). La situazione potrebbe anche diventare questa se tutti i correntisti, spaventati dalla crisi e dalle campagne mediatiche, corressero a prelevare i risparmi dalle casse delle banche islamiche.
Queste rivoluzioni dei Rothschild sono operate con la pretesa di portare democrazia e di deporre i despoti, ma il vero obiettivo è quello di creare un caos iniziale e il vuoto di leadership, quindi di offrire velocemente la soluzione: istaurare un burattino che farà gli interessi economici dei Rothschild. Il cittadino guadagna la libertà di espressione e di associazione ma viene asservito sotto l’aspetto economico.
Queste rivoluzioni sono molto probabilmente coordinate ai livelli più alti dal Rothschild International Crisis Group. Mohamed ElBaradei è stato già preparato a fare il leader in Egitto. ElBaradei è un fiduciario dell’International Crisis Group. Un altro consigliere di questo gruppo è Zbigniew Brzezinski. George Soros siede nel comitato esecutivo. Gli ultimi due sono personaggi onnipresenti per conto dei Rothschild.
Le rivoluzioni appartengono allo stesso programma politico delle ‘rivoluzioni colorate’ non violente. Queste rivoluzioni hanno avuto successo in Serbia (in particolar modo la rivoluzione dei Bulldozer del 2000), in Georgia con la Rivoluzione rosa del 2003, nella rivoluzione arancia Ucraina del 2004 nella rivoluzione dei cedri nel Libano e (sebbene più violenta delle precedenti) nella rivoluzione dei Tulipani del Kyrgyzstan nel 2005, e nella rivoluzione dei gelsomini in Tunisia. La rivoluzione verde iraniana del 2009 non ha avuto successo.
Le rivoluzioni appartengono allo stesso programma politico delle ‘rivoluzioni colorate’ non violente. Queste rivoluzioni hanno avuto successo in Serbia (in particolar modo la rivoluzione dei Bulldozer del 2000), in Georgia con la Rivoluzione rosa del 2003, nella rivoluzione arancia Ucraina del 2004 nella rivoluzione dei cedri nel Libano e (sebbene più violenta delle precedenti) nella rivoluzione dei Tulipani del Kyrgyzstan nel 2005, e nella rivoluzione dei gelsomini in Tunisia. La rivoluzione verde iraniana del 2009 non ha avuto successo.
I Rothschild vogliono che i musulmani del Nord Africano prendano soldi in prestito dalle loro banche e che paghino gli interessi al tasso deciso dalla Banca Centrale dei Rothschild: non vogliono che la gente possa prendere soldi dalle banche islamiche senza pagare alcun interesse. I Rothschild vogliono che i musulmani scambino la loro attuale oppressione politica ad opera di brutali dittatori con il futuro asservimento economico sotto il controllo del banchiere Lord Rothschild.
(1) Tratto dal sito "Informare per resistere".
SECONDO ASPETTO
La Libia è una nazione ricca di petrolio, una delle più ricche 10 nel mondo. La Libia ha le maggiori riserve accertate di petrolio in Africa, almeno 44 mila milioni di barili. Ha iniziato a produrre 1,8 milioni di barili di greggio al giorno di una qualità superiore che richiede meno raffinazione rispetto alla maggior parte del petrolio. La Libia ha anche grandi depositi di gas naturale più facile da incanalare verso i mercati europei. Si tratta di un grande paese con una esigua popolazione di 6,4 milioni di persone.
Banche e istituzioni finanziarie americane che dominano i mercati mondiali sono molto interessate alla Libia.
Petrolio e gas sono attualmente la merce più preziosa e la più grande fonte di profitto nel mondo. Il controllo di giacimenti petroliferi, oleodotti, raffinerie e mercati è ciò che guida la gran parte della politica degli Stati Uniti
Nel corso di due decenni di sanzioni USA, in Libia, di cui Washington sperava di rovesciare il regime, le imprese europee hanno investito molto nello sviluppo di "prodotti locali" e nelle infrastrutture nel paese. Circa l'85% delle esportazioni della Libia energia va in Europa.
Multinazionali europee, tra cui BP, Shell, Total, Eni, BASF, Statoil e Repsol, dominano il mercato del petrolio libico. I colossi statunitensi del petrolio sono esclusi da questi lucrosi affari. La Cina sta comprando una crescente quantità di petrolio prodotto dal National Oil Corporation di Libia e ha appaltato la costruzione di un gasdotto in Libia che verrà costruito a breve .
I benefici immensi derivanti dall'acquisire il controllo del petrolio e del gas naturale Libici fanno gola. E potrebbero il motivo principale nascosto dietro l'intenzione di ingerenza USA camuffata da "intervento umanitario per salvare vite umane".
Sono in molti a pensare che Gheddafi sarà rovesciato, questo potrebbe far crollare l'intero quadro delle relazioni economiche con la Libia e spianare la strada alle multinazionali con sede negli USA, finora quasi completamente escluse dallo sfruttamento delle riserve energetiche in Libia. Pertanto se fossero gli Stati Uniti a guidare il rovesciamento, poi potrebbero controllare il rubinetto delle fonti di energia che ora dipende in gran parte dell'Europa, e che prevedeva a breve l'entrata della Cina, ormai il maggiore competitor degli USA a livello mondiale.
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