Non sono certo tra coloro che si disperano per questa morte, tuttavia non si può fare finta di nulla: siamo inevitabilmente costretti a domandarci come mai le cose sono andate in modo così strano. Perché non tentare di catturarlo vivo e fargli un processo, come è previsto in USA per tutti i criminali, anche i più efferati (e come fatto per Saddam o Milosevic o per i molti detenuti di Guantanamano coinvolti con gli attentati dell'11 settembre)?
Perché non si sono viste prove di nessun tipo, anzi l'unica foto era un falso esagerato? Perché si sono sbarazzati -se è vero- in tutta fretta del cadavere, con una strana cerimonia avvenuta su una portaerei americana, buttando il corpo in mare? Cosa impediva di conservarlo almeno per un po' -il tempo di farne la prova ineludibile dell'avvenuta morte- in una camera mortuaria refrigerata e poi magari seppellirlo senza rivelare dove, se si temevano peregrinazioni di qualsiasi tipo?
Poter vedere il corpo significava anche far capire come era morto, e magari i dubbi e contrasti con le versioni ufficiali dell'accaduto... chissà?
"Oh... volevate vedere il corpo? Ci dispiace, non c'è più... Volevate vedere le foto e gli esami fatti sul cadavere? Non si può, Segreto di Stato, very sorry". Et voilà, les jeux sont faits...
Tutte domande e considerazioni -credo- legittime che, non trovando risposte logiche, autorizzano ipotesi imbarazzanti, ancor più significative se pensiamo al fatto che anche chi asserisce di averlo ucciso, ha e aveva perfettamente chiari gli interrogativi che sarebbero nati legati a tale ambigui e tentennanti modus operandi.
Non credo che Bin Laden non sia effettivamente morto, ma credo fortemente che ci siano serie ragioni per giustificare il fatto che non sia stato preso prigioniero e che non si sia potuto vedere il cadavere.
Ci stanno dicendo che a breve forniranno un video... ma il pensiero che ci stiano lavorando persino quelli della Pixar si insinua nella mente anche dei più ingenui.
Tutti che esultano, dagli USA alla Cina, dal Manzanarre al Reno. In Italia finalmente vediamo pure destra e sinistra unirsi stranamente al coro globale.
Sarà ma non tornano troppe cose.
Obama in calo di popolarità che a un anno dalle elezioni ritrova l'aggressività che al popolo americano piace così tanto, quel taglio tipico da film western dell'occhio per occhio e dente per dente.
L'occidente, americani in testa, che ci dicono che ora c'è da temere ritorsioni, per cui la paura aumenta e giustifica ulteriormente la guerra al terrorismo (e quindi l'impegno militare tanto caro all'industria degli armamenti: bilancio militare mondiale di 1.460 mila miliardi di dollari!).
L'interesse americano e occidentale a rimanere permanentemente a presidiare l'area mondiale dove sono presenti le più grandi riserve di petrolio e gas.
Paradossalmente l'aver "giustiziato" come scrivono tanti giornali, Osama Bin Laden, non porta alcun vantaggio nella guerra al terrorismo, anzi ne crea di altri, se è vero ciò che ci dicono. Alla luce poi del fatto che ormai al Qaeda non avesse più potere reale, che fosse diventata poco più di un nome, senza più una struttura centralizzata di comando, mezzi significativi, capacità di raccordo tra le varie cellule, e che Osama bin Laden fosse diventato poco più del classico spauracchio dell’Occidente, e che l’indebolimento di al Qaeda sia stato il più grosso successo della campagna americana dopo l’11 Settembre, con i terroristi costretti alla fuga dall’Afghanistan nell’esigenza di nascondersi, vagare, sopravvivere, smettendo di esercitare una reale influenza, e diventando poco più di un franchising,
tutto questo non può non fare pensare che si tratti semplicemente, come accade da sempre in questo mondo dominato dalla manipolazione della verità, di una grande operazione di marketing internazionale.
A tutte queste considerazioni ne aggiungo una finale: e se ciò che poteva rivelare Bin Laden fosse stato esplosivo, in termini di rapporti reali con gli USA (la famiglia Bin Laden è ricca grazie al petrolio ed ha avito contatti con la famiglia Bush) e di effettiva responsabilità sugli attentati (le tesi che affermano che non furono effettivamente gli aerei a far cadere le torri, o che comunque asseriscono quanto sia strano che tali aerei siano potuti arrivare sui bersagli più protetti del pianeta -non dimentichiamo il Pentagono- senza essere intercettati prima, l'odissea dei parenti delle vittime che non riescono ad ottenere la verità ecc.), non sarebbe la cosa più ovvia avergli impedito di parlare?
Ai posteri l'ardua sentenza.
A noi il dubbio rimane, e grosso.
Per approfondire:
«Al Qaeda è morta da anni» (intervista a Karim Mezran, direttore del Centro studi strategici americani e docente di studi mediorientali alla Johns Hopkins University)
I misteri di bin Laden
«Giustizia non è fatta» Serwer: perché l'uccisione di Osama è anti-democratica.
Il riciclaggio della guerra al terrorismo
Quando la famiglia Bib Laden faceva affari con la famiglia Bush
Ma quale guerra al terrorismo?
L'opinione di Giulietto Chiesa: vale la pena perdere qualche minuto per ascoltarla
Dal Corriere della Sera del 5 maggio 2011
«Un errore legale occultare
i dettagli in un caso simile»
«Bisognava garantire un'autopsia e prevenire i dubbi dei cospirazionisti»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK - «L'assassinio di Osama Bin Laden è stato gestito in maniera catastrofica dall'inizio alla fine. La decisione di non pubblicare le foto post-mortem del leader di Al Qaeda scattate dai Navy Seals è solo l'ultimo di una lunga serie di errori commessi dal nostro presidente». Alan Dershowitz, il leggendario avvocato di Harvard considerato il principe del foro Usa, è da sempre un obamiano convinto. Ma dopo l'ultimo colpo di scena nell'interminabile saga che da giorni tiene l'America col fiato sospeso, non riesce a trattenersi. «Gli errori giudiziari commessi in questo caso ci perseguiteranno per anni, forse decenni a venire», spiega Dershowitz, immortalato da Ron Silver nel 1990 nel film «Il Mistero Von Bulow». «Parlo da avvocato - tiene a precisare - o meglio da penalista che ha presieduto al più alto numero di processi per omicidio di qualsiasi altro legale al mondo».
In cosa ha sbagliato il presidente Obama?
«Ha deciso di trattare il leader di Al Qaeda in maniera diversa rispetto a tutti gli altri soggetti negli innumerevoli casi criminali che affollano i tribunali Usa. L'ha arbitrariamente privato di un soggiorno all'obitorio e di un'autopsia con cui un medico legale poteva stabilire con certezza scientifica le circostanze della sua morte. Appurando il punto esatto d'entrata e di uscita delle pallottole e stabilendo se gli hanno sparato di fronte o da dietro, da fermo o in movimento. Ogni minimo dettaglio del cadavere avrebbe dovuto essere meticolosamente fotografato, com'è prassi nei sistemi giudiziari di tutto il mondo, e invece non è successo».
Non c'era tempo per tutto ciò se si voleva seppellirlo entro le 24 ore, come stabilisce la legge islamica.
«Altra assurdità: perché mai Obama ha deciso di inchinarsi alla sharia, gettando Bin Laden nell'oceano in pasto ai pescecani, quando in qualsiasi altro caso o indagine criminale la religione dei soggetti non conta?».
Il presidente temeva di offendere la piazza araba, mettendo a rischio la vita delle truppe americane oltreoceano.
«Balle. Anche gli arabi sono abituati a vedere le foto di cadaveri sui giornali in tv e su Internet. La corsia preferenziale accordata a Bin Laden e i tantissimi dubbi e misteri cui dà adito non faranno che incoraggiare i teorici della cospirazione che già infiammano il web».
L'Amministrazione ha qualcosa da nascondere?
«Personalmente non lo credo, ma Obama ha oltrepassato le sue prerogative presidenziali, prima gettando Bin Laden in mare e poi vietando la diffusione delle sue foto al pubblico. Ha violato senza ritegno il primo emendamento della Costituzione americana e può star certa che i media e il Congresso presto gli faranno causa per pubblicarle, come stabilisce il Freedom of Information Act. La vicenda, mi creda, non è affatto finita».
Alessandra Farkas
05 maggio 2011
Ma quale guerra al terrorismo?
L'opinione di Giulietto Chiesa: vale la pena perdere qualche minuto per ascoltarla
Dal Corriere della Sera del 5 maggio 2011
L'INTERVISTA IL CELEBRE AVVOCATO ALAN DERSHOWITZ: «VICENDA GESTITA IN MODO CATASTROFICO»
«Un errore legale occultare
i dettagli in un caso simile»
«Bisognava garantire un'autopsia e prevenire i dubbi dei cospirazionisti»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK - «L'assassinio di Osama Bin Laden è stato gestito in maniera catastrofica dall'inizio alla fine. La decisione di non pubblicare le foto post-mortem del leader di Al Qaeda scattate dai Navy Seals è solo l'ultimo di una lunga serie di errori commessi dal nostro presidente». Alan Dershowitz, il leggendario avvocato di Harvard considerato il principe del foro Usa, è da sempre un obamiano convinto. Ma dopo l'ultimo colpo di scena nell'interminabile saga che da giorni tiene l'America col fiato sospeso, non riesce a trattenersi. «Gli errori giudiziari commessi in questo caso ci perseguiteranno per anni, forse decenni a venire», spiega Dershowitz, immortalato da Ron Silver nel 1990 nel film «Il Mistero Von Bulow». «Parlo da avvocato - tiene a precisare - o meglio da penalista che ha presieduto al più alto numero di processi per omicidio di qualsiasi altro legale al mondo».
In cosa ha sbagliato il presidente Obama?
«Ha deciso di trattare il leader di Al Qaeda in maniera diversa rispetto a tutti gli altri soggetti negli innumerevoli casi criminali che affollano i tribunali Usa. L'ha arbitrariamente privato di un soggiorno all'obitorio e di un'autopsia con cui un medico legale poteva stabilire con certezza scientifica le circostanze della sua morte. Appurando il punto esatto d'entrata e di uscita delle pallottole e stabilendo se gli hanno sparato di fronte o da dietro, da fermo o in movimento. Ogni minimo dettaglio del cadavere avrebbe dovuto essere meticolosamente fotografato, com'è prassi nei sistemi giudiziari di tutto il mondo, e invece non è successo».
Non c'era tempo per tutto ciò se si voleva seppellirlo entro le 24 ore, come stabilisce la legge islamica.
«Altra assurdità: perché mai Obama ha deciso di inchinarsi alla sharia, gettando Bin Laden nell'oceano in pasto ai pescecani, quando in qualsiasi altro caso o indagine criminale la religione dei soggetti non conta?».
Il presidente temeva di offendere la piazza araba, mettendo a rischio la vita delle truppe americane oltreoceano.
«Balle. Anche gli arabi sono abituati a vedere le foto di cadaveri sui giornali in tv e su Internet. La corsia preferenziale accordata a Bin Laden e i tantissimi dubbi e misteri cui dà adito non faranno che incoraggiare i teorici della cospirazione che già infiammano il web».
L'Amministrazione ha qualcosa da nascondere?
«Personalmente non lo credo, ma Obama ha oltrepassato le sue prerogative presidenziali, prima gettando Bin Laden in mare e poi vietando la diffusione delle sue foto al pubblico. Ha violato senza ritegno il primo emendamento della Costituzione americana e può star certa che i media e il Congresso presto gli faranno causa per pubblicarle, come stabilisce il Freedom of Information Act. La vicenda, mi creda, non è affatto finita».
Alessandra Farkas
05 maggio 2011
1 commento:
....Viviamo su di un pianeta dove purtroppo contano solo i propri interessi(Esclusi alcuni che tu conosci bene)- Quando si fanno affari non si guarda in faccia a nessuno,senza alcuna dignità e pudore ,chiesa cattolica compresa,così il nemico di ieri diventa l'amico di oggi e viceversa,così con la stessa facilità con cui ti bacio le mani oggi domani ti bombardo ! La distruzione del pianeta terra con la conseguente estinzione dell'umanità è un atto dovuto di GIUSTIZIA COSMICA ! Così parlò Robertino-
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