IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

venerdì 3 settembre 2010

Legge elettorale: la madre di tutti i problemi?

Con l'attuale legge elettorale l'elettore si limita a votare solo per delle liste di candidati, senza la possibilità (come invece si verifica tuttora per le elezioni europee, regionali e comunali) d'indicare preferenze. L'elezione dei parlamentari dipende quindi completamente dalle scelte e dalle graduatorie stabilite dai partiti.
In tal modo è evidente, come è sotto gli occhi di tutti, che il parlamentare, lungi dall'essere interessato a chi lo ha eletto sul territorio, sarà esclusivamente volto a soddisfare le esigenze di chi ha in mano il suo mandato, ovvero il capo del suo partito.
Non c'è nulla di più lontano da un concetto, non solo democratico, ma persino federalista, di quel federalismo sano che prevede una localizzazione dei tributi e soprattutto il loro impiego in favore dei cittadini che vivono sul territorio interessato.

Un parlamento in mano al capo del Governo e del partito di maggioranza relativa è una sorta di aggiramento nei fatti della Costituzione. Col premio di maggioranza esagerato che col 30% dei voti assegna il 54% dei deputati, il parlamento viene svuotato del suo contenuto legislativo e si limita, come l'attuale, all'approvazione dei decreti legge emanati dall'esecutivo.
Anche l'abuso del decreto legge, che sarebbe costituzionalmente previsto sole nei casi di urgenza e necessità, è stato distorto al punto da essere quasi l'unico metodo usato per legiferare.
Tra i tragici effetti anche quello che leggi importanti, che richiederebbero per essere efficaci anni di studio e preparazione, nonché la conseguente eliminazione delle corrispondenti leggi precedenti e l'armonizzazione il quadro legislativo rimanente, vengono "tirate giù" alla meno peggio, spesso talmente male che non possono nemmeno resistere al vaglio successivo degli organismi di controllo (Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, Corte dei Conti ecc.), e questo nei casi migliori, quando invece le leggi non vengono cassate sono quasi sempre approssimative e interpretabili, e vanno ad accrescere ulteriormente le fila e gli incassi degli avvocati, nonché l'esasperante mole e ritardo dei processi.
Come si vede il quadro è desolante. Vi sono però autorevoli esponenti della maggioranza che continuano a ripetere che è una buona legge elettorale. La possibilità che non siano in buona fede è alta.


La legge elettorale andrebbe cambiata prima di andare a votare. Continuo a credere che ciò avverrà nella primavera 2011.
Cambiata come?


Primo, ossequiare la Costituzione: via il premio di maggioranza (340 deputati). Così com’è la legge elettorale viola il principio costituzionale dell’eguaglianza del voto. Con la frammentazione del quadro politico, permette a una coalizione votata dal 30% degli aventi diritto al voto, d’accaparrarsi il 54% dei seggi in Parlamento più il presidente della Repubblica, quelli delle Camere e i giudici costituzionali ecc.  Il pericolo è grande ed è dietro l'angolo.


Secondo, preferenze: il Porcellum ci ha tolto la possibilità di scegliere i rappresentanti in Parlamento. Non è affatto vero che anche in passato la scelta stava tutta nelle mani dei partiti. Con il Mattarellum le segreterie politiche sceglievano i candidati, non gli eletti. Aggiungere l’obbligo d’indire le primarie su ogni candidatura, diminuire il numero di sottoscrizioni necessarie per presentarsi alle elezioni (alla Camera servono 4500 firme), aprendo una possibilità anche per i non addetti ai lavori che favorirebbe il ricambio (punto 4).


Terzo, rappresentatività: uninominale dove la provenienza dell’eleggibile dev’essere possibilmente la stessa che dell’elettore. La legge Calderoli ha inventato un rapporto fra i due perfetti sconosciuti. Uninominale per recuperare il sapore della sfida uno contro uno che già si respira a livello locale. Magari affiancando una quota proporzionale e/o plasmando il sistema secondo le nostre specifiche esigenze. L’importante è che i parlamentari rimangano ancorati al territorio, e che quest’ultimo non sia troppo esteso. Come diceva Montesquieu una buona Repubblica deve riflettersi su un piccolo territorio.


Quarto, ricambio strutturale: in Italia abbiamo più bisogno che la classe dirigente sia regolarmente cambiata. In un paese con gente più onesta varrebbe il concetto di lasciare che i rappresentanti diventino sempre più capaci con l'esperienza, ma la malapianta della corruzione è 10 volte più grave del beneficio che si va ad ottenere, per cui tempi determinati e numero massimo di 2 legislature. La nostra classe dirigente è la stessa da vent’anni, e da vent’anni ci accascia con il suo carico di promesse tradite, riforme mancate, progetti che durano il tempo della campagna elettorale.  La temporaneità delle cariche non dovrebbe riguardare solo il Parlamento ma tutte le cariche politiche nazionali, se non pure quelle dei funzionari da sempre inamovibili che si perpetuano anche attraverso maggioranze diverse, sfidandole grazie al peso degli interessi accumulati.


Quinto, riduzione dei parlamentari: come già detto in questo stesso blog, occorre senz'altro ridurre il numero eccessivo dei parlamentari di Camera e Senato (più di 1000, superiori persino a quelli degli Stati Uniti che hanno 5 volte la nostra popolazione con 535 rappresentanti totali nelle due camere) e armonizzarne la composizione in modo che una camera non sia contrastante all'altra. Lascerei al Senato il compito di farsi carico di esigenze diverse da quelle della Camera. Non mi addentro in ulteriori dettagli perchè il tema è troppo esteso.  


Sicuramente la legge elettorale non è la madre di tutti i problemi, madre che credo piuttosto si annidi nei comportamenti e nei pensieri della maggioranza degli italiani di cui la sua classe dirigente è emanazione, tuttavia potrebbe essere un buon elemento per migliorare le cose, che, mi pare, stiano andando sempre peggio sul piano dell'organizzazione e delle guida del nostro paese.
Secondo voi voteremo con una legge elettorale migliore?
Il mio parere è che non avremo questa possibilità. Spero ardentemente di sbagliarmi.


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