Sulla guerra libica le perplessità aumentano di giorno in giorno.
A mio parere occorre distinguere due diversi livelli di valutazione.
Il primo è quello della popolazione. Un dittatore sfrutta il suo popolo da 42 anni? Il popolo non ne può più e si solleva? Credo sia quanto di più sacrosanto e normale, per certi versi auspicabile, possa succedere!
Quindi è impossibile non essere dalla parte di chi -finalmente- si ribella alla mancanza di libertà e diritti civili. Ad essi doveva e deve andare tutta la solidarietà e tutto l'appoggio nostro e delle democrazie -o presunte tali- occidentali. Sul come questo appoggio avrebbe potuto estrinsecarsi ci sono molteplici interpretazioni.
Ad esempio -uno fra tutti- Gino Strada, uno che di problematiche del genere ne ha viste molte ha un'idea diversa su cosa si poteva fare.
Sul terreno dunque parteggiamo per popolo affamato e sfruttato.
A mio parere occorre distinguere due diversi livelli di valutazione.
Il primo è quello della popolazione. Un dittatore sfrutta il suo popolo da 42 anni? Il popolo non ne può più e si solleva? Credo sia quanto di più sacrosanto e normale, per certi versi auspicabile, possa succedere!
Quindi è impossibile non essere dalla parte di chi -finalmente- si ribella alla mancanza di libertà e diritti civili. Ad essi doveva e deve andare tutta la solidarietà e tutto l'appoggio nostro e delle democrazie -o presunte tali- occidentali. Sul come questo appoggio avrebbe potuto estrinsecarsi ci sono molteplici interpretazioni.
Ad esempio -uno fra tutti- Gino Strada, uno che di problematiche del genere ne ha viste molte ha un'idea diversa su cosa si poteva fare.
Sul terreno dunque parteggiamo per popolo affamato e sfruttato.
Al secondo livello, quello superiore, quello dei grandi interessi economici in gioco, non possiamo fare finta di non vedere cosa accade, seguendo come sempre la scia lasciata dai soldi.
Innanzitutto al riguardo dei ribelli vi sono non poche perplessità legate ad una possibile strumentalizzazione.
Serpeggiano dubbi rispetto alle notizie delle fosse comuni, dei bombardamenti aerei contro "folle di manifestanti", sulle stesse folle di manifestanti e sul numero dei morti che hanno giustificato l'intervento dell'ONU. Qualcuno afferma che fossero false.
Addirittura domenica sera al Tg2 delle 20.30 lo speaker affermava che ci fossero stati reparti britannici (SAS) in appoggio alle truppe ribelli libiche!
Ne ho trovato notizie su internet: qui e qui, quest'ultima dove si afferma tra l'altro che "Centinaia di soldati delle forze speciali britanniche Sas sarebbero in azione da almeno tre settimane in Libia al fianco dei gruppi ribelli, afferma oggi il quotidiano Sunday Mirror".
Se la notizia fosse vera sarebbe gravissima e testimonierebbe a favore della strumentalizzazione dei ribelli ai fini di interessi ben diversi dalla libertà...
Ma andiamo alla risoluzione ONU. Ci sbandierano la decisione per una "No fly zone" e poi, dopo mezzo secondo, attaccano direttamente obbiettivi a terra! E' normale?
I più rimangono perplessi, la Lega Araba prende posizione contro questa interpretazione.
Si scopre che la risoluzione parla anche di "fare tutto ciò che risulterà necessario per proteggere i civili". Questa indicazione viene interpretata in modo piuttosto estensivo, soprattutto dai francesi, che scalpitano per iniziare a bombardare (vedremo poi perchè), seguiti a ruota da USA e Gran Bretagna.
Domandarsi poi se i civili non rischino con i bombardamenti occidentali (le famose bombe intelligenti sappiamo che non esistono) è lecito? Non c'è una contraddizione?
Il comando poi? Un dettaglio, la necessità è bombardare a più non posso e da subito. E allora ognuno per sé con un coordinamento non si sa bene di che tipo...
Tutto è confuso al punto che la Norvegia si dissocia fino a quando non ci saranno le idee chiare.
L'Italia, che è la vera conoscitrice del territorio, con i maggiori interessi in Libia, vera padrona di casa, si accoda pedissequamente al treno dei volenterosi bombardatori.
Fino al momento in cui si accorge anche lei, è notizia delle ultime 24 ore, che qualcosa non quadra.
Ieri sera il ministro della difesa La Russa veniva attaccato persino da Castelli (Lega) e Belpietro (Libero).
Il titolo di quest'ultimo stamattina riportava "A loro il petrolio a noi i clandestini"con sintesi veramente efficace. E se è Libero a scrivere così figuriamoci quale deve essere il livello della beffa all'Italia e ai suoi interessi.
La posizione dell'Italia è addirittura penosa e ridicola.
E' partita parteggiando per Gheddafi quando tutta la comunità internazionale si schierava contro la dittatura e a favore dei ribelli, per arrivare dopo un paio di settimane a far partire dalle proprie basi e i velivoli che bombardano il territorio libico (italiani compresi). Una capriola con doppio avvitamento niente male!Ne ho trovato notizie su internet: qui e qui, quest'ultima dove si afferma tra l'altro che "Centinaia di soldati delle forze speciali britanniche Sas sarebbero in azione da almeno tre settimane in Libia al fianco dei gruppi ribelli, afferma oggi il quotidiano Sunday Mirror".
Se la notizia fosse vera sarebbe gravissima e testimonierebbe a favore della strumentalizzazione dei ribelli ai fini di interessi ben diversi dalla libertà...
Ma andiamo alla risoluzione ONU. Ci sbandierano la decisione per una "No fly zone" e poi, dopo mezzo secondo, attaccano direttamente obbiettivi a terra! E' normale?
I più rimangono perplessi, la Lega Araba prende posizione contro questa interpretazione.
Si scopre che la risoluzione parla anche di "fare tutto ciò che risulterà necessario per proteggere i civili". Questa indicazione viene interpretata in modo piuttosto estensivo, soprattutto dai francesi, che scalpitano per iniziare a bombardare (vedremo poi perchè), seguiti a ruota da USA e Gran Bretagna.
Domandarsi poi se i civili non rischino con i bombardamenti occidentali (le famose bombe intelligenti sappiamo che non esistono) è lecito? Non c'è una contraddizione?
Il comando poi? Un dettaglio, la necessità è bombardare a più non posso e da subito. E allora ognuno per sé con un coordinamento non si sa bene di che tipo...
Tutto è confuso al punto che la Norvegia si dissocia fino a quando non ci saranno le idee chiare.
L'Italia, che è la vera conoscitrice del territorio, con i maggiori interessi in Libia, vera padrona di casa, si accoda pedissequamente al treno dei volenterosi bombardatori.
Fino al momento in cui si accorge anche lei, è notizia delle ultime 24 ore, che qualcosa non quadra.
Ieri sera il ministro della difesa La Russa veniva attaccato persino da Castelli (Lega) e Belpietro (Libero).
Il titolo di quest'ultimo stamattina riportava "A loro il petrolio a noi i clandestini"con sintesi veramente efficace. E se è Libero a scrivere così figuriamoci quale deve essere il livello della beffa all'Italia e ai suoi interessi.
La posizione dell'Italia è addirittura penosa e ridicola.
Partecipa ad una guerra contro un paese che fino a pochi giorni fa era alleato e con il quale esiste un interscambio commerciale che sembra sia pari al 2% del PIL (in ogni caso siamo il miglior partner commerciale della Libia), senza almeno seguire, dopo aver commesso tanti e tanti errori, l'esempio della Germania che è rimasta neutrale. Perché non ci siamo accodati alla Germania? Se un grande Stato europeo è rimasto neutrale potevamo farlo anche noi. Perché non lo abbiamo fatto?
Ieri sera a Porta a Porta il ministro La Russa, in difficoltà alle domande poste dallo stesso Vespa (!), sosteneva che, dato che l'Italia non può porre il veto nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, proprio per tutelare i suoi interessi, non poteva che saltare sul carro.
Altrimenti sarebbero stati gli altri, dopo aver vinto, a fare affari con il nuovo governo eventualmente insediato.
E' una lettura che ci può stare ma, vediamo ora, con le retromarce che l'Italia cerca di fare (comando alla NATO, ritiro disponibilità basi in caso contrario), che forse una posizione più simile a quella della Germania, con tutte le possibilità di dialogo che abbiamo, ci sarebbe potuta andare molto meglio, non facendoci fare i guerrafondai come per altro prevede la nostra Costituzione.
Senza contare che proprio ieri sera, il portavoce di Gheddafi dichiarava in diretta: "noi abbiamo aderito al cessate il fuoco e chiediamo l'invio di osservatori ONU imparziali per verificarlo, voi invece non ascoltate e inviate solo bombe".
Credo che come minimo occorrerebbe fare delle verifiche sul terreno prima di bombardare, se l'obbiettivo è veramente la pace e la protezione dei civili. per lasciare poi spazio alle trattative diplomatiche che l'Italia sarebbe l'unico paese a poter sovrintendere.
Un altro aspetto importante è che nessuno pare avere la minima idea di quale sia l'obbiettivo di questo bombardare, se non ci sarà una missione terrestre. Pare chiaro a tutti che Gheddafi non potrebbe rimanere al suo posto, soprattutto dopo che lo si è attaccato e che vorrebbe vendicarsi con terrorismo o quant'altro verso l'occidente o gli stessi rivoltosi. Ma come esautorarlo? Con le sole bombe dall'alto? Saranno intelligenti ma non così tanto...
Qualcuno accenna alla divisione del paese in Cirenaica e Tripolitania... pare però un assurdo per gli stessi libici ribelli.
La verità è che nessuno sa cosa accadrà e quali obbiettivi politici siano da perseguire.
Una sola cosa è chiara: mettere le mani sul petrolio e su gas. Questo vogliono francesi, inglesi e statunitensi. Il resto è un dettaglio.
Altrimenti non si spiegherebbe nemmeno perchè dove non ci sono interessi perseguibili, ma i diritti umani sono negati, nessuno si sogna di intervenire.
E' veramente penoso osservare che proprio il giorno dopo il suo 150 compleanno l’Italia viene lesa nella poca politica esterna autonoma che aveva nel Mediterraneo, persino quella che aveva con l’inquilino dirimpetto. La ciliegina sulla torta potrebbe essere molto pesante: l’ENI che perde le concessioni a favore della British Petroleum (BP), Total, Chevron e Shell. Scacciati da una delle tre aree in cui si continuano a scoprire risorse energetiche o nuovi giacimenti. Palese l'intenzione che vorrebbe togliere all'Italia la funzione di ponte europeo verso l’Africa ed il Medioriente, e pure lo spazio di manovra per un’autonoma politica energetica, volta a garantire l’autosufficienza attraverso una propria impresa multinazionale, parzialmente statale.
Quel che un mese fa era un putch militare interno per assicurarsi il controllo dei giacimenti della Libia, divenuto poi un golpe fallito, ha preso finalmente le sembianze di una manovra separatista infruttuosa. Per andare a buon fine, gli sponsor “occulti” di Francia, Inghilterra e Stati Uniti devono sporcarsi le mani- con un intervento diretto. Opportuno riflettere sul perchè la Germania si defila e dice nein.
L'Italia si è dovuta mettere in riga e consegnare gli aeroporti per l’aggressione ad un Paese con cui vigeva un freschissimo trattato d’amicizia, e con cui era in affari contanti e sonanti.
E questo, dice qualcuno, che va ancora più in là nel leggere le strategie del Vero Potere che governa il mondo, potrebbe essere solo l’antipasto, poichè gli anglosax esigeranno sempre di più, e puntano alla rottura dell’accordo con la Russia per il gasdotto South stream. L’Italia si coinvolge in un’avventura neo-coloniale, accetta la spartizione e/o l’annientamento della Libia, ricevendo il premio di potersi riscaldare con merce comprata alla concorrenza. Dovrà stracciare anche l’accordo con i russi? La Germania invece sta in parte e procede indisturbata con il progetto di forniture dirette di idrocarburi dalla Russia.
Si sa che gli inglesi sono nemici dell’unificazione europea, eterni cavalli di Troia di Washington, ma oggi le elites dirigenti italiane subiscono impotenti le iniziative sanzionatorie di un Paese in serio affanno, con i conti in forte disordine, disperato al punto che scalpita scompostamente per risarcirsi con la ricchezza concreta dell’oro nero (mica le bubbole cartacee della City e di Wall street). Con il disastro della Luisiana, la British Petroleum è parecchio malconcia, e dopo il “disastro perfetto” del Giappone anche i Lloyds annaspano e cercano liquidità.
[Liberamente tratto da Stringiamoci a coorte, l’Italia s’è desta, ci han fatto la festa]
Corollario energetico
Dopo uno dei più grandi terremoti che abbia mai scosso la terra, che casualmente si è verificato in una delle coste del Giappone dove ci sono un gran numero di centrali nucleari, le informazioni che stiamo ricevendo da parte dei media occidentali si concentrano quasi esclusivamente, sul pericolo di possibili fughe radioattive dalle centrali colpite dal terremoto, lasciando in secondo piano il fatto che vi sono ancoramigliaia di dispersi e che i danni subiti stanno mettendo in grosse difficoltà la vita di decine di migliaia di giapponesi. L’attenzione che le corporazioni mediatiche occidentali danno al pericolo nucleare in Giappone, ed il modo di affrontarlo, ci può dare qualche indizio sul fatto che esistono interessi nascosti dietro questa tragedia, dato che queste multinazionali della (dis)informazione non sono altro che strumenti creati e finanziati per difendere gli interessi dei grandi oligarchi del capitalismo,
gli argomenti trasmessi e il modo di farlo (creando allarme sociale) in nessun caso hanno come obiettivo favorire le grandi maggioranze, ma quello di proteggere gli interessi dei primi di fronte alle richieste dei secondi. Per questo non abbiamo il minimo dubbio che dietro la grande attenzione sui rischi nucleari in Giappone data da questi mass media si nascondano interessi occulti per il grande capitale internazionale, se così non fosse, avrebbero semplicemente nascosto le informazioni come fanno tante volte (il caso della Libia è un recente esempio, dove i mass media non dicono assolutamente nulla delle massicce manifestazioni di sostegno all’attuale governo).Dopo uno dei più grandi terremoti che abbia mai scosso la terra, che casualmente si è verificato in una delle coste del Giappone dove ci sono un gran numero di centrali nucleari, le informazioni che stiamo ricevendo da parte dei media occidentali si concentrano quasi esclusivamente, sul pericolo di possibili fughe radioattive dalle centrali colpite dal terremoto, lasciando in secondo piano il fatto che vi sono ancoramigliaia di dispersi e che i danni subiti stanno mettendo in grosse difficoltà la vita di decine di migliaia di giapponesi. L’attenzione che le corporazioni mediatiche occidentali danno al pericolo nucleare in Giappone, ed il modo di affrontarlo, ci può dare qualche indizio sul fatto che esistono interessi nascosti dietro questa tragedia, dato che queste multinazionali della (dis)informazione non sono altro che strumenti creati e finanziati per difendere gli interessi dei grandi oligarchi del capitalismo,
D’altra parte, richiamano l’attenzione anche alle parole del cancelliere tedesco, Angela Merkel, fedele difensore degli interessi del capitalismo internazionale, che poche ore dopo la tragedia, ha concentrato il dibattito sulla sicurezza delle centrali nucleari: “Quanto avvenuto in Giappone è un punto d’inflessione per il mondo” e “la Germania rivedrà i suoi standard sulla sicurezza nucleare e centrali atomiche di fronte all’incidente registrato in uno stabilimento giapponese”, ha annunciato Angela Merkel (Fonte: emol.com).
Anche in questo senso si trovano le dichiarazioni del vicesegretario delle Comunicazioni del Partito Popolare Spagnolo, Esteban Gonzalez Pons, che ha detto che “la catastrofe giapponese mette in dubbio la sicurezza di tutte le infrastrutture in Europa, incluso quelle del nucleare, ma non la loro natura o utilità” e ai giornalisti ha detto che si devono “prendere misure di sicurezza necessarie per prevenire circostanze di tali caratteristiche o anche di maggior gravità, se fosse possibile” (Fonte: adn.es).
Potrebbero queste misure, se attuate, servire per prolungare la cosiddetta vita utile delle centrali nucleari che molti governi avevano promesso di chiudere? (ricordiamo la capacità del Vero Potere di usare situazioni apparentemente ostili a proprio beneficio: cambiamento climatico, terrorismo, ecc)
Oppure, al contrario, mira a far si che il Giappone ed altri paesi abbandonino l’energia nucleare per renderli ancora più dipendenti dal petrolio, di fronte ad una possibile invasione imperialista della Libia, nona produttrice di petrolio nel mondo?
Oppure si vogliono fermare le vecchie centrali per poi sostituirle con quelle falsamente (e mediaticamente) proposte come sicure, di terza generazione?
Dovremo aspettare gli avvenimenti per sapere dove si sta puntando, quello che è certo è che “qualcosa puzza” nella crisi nucleare provocata dal terremoto-tsunami del Giappone, in piena crisi energetica, provocata a sua volta dall’ingerenza imperialista nel Nord Africa e nel Medio Ambiente. Sfortunatamente, è di nuovo l’umanità che paga il maggior prezzo.
[Liberamente tratto da Terremoto, tsunami e allarme nucleare in Giappone, un cocktail esplosivo in piena crisi energetica. Coincidenza?]
Siamo ineluttabilmente in un periodo molto buio della storia.
La prepotenza, l'avidità, l'efficacia terribile del Vero Potere e della sua longa manus creativa di costruzione della realtà grazie ai media asserviti, il livello veramente basso delle classi dirigenti della maggioranza degli stati - classi dirigenti che si stanno livellando al pari degli stessi consumatori pedissequi, indebitati cronici e teledipendenti che rappresentano -, l'irragionevolezza dei ragionamenti che si ascoltano, l'inaffidabilità e l'assenza di buon senso nei comportamenti che vanno per la maggiore, tutto lascia supporre che le forze del Vero Potere non trovino molti ostacoli al loro cammino di breve periodo e che abbiano la possibilità di vincere l'offensiva in atto volta a portar loro più risorse e più potere, a discapito dei popoli della terra.
Non rimane che armarsi di grande pazienza e sempre maggiore consapevolezza.
Le grandi ingiustizie si risolvono sempre partendo dalle piccole azioni, quelle suggerite da una consapevolezza diversa, da un maggior collegamento con la propria buona coscienza ispirata a sua volta dall'ideale di Bene Universale che pulsa -nostro malgrado- in ognuno di noi.
3 commenti:
Un ottimo quadro, su cui - purtroppo - mi trovo d'accordo... Ora lo condivido. Grazie!
Grazie a te, anonimo amico!
Un'altra ricostruzione alternativa quanto interessante degli eventi, per chi avesse voglia di leggersela:
http://www.vocidallastrada.com/2011/03/medio-oriente-la-controrivoluzione-di.html
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