IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

mercoledì 6 aprile 2011

Anche in azienda una vita degna di essere vissuta

In tanti anni di esperienza aziendale e consulenziale, in posizioni e realtà anche molto diverse tra loro, ho accumulato la serie di osservazioni che vi propongo in breve.
Innanzi tutto dobbiamo considerare che su 8760 ore annuali, circa 2900 le trascorriamo dormendo, e delle restanti 5860, al lavoro ne dedichiamo dalle 2200 alle 3000 dei casi più disperati, considerando anche i tempi di trasferimento.  
Ne consegue che la vita vissuta per il lavoro è pari a circa il 44% del tempo vivibile, nonché il 25% di una vita intera.
Considerando inoltre il fatto che il “range” di ore é di solito corrispondente al “periodo di luce”, che é certamente il momento più prolifico e più adatto alle attività umane in genere, possiamo ben capire come sia basilare che anche la vita che trascorriamo sul posto di lavoro sia degna di essere vissuta. Diversamente rischiamo di vivere una vita infelice.

Spesso la consapevolezza di essere un piccolo ingranaggio facente parte di un meccanismo mondiale, ovvero il meccanismo del profitto e del consumo che permea l’umanità in questa sua era, il sentirsi nelle mani di individui privi di scrupoli, asserviti ad un disegno globale che non è la quintessenza della filantropia, può accasciare il morale più di qualsiasi altra cosa. Occorre però ricordarsi che il mondo è tale perché anche noi facciamo la nostra parte perché lo sia. Il modo migliore per cambiare il mondo è cambiare noi stessi, iniziando da dentro di esso, non rifiutandolo e ponendoci al di fuori, cosa che ci porterebbe solo ad essere poi estromessi dalla società e non più in grado di incidere su di essa. Occorre essere riformatori, ma di se stessi, e poi essere uomini retti, nel mondo, non fuori del mondo: solo in tal modo potremo essere di esempio. Ciò non toglie che vivere sul posto di lavoro sia un’impresa non sempre facile oggigiorno. 

Il presente saggio prescinde da considerazioni attinenti alla sempre maggiore precarietà del lavoro. Un tempo chi trovava un lavoro lo trovava spesso per tutta la vita. Ora la temporaneità la fa da padrone in qualsiasi società. I giovani vivono questa provvisorietà in modo ancora più profondo, li salva solo il non avere molti termini di paragone con una situazione diversa, che era quella dei propri genitori… Ovviamente il sentirsi insicuri, sempre in pericolo di perdere reddito e capacità di acquisto, aggrava di molto certi aspetti di cui andremo a parlare. Ciò non di meno le validità di atteggiamenti mentali “adeguati”, sul lavoro, è ancora più pressante.

In sintesi quali sono dunque le domande a cui necessita dare una risposta:
Perché é più difficile stare bene sia con gli altri sia con se stessi sul posto di lavoro?
Perché la maggior parte delle persone non è soddisfatta del lavoro che fa?
Perché lo stress negativo regna sovrano nelle aziende e sul posto di lavoro in genere?

1 commento:

Aisha ha detto...

Molto utile e interessante. Leggerlo mi ha pacificata e dato vari consigli e suggerimenti. La fatica è rimanere sintonizzati con queste frequenze quando poi si è immersi in certi "ambientini"... Fammi gli auguri! ;OP