"Tranquilli, non ve lo dirà nessuno. Ci potete scommettere a colpo sicuro che a Ballarò neppure ne parleranno. Nessuna notizia neppure nei telegiornali e sulla stampa. Nada de nada. Quindi, è come se l'evento non si fosse mai verificato. Però è accaduto. Anzi, sta accadendo mentre scrivo. Altro che decadenza di Berlusconi! Quella è una furbata squallida per distogliere l'attenzione.
Gli indici economici parlano chiaro, intendo dire i dati veri. La Spagna sta iniziando a riprendersi e ci ruba quote di mercato internazionale. Il Portogallo, nella sua modestia anche. Così come l'Irlanda. Noi siamo al palo. L'alleanza cancerosa tra politica e criminalità organizzata ha ingessato il paese e non consente nessuna forma realistica di ripresa neppure minima, questa è la realtà. Siamo diventati la zavorra europea. E così, arriva Olli Rehn.Ci farà vedere i sorci verdi.Ma sarà difficile sapere come sono andate le cose, nessuno ce lo dirà. Dovremo capirlo dai fatti reali.
A questo punto, un qualunque lettore di questo blog sarebbe ampiamente autorizzato a chiedersi: "Mi scusi caro lei, ma visto che nessuno parla di questa storia, non ci sono notizie in giro, e alla tivvù non dicono nulla, perchè io dovrei credere a ciò che lei dice? E' possibile che lei sia l'unico in tutta Italia che lo racconta?".
Domanda lecita.
Ed ecco la buona notizia, una volta tanto.
La cupola mediatica è quello che è, e viaggia compatta, essendo l'omertà il loro pane quotidiano, li pagano perchè stiano zitti non per pubblicare notizie.
C'è stata una falla, però.
Uno dei più autorevoli giornalisti italiani, Guido Gentili, eccellente e serio professionista, già direttore de Il Mondo e Ilsole24ore, grande esperto della situazione (vera e reale) dell'industria italiana, dello stato delle imprese, della nostra politica e della nostra economia, ha deciso e scelto di raccontare la vicenda. Lui è un grande sostenitore della necessità di rilanciare l'industria nazionale e l'imprenditoria italiana strappando la supremazia territoriale alla finanza bancaria. Non a caso è l'editoriale di punta de Ilsole24ore che è il giornale di Confindustria. E' un uomo moderato, di linguaggio classico, certamente nè un complottista, nè tantomeno un retore o un demagogo dalla penna facile. Ha scritto questa storia raccontandone soprattutto i dettagli. Lo ha pubblicato sul suo quotidiano alle ore 14 di domenica 15 settembre, versione on -line, nel giorno di minor lettura de Ilsole24ore, che cala di molto quando le borse sono chiuse. Due ore dopo, l'articolo non c'era più nè si trova in rete, a meno che non si passi dall'archivio e non si faccia un tortuoso slalom. Ma c'è. Ed è ciò che conta.
Qui di seguito, lo posto per intero.
Il giornalista che l'ha scritto è una persona che merita credito e fiducia. Se l'è conquistata sul campo della professionalità acquisita nei decenni. Se lo dice lui, c'è proprio da crederci. "
Sergio Di Cori Modigliani
(http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=12338)"
Chi scrive la legge di stabilità? Sulla strada di Letta la bomba a orologeria del "Two-pack"
DI GUIDO GENTILI
ilsole24ore.com
"Two-pack", una bomba ad orologeria? Il Commissario agli Affari economici, Olli Rehn, arriva martedi a Roma per un'audizione al Parlamento italiano, dove spiegherà il senso delle "raccomandazioni" europee ( leggi l'intervista al Sole 24 Ore). È la prima volta che accade, e non sarà ultima. Perché inizia, sotto la bandiera generale del "maggiore coordinamento", una fase nuova per la politica economica italiana, una sorta di "cogestione" dei cui effetti la classe politica italiana ha parlato finora distrattamente. Sbagliando.
In pista c'è il "Two-pack", cioè i due regolamenti approvati dal Consiglio europeo il 13 maggio scorso con l'obiettivo di introdurre, per i paesi dell'eurozona, più coordinamento e vigilanza nel processo di formazione delle politiche fiscali nazionali.
Di fatto se ne va un altro spezzone della "sovranità" nazionale, e non è un caso che nelle ultime ore abbia preso quota il confronto su chi "scriverà" la prossima Legge di Stabilità, l'ex Legge Finanziaria che dovrà essere pronta entro metà ottobre. «Se cade il Governo – ha detto il premier Enrico Letta - la Legge di Stabilità la sciverebbero a Bruxelles e la scriverebbero diversa da noi». Già, perché ora –sempre secondo Letta- questa legge «la scriviamo noi e non viene scritta in Europa visto che siamo usciti dalla procedura d'infrazione per deficit eccessivo».
Chi scrive che cosa, ecco il punto. Torniamo così al "Two-pack" (che segue il Fiscal compact del marzo 2012, il "Six-pack", approvato il 23 novembre 2011 ed il Semestre europeo del settembre 2010) per il quale entro il 15 ottobre ogni paese dell'eurozona presenta alla Commissione e all'Eurogruppo (il coordinamento europeo che riunisce i ministri dell'Economia e delle Finanze dei paesi euro) la bozza del piano di bilancio per l'anno successivo.
Dunque, la Legge di Stabilità da quest'anno prende in parallelo due strade: il Parlamento nazionale e la Commissione europea che la soppeserà con cura. E se la bozza non convince Bruxelles perché non conforme al Patto di Stabilità e di Crescita (costituzionalizzato nel frattempo con il Fiscal compact) e perché non riponde alle raccomandazioni della Commissione? Bruxelles può chiederne la riscrittura entro due settimane dal momento della ricezione del progetto di bilancio ed entro il 30 novembre, se necessario, la Commissione può adottare un parere da sottoporre al vaglio dell'Eurogruppo. Insomma, i governi nazionali scrivono, ma l'Europa, con la sua nuova e più vincolante governance, può chiedere una riscrittura del progetto di legge.
Per il Governo italiano si prospetta una doppia sfida, diplomatica e di contenuto. Deve essere rispettato l'obiettivo del disavanzo sotto il 3% e devono essere rispettati gli avanzi primari strutturali (al netto delle spese per gli interessi) programmati per piegare il rapporto debito/Pil (previsto oltre il 132% nel 2014) su una "traiettoria stabilmente in discesa". Così dicono, tra l'altro, le raccomandazioni di Bruxelles trasmesse all'Italia al momento della sua uscita dalla procedura d'infrazione per deficit eccessivo. Non solo: bisogna "trasferire il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente assicurando neutralità in termini di gettito". E occorre attuare una "spending review a tutti i livelli amministrativi".
In controluce, ecco lo spostamento della tassazione dalle "persone alle cose" (ma il Governo non intende aumentare l'Iva), il "no" sugli abbattimenti dell'Imu, l'insistenza per una revisione della spesa a largo raggio, la spinta per ridurre il cuneo fiscale su lavoro e impresa. Il tutto, rispettando comunque il famoso tetto del 3%. Non bastassero le tensioni dentro la maggioranza delle larghe intese che sostiene il Governo Letta, anche la partita che si apre con l'Europa si presenta carica di incognite. Perché la Legge di Stabilità si scrive a Roma, ma Bruxelles può dire "no, così non va, riscrivetela". Come da "Two-pack", il pacchetto esplosivo di cui non si parla.
Guido Gentili
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-15/scrive-legge-stabilita-strada-162720.shtml
15.09.2013
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Deportati e contenti (critica a Presadiretta del 16-9-2013 puntata contro l'euro, ma fino a un certo punto)
L'Orizzonte degli Eventi by Barbara Tampieri (Lameduck) / Deportati e contenti
http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2013/09/deportati-e-contenti.html
Sono veramente subdoli, i compagni. Molto peggio dei ragazzi con l'orecchino da pirla di Chicago e i loro FAREisei, che almeno te lo dicono in faccia che devi morire.
Lo so che non si dovrebbe guardare trasmissioni in ecoprogressismo (cioè finto) de sinistra e neppure commentarle su Twitter, tanto meno quelle in antieurismo origginale perfettamente imitato, ma come si fa altrimenti a smascherarne i trucchi e a far capire finalmente a nuore e suocere che chi ci tiene la testolina sott'acqua a fare gluglu sono proprio loro, quelli che "si pensava allora [anni 90] che si potesse distinguere la questione dell’euro da quella di una politica economica sociale"?
Perché molti italiani, soprattutto quelli della prima linea, i fantaccini delle PMI in trincea, lo sanno già perfettamente chi li ha fottuti ma bisogna ripeterlo fino all'urto di vomito, finché l'avranno capito tutti, fino all'ultimo lavoratore ed imprenditore. E se ciò dovesse voler dire rinnegare gli ardori di gioventù verso l'ideologia che fino ad un certo punto ha preteso di difendere i lavoratori e poi è passata al nemico, pazienza, ce ne faremo una ragione. Bisogna amare le rose che non cogliemmo, non quelle che ci straziarono le dita con le spine.
L'ultimo esempio di subdola propaganda di regime è stata la puntata di lunedì sera di "Presadiretta", programma di Riccardo Jacona, giornalista d'inchiesta di scuola santoriana, su Raitre. Tantobbravo. Argomento: l'austerità ed i suoi effetti nefasti sulle economie dei paesi del sud Europa.
E' sembrato partire bene, dando voce agli imprenditori, che sanno benissimo qual è il problema e lo chiamano per nome: euro. Se siamo in queste condizioni, se le fabbriche chiudono nel Nordest ma non solo e, peggio ancora, le nostre migliori aziende vengono svendute in questa immensa casa d'aste all'aperto che è divenuta l'Italia, è colpa dell'euro, di questa moneta aliena troppo forte che ci toglie competitività impedendoci di svalutare e costringendoci a mantenere livelli minimi di inflazione che chiamano però disoccupazione e crollo della domanda interna.
Non solo, Jacona intervista Olaf Henkel, l'ex presidente della Federazione industrie tedesche, il quale ammette la dannosità di una moneta unica troppo forte per i paesi della periferia e propone la scissione dell'euro in Euronord ed Eurosud e l'uscita dal vincoloper i paesi maggiormente posti in difficoltà dalle politiche pro-cicliche di austerità,. Idea condivisa anche da AfD, il partito antieurosifaperdire tedesco.
E qui l'asino ha un primo cedimento, la zampa gli si piega facendolo ragliare di dolore.
E' vero che Henkel è tra gli aderenti al Manifesto di Solidarietà Europea (che Jacona cita senza però nominare gli innominabili firmatari italiani Borghi e Bagnai; lo farà in seguito a trasmissione ormai quasi conclusa, peggio el tacòn del buso).
Sappiamo tuttavia che questi proclami di presunta magnanimità teutonica provengono da lupi travestiti da nonne. Ci lascerebbero andare, è vero, ma non prima di aver ripagato in euro i debiti contratti con le loro banche virtuose (quelle da €55.6 trilioni di esposizione sui derivati, per intenderci) nel periodo in cui la Germania aveva bisogno di finanziare i paesi periferici affinché acquistassero le sue merci.
Il beneficio per noi invece consisterebbe nel costringere i nostri presunti alleati europei, in realtà feroci concorrenti e con il vizietto del bonci bonci bon bon bon, a tornare ad affrontare il rischio di cambio, come accade nei mercati per bene e non nei casinò con le roulette truccate.
Ricordiamolo, prima che qualcuno si illuda inutilmente domenica prossima: non esiste un partito tedesco che intenda rinunciare veramente all'indebito vantaggio apportato dall'euro all'economia tedesca perché in Germania non esistono partiti che lavorino contro il loro paese, a differenza dell'Italia dei morituri de Maastricht.
Quindi anche Henkel parla pro domo sua ma Jacona omette di dircelo. Oops! Andiamo avanti.
Il racconto filmato sugli sfaceli della crisi sembra farsi sempre più critico nei confronti dell'Europa e del suo mostriciattolo monetario ma, improvvisamente, in questo coraggioso ed alternativo centro stampa de sinistra, in questo indymedia barricadero in prima serata, ecco l'irruzione dell'Eurogendfor con i tonfa e i taser. La musica cambia, si interrompe, appare il monoscopio della Deutscher Fernsheh-Rundfunk e va in onda, in sostituzione, vogliamolo gradire, il documentario "O quanto è bello fare la valigia e andare a lavorare in Germania. Sottotitolo: volevo una casetta piccolina a Berlìn."
No, la Germania è la nuova America, l'Eldorado, Xanadu, il Paese dei Balocchi e questi omini di burro sono ansiosi di caricarvi sui carri e (de)portarvici. E' brutto il termine deportazione? Perché smantellare un paese come il nostro pezzo per pezzo ed appropriarsi dei suoi asset migliori non è un crimine? Guardate il poster qui sopra. Sono indiani ma è un dettaglio. Finalmente capiamo cos'è la stabilità con la quale bello de zio ce li sta sciroppando da qualche giorno. Dimenticando che quando il nostro PIL cresceva ed eravamo la quinta potenza mondiale, i governi cambiavano dal mattino alla sera ed eravamo tutt'altro che stabili. Piccola nota terminologica. La stabilità è il contrario della dinamicità, è un concetto molto più adatto a descrivere un cadavere imbalsamato che un organismo vivente e dinamico. Il termine stabilità in economia mi sembra incompatibile con la crescita. Questi quindi ci vogliono stabili, in formalina. Allo 0% di crescita e allo 0% di pareggio di bilancio. Intatti ma morti. Tornando alla trasmissione "Presadiretta", dopo il Triumph des Willens il povero asino, lo avrete intuito, è ormai stramazzato a terra. Ma come, se prima Jacona ci aveva detto, per bocca del confindustriale tedesco, degli imprenditori, degli economisti, che se noi della periferia siamo ridotti così è per colpa dell'euro e del mercantilismo dei paesi del nord? La cosa non ha senso. La situazione è schizofrenica. L'unica spiegazione è che a Riccardino stiano puntando una pistola alla tempia. Ma no, è tutto perfettamente normale e scientifico. Si torna sempre lì, ad instillare nella vittima il senso di colpa per essere stato torturato. Questi si comportano seguendo i protocolli tipici della tortura. Arriva un signore gentile che ti spiega che ciò che ti sta accadendo è male, che stai soffrendo e lui lo sa ed è lì per aiutarti. Ti fa vedere che ce ne sono altri come te nella cella e che siete tutti delle povere vittime. Quando ha ottenuto la tua fiducia, ti spiega che se ti torturano è perché te lo meriti, perché sei stato cattivo e adesso tornerai di là per la tua punizione e lui darà loro una mano. Jacona però sa che qualcuno inevitabilmente noterà il conflitto dialettico tra la Germania che vuole eliminarci come concorrente e quella che accoglie premurosa i nostri emigranti. Non può permettere che passi il sospetto che la Germania stia ottenendo il suo Grande Reich senza aver sparato un solo colpo ma solo invadendo le nazioni con i capitali, comperando qualche politico in qua e in là, così da farsi consegnare, con grandi sorrisi e da fattorini mansueti come cuccioli di beagle, paesi interi chiavi in mano. Quindi, ha bisogno di qualcosa di forte, che faccia dimenticare, tra l'altro, la solita questione delle responsabilità della Sinistra collaborazionista nel progetto di restaurazione reazionaria in Europa. Cosa c'è di meglio del fascismo populista che, essendo nero, è elegante e si porta con tutto? Tanto, di tutto il puntatone, per l'effetto recenza, ricorderete solo l'ultima parte. Una spruzzatina ancora di antieurismo nella persona di Jacques Sapir, economista francese autore di un articolato piano di uscita dall'euro, immagini della crisi in Francia, paese ufficialmente in recessione ed ecco gli estremisti di destra, i negazionisti, gli antisemiti, i razzisti. Insomma arriva Marine Le Pen (definita "la figlia del Diavolo"), alla quale viene chiesto: "Lei pensa che se torniamo alle nazioni potremo sopravvivere alla globalizzazione?" La ragazza inviata ha studiato, sa che le nazioni sono un ormai inutile orpello da rimuovere e la globalizzazione un dogma assoluto. Marine non ce le manda a dire: "Mi chiedevo come mai non ci sia in Italia un movimento che metta in discussione l'Europa". Jacona guarda diritto in macchina come Norma Desmond e dice: "Vogliamo consegnare l'Europa ai fascisti? Continuiamo così." Insomma, non è la sinistra che ha voluto l'euro per conto delle élite reazionarie ma è la Le Pen che è fascista. Abbiamo perso due ore ma c'è un'altra tacca sulla nostra carlinga. Avanti il prossimo. |
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