I ricercatori sono riusciti a sparare 6 atomi per volta, invece del solito singolo ("solito si fa per dire, nel senso che la ricerca era arrivata solo fino lì fino ad ora), in un cristallo di silicio, con una precisione di un paio di decine di nanometri rispetto alla posizione desiderata e un’efficienza superiore al 99.9%”.
Si tratta di un grande passo avanti verso la realizzazione di una nuova classe di transistori molto più piccoli, veloci ed efficienti di quelli attuali, con i quali sarà possibile costruire circuiti elettronici in scala nanometrica.
“La tecnica ambisce a sostituire quella attualmente impiegata nell’industria, che produce semiconduttori in cui gli atomi sono inseriti in modo random”, prosegue Prati, “ed è più vantaggiosa di quella usata dai colleghi australiani che, consentendo di posizionare solo un atomo alla volta, richiede un grande impiego di tempo”. In pratica, è come se da una normale pistola fossimo passati a un revolver, a una ‘colt’ a sei colpi", spiega Enrico Prati dell’Imm-Cnr che ha coordinato il lavoro del gruppo italiano formato anche da ricercatori del Politecnico di Milano. La scoperta, quando potrà essere industrializzata, il che richiede sempre un periodo piuttosto lungo però, continua Prati, “consentirà di aumentare le prestazioni dei dispositivi elettronici e aprire nuove possibilità nel campo della nanoelettronica quantistica”.
Ciò significa che un giorno avremo cellulari grandi come una capocchia di spillo (sarà grande solo lo schermo, che magari prenderà vita nell'aria davanti a noi) e droni grandi come amebe, in grado di viaggiare nel corpo umano come nel famoso "Viaggio allucinante" di Isaac Asimov.
Articolo originale
Una colt a sei atomi
Submitted by goodnews on luglio 14, 2012 – 4:07 pm
Utilizzando la tecnica di ‘impiantazione a singolo-ione’, ricercatori dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Cnr riescono a ‘sparare’ in un cristallo di silicio una serie di atomi ‘droganti’ posizionandoli con precisione. Un risultato finora ottenuto solo con un singolo atomo. La ricerca, pubblicata su Nature Nanotechnology, dimostra sperimentalmente la transizione di Anderson-Mott e apre nuove possibilità nel campo della nano elettronica. Nasce dallo studio di un gruppo di ricercatori dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Consiglio nazionale delle ricerche (Imm-Cnr) e della Waseda University di Tokyo una nano struttura che rappresenta un passo avanti verso la realizzazione di una nuova classe di transistori molto più piccoli, veloci ed efficienti di quelli attuali, con i quali sarà possibile costruire circuiti elettronici in scala nanometrica. La ricerca, pubblicata su ‘Nature Nanotechnology’, è stata realizzata grazie al supporto del Ministero degli affari esteri per l’Italia e del Mext (Ministero per la scienza e tecnologia) giapponese, che promuovono le iniziative congiunte tra ricercatori dei due paesi nell’ambito delle tecnologie d’eccellenza. “La tecnica utilizzata consente di ‘sparare’ da più di un metro di distanza singoli atomi e di posizionarli in serie all’interno di un cristallo di silicio, con una precisione di un paio di decine di nanometri rispetto alla posizione desiderata e un’efficienza superiore al 99.9%”, spiega Enrico Prati dell’Imm-Cnr che ha coordinato il lavoro del gruppo italiano formato anche da ricercatori del Politecnico di Milano. “Utilizzando il metodo di ‘impiantazione a singolo-ione’ del gruppo giapponese con cui collaboriamo, siamo riusciti ad allineare esattamente lungo il transistore una serie di atomi di arsenico, in modo da favorire il passaggio di corrente tra i due capi del dispositivo”. I risultati rappresentano un passo avanti rispetto a quelli ottenuti di recente dai fisici australiani che hanno realizzato il primo transistore a singolo-atomo. “La tecnica
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