IL MONDO E' COME UNO SPECCHIO

Osserva il modo in cui reagisci di fronte agli altri. Se scopri in qualcuno una qualità che ti attrae, cerca di svilupparla in te stesso. Se invece osservi una caratteristica che non ti piace, non criticarla, ma sforzati piuttosto di cancellarla dalla tua personalità. Ricorda che il mondo, come uno specchio, si limita a restituirti il riflesso di ciò che sei.

martedì 12 luglio 2011

Referendum a gogò: non recepita la lezione del 2009?

Ho cercato di capire cosa sta accadendo a proposito di referendum. Vi propongo cosa ne ho tratto.


Sono in corso di presentazione due proposte di referendum elettorale di segno opposto.

La prima è quella dei cosiddetti “referendum Passigli”, che prende il nome da Stefano Passigli, settantenne docente universitario e parlamentare di lungo corso, attualmente responsabile Riforme dell’Italia dei Valori. 
Ha promosso un comitato che si chiama “Riprendiamoci il voto” e che propone tre quesiti referendari. I tre quesiti sono volti ad abrogare diverse sezioni della legge elettorale vigente, il cosiddetto “Porcellum”. Il primo quesito, se approvato, abrogherebbe il premio di maggioranza per la Camera dei Deputati e l’obbligo per le coalizioni di indicare un candidato premier, e porterebbe al 4 per cento lo sbarramento per accedere alla ripartizione dei seggi. Il secondo quesito abrogherebbe le parti della legge elettorale riferite alle liste bloccate. Il terzo quesito inciderebbe invece sul metodo di elezione del Senato, abrogando sezioni della legge allo scopo di utilizzare in tutte le regioni il sistema ora previsto per Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, cioè un proporzionale senza premio di maggioranza con parlamentari eletti in collegi uninominali.


La seconda proposta è promossa da un gruppo di parlamentari del PD che comprende tra gli altri Veltroni, Parisi e Castagnetti. I quesiti non sono ancora stati depositati in Cassazione – dovrebbero esserlo questa settimana se non ci sono intoppi – ma è noto che propongono l’abrogazione totale della legge elettorale vigente, nell’intenzione di ritornare alla legislazione precedente, cioè il cosiddetto Mattarellum, dal nome del suo relatore, Sergio Mattarella: un sistema elettorale misto che prevedeva l’assegnazione del 75 per cento dei seggi con un maggioritario a turno unico e per il 25 per cento con un meccanismo proporzionale e con un complicato e controverso meccanismo di calcolo – il cosiddetto “scorporo” – per il Senato.


Circolano dubbi sull’ammissibilità di entrambe le proposte. Nel caso dei referendum Passigli, molti esperti sostengono che soltanto il primo quesito sia ammissibile, mentre gli altri vanno oltre il compito dei referendum abrogativi e creano dei vuoti legislativi. Nel caso dei referendum sostenuti da Veltroni e Parisi, altri esperti – nonché la stessa Corte Costituzionale, in passato – sostengono che abrogare del tuttola legge elettorale vigente non riporterebbe in vita quella precedente ma si limiterebbe a investire il Parlamento della scrittura di una nuova normativa.


I partiti di opposizione si stanno dimostrando poco univoci nel sostenere gli stessi referendum proposti da loro rappresentanti.
Questo vale sia per il primo, con L'IDV che esprime perplessità tramite il suo stesso segretati oDI Pietro, sia per il PD, dove Bersani il 5 luglio ha criticato i dirigenti del PD promotori del ritorno al Mattarellum, dicendo che “il PD non promuove referendum perché si tratta di strumenti a disposizione della società civile” e che “il partito può appoggiarli ma deve esserci un buon equilibrio tra partiti e società civile”.


I promotori dei “referendum Passigli” intanto hanno già cominciato la raccolta delle firme, che devono essere 500.000 e raccolte entro tre mesi. 


I referendum abrogativi sulla legge elettorale del 2009, distinti in tre quesiti sulla legge 21 dicembre 2005, n. 270, "Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica", si sono tenuti in Italia il 21 e il 22 giugno 2009, in corrispondenza ai ballottaggi per le elezioni amministrative locali.
[Se ne parlò anche in questo blog (Referendum sulle legge elettorale del 21-22 giugno 2009 e Come andrebbe cambiata la legge elettorale).]
I primi due quesiti intendevano assegnare il premio di maggioranza del 55% dei seggi alla prima lista vincente e non alla coalizione. Il terzo intendeva abrogare la possibilità di candidature contemporanee delle stesse persone in più circoscrizioni elettorali.
Gli elettori chiamati al voto erano 47,5 milioni, più 3 milioni di elettori all'estero. Il quorum da raggiungere per la validità della consultazione era del 50% degli aventi diritto più uno (circa 25 milioni).
Vista la bassa affluenza alle urne per tutti e tre i quesiti (attestatisi al 23,31% i primi due, e al 23,84% il terzo), i referendum sono stati dichiarati non validi.


Fu la più bassa affluenza della storia dei referendum in Italia.
I partiti di opposizione si presentarono divisi al voto e andò a finire così. Cosa è cambiato da allora per riproporli ora? Non molto.
L'idea che il successo degli ultimi referendum, Nucleare, Acqua e Legittimo Impedimento, possa traghettare questi nuovi referendum al quorum, potrebbe essere velleitaria: gli italiani si mobilitano solo quando gli elementi in questione sono chiari e muovono le coscienze. Sarà così per la legge elettorale?


Viene lecito domandarsi se prima o poi avremo una classe politica in grado di promuovere una legge elettorale migliore ex novo, completa in tutti i suoi elementi.
Lo strumento refendario, se il quorum non venisse raggiunto (cosa del tutto certa), si trasforemerebbe in un boomerang pro-legge attuale, oltre all'inutile costo relativo che graverebbe sulle tasche dei contribuenti.
E se questi nostri parlamentari facessero il loro lavoro, ovvero fare buone leggi, non sarebbe meglio?


Fonti


Il centrosinistra e i referendum elettorali
Referendum abrogativi del 2009

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