Ieri è stata una giornata piuttosto importante per quanto riguarda i prossimi destini del nostro paese.
Si verifica l'incredibile: la tanto sbandierata governabilità legata ad un risultato quasi plebiscitario delle elezioni, è una chimera anche per il centrodestra.
Evidentemente l'incapacità di essere uniti e coesi è un problema italiano, congenito e non di un singolo schieramento.
Tale incapacità -si può dire ormai- è un fatto oggettivo e prescinde dalle ragioni, sempre ottime, che causano le divisioni intestine. Tuttavia, in questo caso più di altri, tali ragioni sono evidenti e forse anche condivisibili.
L'espulsione di Fini dal PdL ha di fatto sancito la fine del partito medesimo che si basava proprio sull'accordo tra i due leader. Rimangono parecchi ex colonnelli di AN (Gasparri, La Russa ecc.) ma non credo sia possibile parlare dello stesso soggetto politico precedente.
Come ho scritto su un post di qualche giorno fa, e i cui contenuti non starò a ripetere, Fini ha così concluso il desiderato smarcamento da un partito e da un leader che considera non confacenti al suo credo politico che prevede: rispetto per la Costituzione, per l'ordinamento democratico, per le cariche istituzionali del paese, legalità, pulizia nella politica, lotta alla criminalità ma garanzie e integrazione per le minoranze etniche.
Credo però che i motivi dello smarcamento vadano ancora oltre. Fini ha previsto -soprattutto a causa della diffusa corruzione all'interno del Governo su cui la magistratura sta indagando- la fine dell'epoca berlusconiana, e conta di proporsi come leader prossimo -e pulito- per uno schieramento di centrodestra. Magari non alle prossime elezioni, che credo siano ormai alle porte, ma a quelle successive. Comunque una scelta in vista di un futuro molto diverso dall'attuale.
Perchè parlo di elezioni ormai prossime? Credo sia la logica stessa a suggerirlo. Se non si esita ora a escludere Fini dal gioco perchè non sono sopportabili le sue posizioni e i suoi distinguo diversi da quelli del Governo, come sarà possibile poi sopportare sottostare continuo ai suoi placet per l'approvazione dei provvedimenti in Parlamento?
I numeri parlano chiaro: alla Camera la maggioranza è di 316 (630 deputati totali) e senza i 34 "finiani" il Governo arriva solo a 310 (prima aveva 344), al Senato la maggioranza è di 162 e senza i 14 di Fini il Governo arriva solo a 160 (prima aveva 174).
Può Berlusconi sopportare in futuro, la continua esigenza di doversi accordare con Fini su qualsiasi decisione, un Fini che oltretutto non ha la minima intenzione di lasciare la Presidenza della Camera? (La sfiducia al presidente della Camera non è prevista dal nostro ordinamento).
Non credo. Basterà poco tempo, a partire da settembre, quando riprenderà l'attività politica, per sancire l'impossibilità di una simile coesistenza.
A quel punto il Governo formalizzerà la crisi e si comincerà il rimpallo delle responsabilità tra Berlusconi e Fini. Perché nessuno dei due vorrà presentarsi agli italiani come la causa delle ennesime elezioni anticipate.
Chi ha seguito gli eventi di questi ultimi giorni può così capire come mai Fini, che a mio parere è un politico coraggioso, ha atteso fino all'ultimo di essere espulso, addirittura tentando una mediatica ultima mossa di pacificazione, l'altro ieri, sul Foglio di Ferrara.
In tal modo non ha voluto che si possa dire in futuro che sia stato lui a rompere l'alleanza elettorale. Potrà sempre affermare che le sue erano critiche politiche a cui non si è voluto dare ascolto, e che lui non ha mai nemmeno lontanamente voluto separarsi dal partito che ha contribuito a fondare. E un po' di ragione ce l'avrà perché nessun partito può basarsi sulla remissiva osservanza delle volontà del suo fondatore e leader maximo (così scrive oggi anche Giuliano Ferrara -opinione abbastanza credibile data la parte politica- sul suo Foglio).
I sui detrattori, Berlusconi in testa, diranno invece che la colpa è comunque di Fini, il quale, operando contro il governo, ha inevitabilmente costretto la direzione del partito a prendere i provvedimenti del caso.
Questa diatriba, o "scaricabarile", termine che rende meglio l'idea, potrebbe per la prima volta far capire agli italiani quanto siano fallaci i proclami di governabilità e come tutte le sbandierate certezze ("finalmente governeremo per 5 anni e faremo tutte le riforme per migliorare la vita degli italiani") di certi politici siano solo puro populismo e strategia di marketing.
La situazione potrà anche favorire l'opposizione, se sarà capace di trovare un leader in grado di sollevare le coscienze e tradurre in realtà, finalmente, le aspettative di tanti italiani che credono che un mondo migliore, più vicino ai deboli e in grado di riequilibrare le ingiustizie, sia possibile.
A tal proposito, recentemente, nel PD si è fatto avanti, per le prossime ipotetiche primarie, Nichi Vendola, giovane governatore della Puglia. L'ho sentito parlare anche recentemente (il 25 aprile a Che tempo che fa: 1 e 2) e non mi è dispiaciuto. Qualcuno lo definisce l'Obama italiano. E' certamente un leader che sa ancora evocare -almeno a parole- i giusti sentimenti che dovrebbe incarnare un individuo che lavora per la collettività e non per il suo interesse o quello della sola parte che lo ha eletto.
In proposito ecco cosa scrive oggi Francesco Bei su Repubblica:
Berlusconi dunque pensa alle elezioni. Tanto che ha iniziato a prendere le misure a quello che considera già il suo prossimo sfidante: Nichi Vendola. Su di lui il premier ha chiesto sondaggi perché non ritiene la sfida tanto semplice. "C'è la convinzione - si leggeva due giorni fa sul 'Mattinale' berlusconiano - che in Italia una leadership di sinistra radicale non avrebbe mai spazio. È la stessa -fallace- convinzione che ha portato Bassolino prima e Vendola poi ad espugnare regioni tradizionalmente di centrodestra.
Riflessioni su immagini e fatti tratti dall'esistenza quotidiana individuale e dalla società. Dice Lo Specchio: "Perché non speculare condividendo le mie riflessioni?"
IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO
Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.
venerdì 30 luglio 2010
Elezioni a primavera 2011?
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2 commenti:
Caro Maurizio, innanzitutto grazie per questo ennesimo post chiarificatore. Anche a me Vendola piace, lo trovo abile, convincente, sincero. Bisogna ricordare che governare un paese è ben diverso dal governare una regione, anche se qualcuno diceva "chi è fedele nel poco lo sarà anche nel molto", quindi che dire... speriamo!
Per quanto riguarda Fini il fatto che si sia smarcato da Berlusconi mentre prima lo appggiava forse deriva anche dalle ultime "recenti scoperte" della magistratura, ma mi viene difficile pensare che prima Gianfranco "non si fosse reso conto" della natura del suo alleato politico. Questo per dire che i cambiamenti anche radicali di opinioni se non addisittura di bandiera sono sempre stati familiari alla politica. D'altra parte il modo di governare di Berlusconi stesso e del suo partito è diventato sempre più pesante, dittatoriale e insopportabile, quindi è comprensibile e condivisibile questa "svolta finiana" e chissà mai che, per lo meno su certi temi, in primis quello - fondamentale - dell'immigrazione, grazie a Fini non si verifichi un maggiore avvicinamento fra le posizioni di destra e quelle di sinistra?
Insomma, ben venga Fini e lo scossone che ha portato a questa maggioranza, che da oggi proprio "maggioranza maggioranza" non è più: ovviamente non sono allineata sulle posizioni né dell'uno né dell'altro, ma dovendo scegliere non avrei dubbi su chi dare il mio voto, non foss'altro che per impedire a chi strumentalizza la politica per i propri fini (scusa il gioco di parole) personali e presenta al popolo il proprio bene personale come se fosse quello comune.
Grazie per l'attenzione e buona giornata.
Sara
Prego, grazie piuttosto a chi come te interagisce.
Il buon Fini si era reso conto della natura del suo alleato ma, probabilmente, non di quanto avrebbe potuto, a seguire, circondarsi di corrotti compiacenti. Inoltre la deriva "ducesca" di Berlusconi credo si sia acuita, almeno fino al punto da far sentire Fini totalmente escluso dai giochi. In ogni caso continuo ad essere certo di nuove elezioni in primavera. Anche Berlusconi, che pure le vorrebbe prima possibile (le ha volute con la cacciata di Fini) dato che il tempo potrebbe solo logorarlo di più e dato che gli avversari sono poco pronti (anche per Vendola occorre tempo, dovrebbero farsi el primarie ecc.), dovrà comunque aspettare un pò di più che l'autunno (sarebbe la prima volta della Repubblica) se non altro per ragioni di immagine elettorale (non deve poter sembrare colui che, pur avendo la più estesa maggioranza del dopoguerra, non è riuscito a farla durare più di 2 anni).
Un caro saluto.
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